In ricordo di Filippo Scotti: colui che portò i Nirvana al Bloom

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Mario Ruggeri e Massimo Pirotta salutano Filippo Scotti, tra i fondatori dello storico Bloom di Mezzago, crocevia di concerti a dir poco fondamentali come le due date dei Nirvana

RUMORE COVER FB NATALE 2023

Di Mario Ruggeri

Se n’è andato in silenzio, con discrezione, lasciando un segno forte. Proprio come nella vita che ha vissuto. Se n’è andato troppo presto, Filippo Scotti, tra i membri fondatori dello storico Bloom di Mezzago. Filippo è stato un uomo straordinario, come straordinario è stato il suo amore per la musica (rock, in particolare) per il cinema e per la letteratura. Ma è stata la musica il suo vero grande centro vitale. Ed è stato anche il motore di molte sue iniziative al Bloom. Lui scopriva le band, se ne innamorava, e con un grande lavoro dietro le quinte, le portava sul palco di Mezzago. Lui suggeriva, consigliava, a volte costringeva e a volte sconsigliava di organizzare concerti di tantissime band. Lui, ad esempio, fu l’uomo che portò i Nirvana in Italia per la prima volta, per il leggendario concerto con i Tad proprio al Bloom di Mezzago. Ho avuto la fortuna di conoscere molto bene Filippo e di trascorrere con lui pomeriggi interi a parlare di musica. Leggeva tutte le riviste, Rumore in particolare: criticava, apprezzava, ma soprattutto integrava consigliando band che aveva sentito, da 7” che aveva acquistato, da gruppi che aveva visto suonare: una miniera d’oro d’informazioni e passione. A volte critico, a volte corrucciato, ma con una risata improvvisa che spiazzava sempre, Filippo ha scritto non solo una pagina importante per la storia del Bloom ma anche per la musica dal vivo, in Italia. Ironia della sorte, proprio un mese fa ho avuto l’onore di essere ospitato dai ragazzi di Mezzago per condurre un dibattito sul futuro della musica dal vivo. Avremmo voluto vederci lì. Sarebbe stato l’ultimo saluto. Filippo Scotti lascia un grandissimo vuoto, in chiunque l’abbia conosciuto. Proprio per questo, è bello che le parole di ricordo siano lasciate a Massimo Pirotta, altro membro storico del Bloom, compagno con Filippo di mille avventure. See you On the Other Side, Fil.

“Ricordare Filippo a botta calda, subito dopo la sua improvvisa scomparsa, non è facile ma altrettanto (anzi, in misura maggiore) doveroso per raccontare la sua forte personalità. Un amico, un fratello, compagno in tante iniziative mai dissolte, all’insegna, che nella musica è tutto possibile. È stato il primo a portare le band sul palco mezzaghese del Bloom. Una scommessa di non poco conto, perché in quel luogo si è partiti veramente da zero e pian piano è diventata questione ritmica e con cadenze sempre più caloriche. Ha sempre operato da volontario e questo è uno dei suoi migliori tratti distintivi. Con la musica ha sempre avuto un rapporto fortemente passionale, originale e genuino. Non si è mai accontentato di fermarsi sul visibile e il convenzionale bensì ha scavato come una talpa laddove in pochi hanno osato mettere occhi ed orecchie. Lo ha fatto con coraggio, volendo e sapendo di rischiare ma alla fine i risultati ottenuti gli hanno dato ragione. I due live tanto decantati dei Nirvana, tanto per citare una delle tante frenesie, non sono stati un “colpo di fortuna a venire” ma parte integrante di un percorso da lui intrapreso. Per lunghi anni, con lui, come con tutti quelli che facevano parte della commissione musicale, mi sono confrontato quasi quotidianamente sul che fare. “Ok tu senti loro, io interpello quegli altri” e via così. Nel tentativo di fare qualcosa di allettante per un pubblico il più ampio possibile e con l’intento di toccare varie tipologie di appassionati di musica. Musica senza frontiere, dunque. Era poco amante dei social-media e del virtuale, a questi ha sempre preferito un sillabario sonoro dal contatto umano e dal vivo. Lui, spesso taciturno ma con un’ altrettanta personalità decisa e risoluta, ha saputo catturare il sorgere dei vari mutamenti musicali in atto. Non si è mai fermato. Ha continuato fino all’ultimo ad approvvigionarsi di dischi “fisici” (“L’altro giorno sono stato da Psycho…”). Un agire continuo nel nome della sua insaziabile curiosità. Elemento che se negli ambiti musicali ti viene a mancare, vuol dire che sei fermo al palo. Lui no, ha fatto il contrario. Anche vedendo film su film, leggendo libri su libri, divorando riviste musicali (sicuramente nella sua abitazione, posizionata su qualche scaffale, c’è custodita tutta la collezione dal primo all’ultimo numero di “Rumore”), informandosi attraverso il passaparola, con le persone che incontrava. Ricordo con affetto anche sua madre, che lavava e stirava gli asciugamani da mettere nei camerini e a disposizione delle band in arrivo al Bloom”. (Massimo Pirotta)

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