Anche Morrissey ha voluto salutare il Maestro Ennio Morricone, scomparso lo scorso 6 luglio – qui trovate gli omaggi di altri artisti e le influenze nei New Order raccontate da Peter Hook –, e l’ha fatto ricordando il suo contributo all’album del 2006 Ringleader Of The Tormentors, registrato a Roma.
Nello specifico Ennio Morricone ha scritto la partitura di archi di Dear God Please Help Me, brano per il quale lo stesso Morrissey dice di aver tratto l’ispirazione da una passeggiata (I am walking through Rome / With my heart on a string) nei pressi del Vaticano. “Non si può essere a Roma ed ignorare la presenza della religione. È davvero imponente. Ma ho avvertito che camminando per le strade, il mio cuore era sulle corde ed ero pronto ad amare tutti e tutto. Questa è la canzone. Ho avuto la sensazione di liberarmi di tutte le restrizioni auto-imposte” raccontava tempo fa.
E poi le sue parole in merito al sì del Maestro Ennio Morricone:
Sapevo che Morricone aveva detto di no agli U2, no a David Bowie e no a Robbie Williams, perciò ero elettrizzato quando ha detto di sì a me. Il suo contributo all’album Ringleader Of The Tormentors... divamperanno nel mio cuore per sempre. Nel riflesso dei giorni più felici, dico un temporaneo arrivederci a colui che ha dato tutto per la grandezza dell’Italia
Qui, in un estratto di un’intervista, racconta brevemente l’esperienza con il Maestro con l’orchestra di 36 musicisti e di come sia stata affascinante guardarli.
Era stato Marco Patrignani del Forum di Roma a convincere Morricone a lavorare al disco di Morrissey, che aveva visto alcune sue foto nello studio ed espresso il desiderio di collaborare. Lo ha raccontato a Repubblica: “Sono andato a casa sua”, racconta, “e gli ho spiegato chi era Morrissey, la sua importanza nel mondo del rock. ‘Non lo faccio’, disse lui, senza nemmeno farmi finire di parlare. Eravamo nel suo studio privato, ho insistito: ‘Ennio, stiamo parlando di una rockstar, è un poeta, un grande personaggio’. Stava lavorando a una colonna sonora, così mi permisi di dirgli che se avesse accettato non avrebbe complicato molto i piani di lavoro e non sarebbe costato molto allungare i tempi. Ha voluto ascoltare il brano da arrangiare, poi ha chiesto le partiture, e i chitarristi Boz Boorer e Alain Whyte si sono offerti, anche se per loro era una richiesta lunare. Alla fine si è convinto: il giorno in cui l’orchestra l’ha suonata, dietro il vetro in regia con me c’erano Morrissey e il produttore Tony Visconti emozionati come ragazzini. Credo che quel giorno Morricone abbia voluto farmi un regalo”.