Rumore 369 | Ottobre 2022 – Arctic Monkeys, intervista esclusiva ad Alex Turner

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Tutti i contenuti del numero 369 di Rumore, ottobre 2022.
Arctic Monkeys, intervista esclusiva ad Alex Turner

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Fra le giovani band emerse nel nuovo millennio, gli Arctic Monkeys sono senza dubbio quella più universalmente amata. Molteplici le ragioni: in giro ormai da quasi 20 anni, esordirono così giovani da essere entrati da poco, solo ora, nella piena età della maturità musicale. Hanno sbancato il mondo degli adolescenti su TikTok diventano virali con una serie di vecchi brani, certo, ma questo senza mai pubblicare dischi meno che convincenti. Inglesi fino al midollo per immagine, suono e storytelling, abrasivi quanto sofisticati, da sempre discograficamente indipendenti, sono riusciti anche nella conquista dell’America. Senza dimenticare l’Europa, Italia inclusa. E che dire dei numeri mostruosi ormai generati sulle piattaforme digitali, degni dei classici più classici del rock di oltre 60 anni fa? Insomma, da qualunque angolo la si guardi, è difficile trovare qualcuno che non riconosca ad Alex Turner e compagnia i meriti di una carriera emersa e consolidata in un’era da conclamata crisi del rock e delle band. In estate abbiamo perciò incontrato di persona, a Londra, in un segreto degno dei servizi segreti, proprio il leader del quartetto britannico. Che ci ha parlato di The Car, il nuovo album delle “scimmie artiche”. I Monkeys sono ormai come un gioco di società: piacciono a tutti dagli 8 agli 80 anni. E volergli trovare dei difetti di carattere artistico suona più come una sfida che una presa di coscienza dei fatti. Ossia quella di avere di fronte la band contemporanea e “basica” – chitarre, basso, voce e batteria – oggi più importante del mondo. Da questa intervista esclusiva per l’Italia firmata dalla nostra Stefania Ianne parte “Rumore” 369, ottobre 2022.

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Da Londra a…Londra. Pochi chilometri e qualche settimana di distanza per l’incontro, anche in questo caso esclusivo, con The 1975. Rossano Lo Mele è andato direttamente a casa del leader della band, Matty Healy, trascorrendo con lui un sabato intero, parlando di storia della musica pop, emo, Manchester e dintorni. Il pretesto è offerto dal nuovo album del quartetto, Being Funny In A Foreign Language: in uscita per la Dirty Hit a due anni di distanza dal lockdown di da quel maggio del 2020 in cui i 1975 raggiunsero la copertina di “Rumore”. Dal nuovo disco “americano” della band e dalla lunga intervista affiora ancora una volta l’originalità, l’unicità e la ricchezza di linguaggi espressivi assemblati assieme da quattro.

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Una delle scene musicali più fertili in questo momento in giro per il mondo è quella del cosiddetto nuovo jazz americano. Figlio di ispiratori come Ornette Coleman e Archie Shepp. Al cui interno figura uno sperimentatore come Makaya McCraven, che seguiamo da vicino da anni (nostro disco del mese a settembre 2022). Il ragionamento include anche la povera jaimie branch: che però è morta appena poche settimane prima che potessimo sentirla direttamente. Il servizio realizzato si è così tramutato prima di tutto in un caldo ricordo di jaimie, firmato da Andrea Pomini, che ne ha delineato il peso specifico all’interno della musica più avventurosa di oggi. Figura carismatica quanto fragile e versatile, branch ha segnato questi ultimi anni, lasciandoci il rimpianto della sua scomparsa prima di tutto, e in seconda battuta quello di non esserci confrontati per tempo con la sua voce. Su Makaya – intervistato da Mauro Fenoglio – c’è poi ancora tutto da aggiungere: una delle menti musicali più fini e sperimentatrici di questi anni, autore di un disco che difficilmente non troverà spazio tra il best of di questo 2022.

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Rimaniamo ancora negli Stati Uniti, ma facendo un tuffo nel passato, nuotando a ritroso di ben 45 anni. Ci buttiamo con gli occhi e le orecchie dentro L.A.M.F. acronimo di Like A Motherfucker, album chiave del punk americano pubblicato nel 1977 da Johnny Thunders & The Heartbreakrs. Andrea Valentini si imbatte per noi nel classico in questione attraverso un’inchiesta fatta di interviste, documenti, ricostruzioni, per riportare alla luce uno degli album che ha segnato quell’epoca e non solo. Diventando così anche il servizio principale della pagine di Retropolis di questo mese. 

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Aggiungiamo poi interviste a progetti proiettati verso il futuro ma già presenti come gli apolidi bolognesi Leatherette. C’è poi tanta Londra fra i nomi più promettenti in circolazione: tipo Naima Bock, Greentea Peng, Coby Sey e Devil’s Witches. Senza dimenticare le sperimentazioni made in Italy di Bebawinigi. Raccogliamo le dieci canzoni preferite dei Turin Brakes, delicata band britannica emersa una ventina di anni fa, all’epoca del cosiddetto new acoustic movement. Fra i libri recensiti vanno segnalati i volumi di Steve Jones dei Sex Pistols e William T. Vollman, oltre ai racconti di etichette discografiche leggendarie come la SST e la Factory Records. Nella rubrica “Che fine hai fatto?” torniamo sulla storia di Roberto Vernetti, fra i pionieri della musica italiana degli anni 90 a cavallo tra indipendenti e mainstream.

Recensiamo infine come al solito moltissime novità discografiche, fra cui svettano i nostri dischi del mese. Più che mai caldi, stavolta. Da una parte il ritorno dei britannici Dry Cleaning, già autori del nostro disco dell’anno nel 2021. Dall’altra, dopo troppi anni di silenzio, il nuovo album spasmodicamente atteso dei Verdena. Oltre alle nuove uscite di Manuel Agnelli, Death Cab For Cutie, Alvvays, Nick Cave, The Mars Volta, The Kooks, Danger Mouse & Black Thought, Little Pieces Of Marmelade, Brian Eno, Nada, Confusional Quartet, Alter Bridge, Dead Cross, Kasabian, Lacuna Coil, Emma Nolde, Off!, Marc Almond, Junior Boys, Sorry, The Damned, Tons, Beth Orton, Editors. Fra le ristampe si segnalano invece le uscite di David Bowie, Blondie, Deicide, Murcof, The Kinks, Venom, Rory Gallagher e tanti altri.  

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“Rumore” 369, ottobre 2022, è in edicola: al prezzo di 7.00 euro. Disponibile anche la versione app da scaricare, per tutte le piattaforme. Buona lettura!

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SOMMARIO 

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Redazione Rumore
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Rumore è da oltre 30 anni il mensile di riferimento per la cultura alternativa italiana. Musica (rock, alternative, metal, indie, elettronica, avanguardia, hip hop), soprattutto, ma anche libri, cinema, fumetti, tecnologia e arte. Per chi non si accontenta del “rumore” di sottofondo della quotidianità offerto dagli altri magazine.

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