L’Intelligenza Artificiale scrive una canzone in stile Nick Cave ma secondo il vero Nick Cave fa schifo

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Un fan ha mandato a Nick Cave il testo di una canzone scritta da ChatGPT, ma a lui non è piaciuta

RUMORE COVER FB NATALE 2023

A quanto pare uno dei passatempi preferiti dagli utenti di ChatGPT è far scrivere all’algoritmo canzoni nello stile dei propri artisti preferiti, almeno a quanto scrive Nick Caveprotagonista della storia di copertina del numero di Rumore di gennaio (lo trovate in edicola o nello store) – su Red Hand Files: “Caro Mark”, dice in risposta a un fan che gli manda un testo in stile Nick Cave prodotto appunto dal bot, “da quando è stato lanciato nel novembre dello scorso anno molte persone mi hanno inviato canzoni ‘nello stile di Nick Cave’ create da ChatGPT. Ce ne sono state dozzine. Basti dire che non provo lo stesso entusiasmo per questa tecnologia. Capisco che ChatGPT è nella sua infanzia, ma forse questo è l’orrore emergente di AI – che sarà per sempre nella sua infanzia, e si spingerà sempre più in là, e la direzione è sempre in avanti, sempre più veloce. Non si può mai tornare indietro, o rallentare, mentre ci porta verso un futuro utopico, forse, o verso la nostra distruzione totale. Chi può dire quale? A giudicare da questa canzone ‘nello stile di Nick Cave’ però, non sembra buona, Mark. L’apocalisse è vicina. Questa canzone fa schifo.

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RUMORE 372 COVER nick cave

Continua Nick Cave: “Ciò che ChatGPT è, in questo caso, è la replica come farsa. ChatGPT può essere in grado di scrivere un discorso o un saggio o un sermone o un necrologio, ma non può creare una canzone autentica. Potrebbe forse nel tempo creare una canzone che è, in superficie, indistinguibile da un originale, ma sarà sempre una replica, una sorta di burlesque. Le canzoni nascono dalla sofferenza, e voglio dire che sono basate sulla complessa lotta interiore umana della creazione e, be’, per quanto ne so, gli algoritmi non hanno sentimenti. I dati non soffrono. ChatGPT non ha un essere interiore, non è stato da nessuna parte, non ha sopportato nulla, non ha avuto l’audacia di andare oltre i suoi limiti, e quindi non ha la capacità di un’esperienza trascendente condivisa, in quanto non ha limiti da cui trascendere. Il ruolo malinconico di ChatGPT è che è destinato a imitare e non può mai avere un’esperienza umana autentica, non importa quanto svalutata e insignificante l’esperienza umana possa diventare nel tempo. Ciò che rende grande una grande canzone non è la sua stretta somiglianza con un lavoro riconoscibile. Scrivere una buona canzone non è imitazione, o replica, o pastiche, è il contrario. È un atto di auto-omicidio che distrugge tutto ciò che si è cercato di produrre in passato. Sono quelle partenze pericolose, che fermano il cuore e catapultano l’artista oltre i limiti di ciò che lui o lei riconosce come il suo sé conosciuto. Questo fa parte dell’autentica lotta creativa che precede l’invenzione di un testo unico di reale valore; è il confronto senza fiato con la propria vulnerabilità, la propria pericolosità, la propria piccolezza, contrapposto a un senso di scoperta improvvisa e scioccante; è l’atto artistico redentore che muove il cuore dell’ascoltatore, dove l’ascoltatore riconosce nel funzionamento interno della canzone il proprio sangue, la propria lotta, la propria sofferenza. Questo è ciò che noi umili esseri umani possiamo offrire, che l’IA può solo imitare, il viaggio trascendente dell’artista sempre alle prese con i propri difetti. È qui che risiede il genio umano, profondamente radicato dentro, ma che va oltre, quelle limitazioni. Può sembrare che io stia prendendo tutto questo un po’ troppo sul personale, ma io sono un autore che è impegnato, in questo momento, nel processo di songwriting. È un affare di sangue e budella, qui alla mia scrivania, che richiede qualcosa da parte mia per avviare l’idea nuova e fresca. Richiede la mia umanità. Che cosa sia questa nuova idea non lo so, ma è là fuori da qualche parte, a cercarmi. Col tempo ci troveremo. Mark, grazie per la canzone, ma con tutto l’amore e il rispetto del mondo, questa canzone è una schifezza, una grottesca imitazione di quello che significa essere umani e be’, non mi piace molto – anche se, un attimo! rileggendola c’è un verso che mi dice qualcosa – ‘I’ve got the fire of hell in my eyes’ – dice la canzone ‘nello stile di Nick Cave’, e in un certo senso è vero. Ho il fuoco dell’inferno negli occhi – ed è ChatGPT”.

Questo è il testo della “canzone:
Verse 1:
In the depths of the night, I hear a call
A voice that echoes, through the hall
It’s a siren’s song, that pulls me in
Takes me to a place, where I can’t begin

Chorus:
I am the sinner, I am the saint
I am the darkness, I am the light
I am the hunter, I am the prey
I am the devil, I am the savior

Verse 2:
I walk the streets, with my head held high
I’ve got my demons, but I’ll make them fly
I’ll dance with the devil, and I’ll play his game
I’ll be the one, to call his name

Chorus:
I am the sinner, I am the saint
I am the darkness, I am the light
I am the hunter, I am the prey
I am the devil, I am the savior

Bridge:
I’ve got the blood of angels, on my hands
I’ve got the fire of hell, in my eyes
I’m the king of the abyss, I’m the ruler of the dark
I’m the one that they fear, in the shadows they hark

Chorus:
I am the sinner, I am the saint
I am the darkness, I am the light
I am the hunter, I am the prey
I am the devil, I am the savior

Outro:
So come with me, to the edge of the night
Where the darkness and the light collide
We’ll walk the line, between the good and the bad
And we’ll see, who comes out on top in the end.

Redazione Rumore
Redazione Rumorehttps://rumoremag.com
Rumore è da oltre 30 anni il mensile di riferimento per la cultura alternativa italiana. Musica (rock, alternative, metal, indie, elettronica, avanguardia, hip hop), soprattutto, ma anche libri, cinema, fumetti, tecnologia e arte. Per chi non si accontenta del “rumore” di sottofondo della quotidianità offerto dagli altri magazine.

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