Nick Cave su Red Hand Files ha condiviso il suo ricordo di Mark Lanegan, con cui aveva condiviso il palco in un tour dei Bad Seeds
Non si fermano gli omaggi a Mark Lanegan, scomparso improvvisamente lo scorso 22 febbraio: dopo tutti i post che abbiamo raccolto qui, e le parole di Eddie Vedder dal palco, arriva anche il ricordo di Nick Cave, che risponde sul suo sito a un fan che gli chiede: “Hai qualche ricordo di Mark Lanegan che vorresti condividere? Sembrava essere uno dei musicisti più apprezzati e rispettati dai suoi colleghi. Un raro talento lirico con una voce come nessun altro”.
“Caro Anton e tutti quelli che mi hanno chiesto di Mark”, scrive Cave,
ho incontrato Mark molte volte nel corso degli anni: negli anni 90 ci siamo impegnati in alcune scappatelle estremamente dubbie; ha cantato White Light/White Heat e Fire and Brimstone con Warren e me nella colonna sonora di Lawless; ha registrato la mia cover preferita di Nick Cave in assoluto: una versione sorprendente di Brompton Oratory; abbiamo fatto qualcosa insieme per il disco di Jeffrey Lee Pierce, credo; ed è stato in tour con noi nel tour australiano del 2013 dei Bad Seeds. Andate online e guardate Mark cantare la parte del “padre” di Blixa con me in The Weeping Song in quel tour. Come frontman, mi muovo molto sul palco, non posso farci niente, è una cosa nervosa abituale, una sorta di compensazione nevrotica per una voce con cui non mi sono mai sentito così a mio agio. Ma guardate Mark, guardate come sale sul palco, si piazza davanti all’asta del microfono, un pugno tatuato a metà dell’asta, l’altro appoggiato sopra il microfono, immobile, massiccio, maschile. Quando arriva il momento di cantare, semplicemente apre la bocca e rilascia un blues, un blues vissuto profondamente e completamente guadagnato, e quella voce ti lacera, la sua forza sul palco assolutamente umiliante. Una grandezza, Mark, una grandezza – un vero cantante, un autore superbo e un’anima bellissima, amato da tutti.