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Mark Kozelek è stato accusato di molestie da altre sette donne

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Dopo le accuse della scorsa estate, altre sette donne hanno raccontato di essere state molestate da Mark Kozelek

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Dopo le accuse a Mark Kozelek venute fuori la scorsa estate, una nuova inchiesta di Pitchfork ha portato alla luce nuove testimonianze, da parte di sette donne che hanno raccontato esperienze molto simili a quelle delle tre fan che avevano denunciato le molestie l’anno scorso. Anche in questo caso si parla di avvenimenti accaduti dagli anni 90 a oggi, spesso dopo i concerti di Red House Painters o Sun Kil Moon.

Un’accusa ricorrente è quella che vede Kozelek invitare la ragazza nella sua camera d’albergo con la promessa che non ci sarebbero stati approcci, promessa disattesa una volta ritrovatisi soli. Nel primo racconto, ad esempio, una donna di nome Ella – 20 anni contro i 50 di Kozelek ai tempi – dice di essere stata invitata a cena e poi in camera con la promessa che avrebbero solo parlato in amicizia del suo lavoro di artista. Ma una volta in camera, racconta, il cantante si è fatto una doccia e “è uscito con un asciugamano addosso e mi ha chiesto se avrei fatto sesso con lui. E l’ha fatto suonare teorico ma non lo era”. Al rifiuto della ragazza, le avrebbe chiesto di rimanere a dormire esprimendo preoccupazione per il pericolo per una donna di tornare da sola di notte. “Avevo paura, mi sentivo in trappola”, continua raccontando di come Kozelek abbia iniziato a toccarla mentre lei lo rifiutava: “Siccome avevo capito che l’avrebbe fatto comunque, alla fine ho detto ‘almeno userai il preservativo?’. Lui ha chiamato il servizio in camera e gliene hanno portato uno. Penso che se lo sia messo. E poi mi ha violentata. Io ho detto ‘ti prego, non farlo’. E lui l’ha fatto”. Dopo il rapporto, le parole di Kozelek sarebbero state: “è stato grande. Mi è piaciuto quando mi spingevi via”.

Molto simile la storia di Laura, anche lei invitata dopo essere stata fatta salire sul palco durante un concerto. Convinta di passare la serata nel bar dell’hotel insieme a Kozelek e agli altri musicisti, si è invece trovata da sola nella sua stanza, vittima di pesanti avances. Cambia il luogo ma non la dinamica dei fatti nel caso di Anjuli: dopo averla accompagnata a casa, Kozelek chiede di usare il bagno e ne esce seminudo chiedendole fra le altre cose se può masturbarsi davanti a lei. “È stato il periodo di tempo più straziante”, racconta, “tra quando ho chiamato il taxi e quando è finalmente arrivato, perché c’era lui che cercava di costringermi a toccarlo senza sosta. Era tipo, mi ha pagato la cena e mi sta facendo un favore perché sono una grande fan”.

Anche Rasa racconta di un Kozelek che si masturba davanti a lei senza permesso, mentre Connie C., una cantante di San Francisco per la quale i Red House Painters avevano aperto i concerti all’inizio degli anni 90, aveva avuto una breve relazione con Kozelek, alla fine della quale i due erano rimasti amici, tanto che lui l’aveva invitata a esibirsi insieme in una serie di performance radiofoniche. Arrivati a Londra per la prima data del tour, però, Laura aveva scoperto di non avere una sua camera in hotel come le era stato promesso, e di fronte alla sua richiesta di una singola Kozelek si sarebbe arrabbiato, scena ripetuta anche in altre città, con lui che finiva a masturbarsi mentre lei provava a dormire: “potevo sentirlo ogni notte. Dovevo mettermi il cuscino sulla testa. L’ha fatto diverse volte: l’ha fatto a Parigi; l’ha fatto ad Amburgo. Più succedeva, più provavo disgusto. E volevo tornare a casa, ma non avevo abbastanza soldi”.

Kozelek si è difeso dalle accuse con questa dichiarazione : “A quanto pare è in atto un tentativo da parte di coloro che hanno un piano per rinnovare a far tornare in circolo le stesse false accuse e allusioni che erano oggetto della mia precedente dichiarazione di agosto 2020. Continuo a negare categoricamente di essere coinvolto negli incidenti inappropriati falsamente descritti dai media. Intendo difendermi vigorosamente da queste accuse false e perseguire e proteggere i miei diritti nel caso in cui vengano diffuse o pubblicate dichiarazioni false e diffamatorie”.

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