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Matt Johnson (The The) sta meglio e racconta la sua operazione alla gola

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Dall’ospedale dove è ancora ricoverato, Matt Johnson ha voluto rassicurare i fan sulle sue condizioni di salute. Il cantante e unico membro fisso dei The The racconta senza rinunciare a una dose di humour, di essere stato operato alla gola per un’infezione: “cari tutti”, scrive in un post, “che anno il 2020. Virus! Lockdown! Rivolte! – e per me personalmente un incontro ravvicinato con il triste mietitore. Hanno circolato recentemente molte voci sul mio stato di salute, perciò ho deciso di chiarire la situazione”.

Prima di tutto, vorrei ringraziare tutti – dalla famiglia e gli amici agli amichevoli sconosciuti – che mi hanno mandato tanti affettuosi messaggi di sostegno. Mi hanno davvero sollevato lo spirito.

“Vorrei anche cogliere questa opportunità per ringraziare pubblicamente i bravi e dediti chirurghi, medici, infermieri e staff del London Royal Hospital per avermi salvato la vita. Dopo diverse settimane sto facendo progressi e recuperando energia e vigore”.

Ora, sono una persona naturalmente attiva, senza problemi pregressi di salute e con più o meno lo stesso peso, attività fisica e livello di energia di quando avevo 20 e 30 anni, perciò nessuno è stato più sorpreso di me nel trovarmi intrappolato in ospedale al picco dell’epidemia di Covid-19.

Continua Matt: “È stato come un surreale ballo in maschera, non poter vedere le facce delle persone e in più nessun familiare o amico a farmi visita. Quello che è successo è che un’infezione alla gola ha preso una piega inaspettata e strana, e avrebbe potuto facilmente – se non fossi stato nel posto giusto al momento giusto – concludersi con me che me ne andavo qualche giorno dopo lo sfortunato Florian Schneider. Ma nonostante il mio collo che raddoppiava di volume e si sentiva come se un calamaro vampiro ci avesse preso casa – espandendosi e avvolgendo i suoi tentacoli nella mia gola e nel mio petto – supplicavo i dottori di non tagliarmi in una zona così delicata – “sono un cantante!” ansimavo. “è il mio lavoro! Datemi solo degli antibiotici!”. Il chirurgo capo e la sua squadra si sono radunati intorno al mio letto e mi hanno spiegato gravemente che non era una questione di voce ma di vita o di morte. Ad ogni modo, quello che è seguito è stato uno degli episodi più strani che ho vissuto da molti anni e – come possono testimoniare i miei amici e familiari – ho un’alta capacità di stranezza”.

Diciamo solo che l’atmosfera generale che ho provato nella mia mente imbottita di morfina nei giorni dopo l’operazione era come una combinazione fra la stazione spaziale in Solaris di Tarkovsky, l’ospedale di The Kingdom di Lars Von Trier, il cupo presagio di The Elephant Man di David Lynch e forse qualcosa della paranoia generale di The Ordeal Of Gilbert Pinfold di Evelyn Waugh.

“Uno di questi giorni potrei scriverne più dettagliatamente. Ma grazie a dio – nonostante sembra che io abbia ricevuto una visita notturna da parte di un membro particolarmente vizioso della famiglia Corleone – l’operazione è stata un soccesso. I medici dicono che non potrò cantare per i prossimi sei mesi e anche quando potrò non sono sicuro se suonerò come Howlin’ Wolf o Tiny Tim! Spero di suonare ancora come me stesso”.