Rumore 329 | Giugno 2019 – Bad Religion, attitudine punk e pensiero critico

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Il numero di “Rumore” in edicola a giugno 2019 è guidato da un doppio binario: estetico e anagrafico. In questi mesi – senza che i nomi in questione avessero mai interrotto la loro attività – si sono rifatti sotto prepotentemente alcuni profili chiave della scena punk. Gente attiva da decenni, chi da quasi 40, chi da 30 anni. Militanti di un genere che da sempre rivendica – soprattutto in quella fetta della scena più politicamente avvertita e sensibile ai temi della contemporaneità – un certo impegno. Come nel caso dei Bad Religion di Greg Graffin, freschi di nuovo album e non a caso titolari dell’immagine di copertina, per la prima volta nella loro e nella nostra lunga storia. Con loro, coprotagonisti di un servizio monografico, anche i Descendents dell’occhialuto Milo Auckerman, altro nome di culto della storia del punk americano e non. E, appena una fila indietro – ma per pure ragioni di età e di scelte musicali diciamo più avventurose – c’è J Robbins, già mente di quella formidabile formazione di Washington D.C. chiamata Jawbox. Tanti anni sono passati dai loro esordi e ci è sembrato doveroso fare il punto sulle menti più rigogliose di quella generazione. Nella migliore tradizione americana: artisti concreti, ma devoti al sogno. Un sogno che hanno saputo far evolvere attraverso anni di lavoro, etica e decine di dischi. Musicisti che sono ancora qui, oggi, più lucidi che mai: per parlare di storia, attualità, musica e tutto quello che ci gita intorno. Artisti che non hanno mai tradito le aspettative di chi da sempre li segue, e per queste ragioni si ritrovano ancora oggi a essere degli autentici fari per la scena (punk) rock mondiale.

Abbiamo usato sino a qui il termine punk. Proviamo a estremizzarlo andando a stanare una delle sue componenti ideali originarie: ossia l’anarchia. Dagli Stati Uniti ci spostiamo in Inghilterra e ci ritroviamo di fronte  ai campioni insindacabili del genere. Un caso (un caos?) unico nella storia della musica. I Crass. La ristampa dell’opera omnia della band britannica ha fornito ad Andrea Valentini l’occasione di intervistare per noi Eve Libertine: una missione tutt’altro che tranquillizzante visto il personaggio. 

Di tutt’altro genere lo speciale firmato da Andrea Pomini e Claudio Sorge. Un lunghissimo dossier su quella che abbiamo chiamato la “fratellanza transatlantica”. Ossia, innumerevoli nuove sfumature nel rapporto tra jazz e rock, partendo dalla Londra meticcia dei formidabili The Comet Is Coming (nostro disco del mese a maggio 2019), per raggiungere la Chicago di International Anthem. In mezzo ci stanno nomi e dischi di gente come Ezra Collective e Theon Cross. Sperimentazione a cavallo tra passato e futuro, fiati e corde.

Dedichiamo poi un corposo speciale ai festival musicali che si alterneranno lungo l’estate 2019 in Italia. Come sempre, per stabilire il criterio di selezione, ci siamo fatti guidare dai programmi: dando cioè precedenza a quei festival – piccoli o grandi che siano, senza nessun criterio geografico particolare – più coraggiosi, quelli che cioè alternano nomi nazionali e nomi internazionali.

Fra gli approfondimenti ci sono quelli a progetti emergenti come i bolognesi Tenebra, i surreali angloitaliani Kinlaw & Franco Franco, il cantautore tedesco Jungstötter. E ancora: i romani Metro Crowd, i milanesi 72-Hour Post Fight e due progetti indie di belle speranze come W.H. Lung e Orville Peck.  

Siamo andati a vedere dal vivo il concerto degli Zu per il decennale del loro album di culto Carboniferous, presso lo Spazio 211 di Torino. Tra i libri che questo mese ci sono piaciuti di più segnaliamo quelli di Robert Forster dei Go-Betweens e la raccolta di tutti i racconti del leggendario, indimenticato Kurt Vonnegut.  

Senza scordare la ricchissima sezione recensioni; il disco del mese è quello dei newyorkesi Vampire Weekend, di ritorno dopo ben sei anni di silenzio. Analizziamo inoltre le nuove uscite di Flying Lotus, Jambinai, Mario Venuti, Cristina Donà con Ginevra Di Marco, Plaid, Peter Perrett, Stefano Pilia, Izi, Liberato, Hot Chip, Africa Unite assieme agli Architorti, The Raconteurs, Two Door Cinema Club, Lizzo, Massimo Pericolo, The Divine Comedy, Edwyn Collins, The Shrine, Calexico con Iron & Wine, Costa Brava, Kate Tempest, Charles Hayward, Nebula, Jade Bird e tantissimi altri. Tra le ristampe si segnalano quelle di The Buzzcocks, Stereolab, The Screaming Trees e Fleetwood Mac.

“Rumore” 329, maggio 2019, è in edicola: al prezzo di 6 euro. Disponibile anche la versione digitale da scaricare. Buona lettura!

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