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Lost in YouTube: guarda i Talk Talk di Mark Hollis in tv da Mike Bongiorno, a Deejay Television e a Sanremo

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(Screen grab: Mark Hollis dei Talk Talk durante Superflash del 1984)

Musica, TV e YouTube– Lost in YouTube: l’abitudine di guardare un video su YouTube e poi perdersi in un vortice temporale tra i video consigliati. Ripeschiamo perle perdute nel web.

di Nicholas David Altea

“I Talk Talk, amici ascoltatori” (Mike Bongiorno)

Per chi c’era e per chi non c’era, il 4 aprile del 1984 sono apparsi sulla tv italiana, a Canale 5, i Talk Talk di Mark Hollis (scomparso ieri per motivi non ancora chiariti). L’occasione è stata a Superflash, programma a premi di Mike Bongiorno, in onda ogni giovedì sera. Lo show quiz all’epoca segnò il definitivo passaggio di Mike Bongiorno alle reti Fininvest (che oggi chiamiamo Mediaset) di Silvio Berlusconi. L’italo americano condurrà per tre edizioni (dal 1983 al 1985) quello che in definitiva era un versione riveduta e corretta di Flash, quiz di attualità condotto in casa RAI, prima di abbandonarla per i nuovi lidi della tv privata. Autori del programma, oltre allo stesso Mike, ci sono i mitici Ludovico Peregrini e Tullio Ortolani (primo signor “No” della trasmissione).

Il sempre puntuale Mike, dopo aver salutato l’esecuzione di Claudio Simonetti dei Goblin, introduce una nuova band inglese. O come dice lui: “un complesso che sta andando per la maggiore che ha spopolato in Inghilterra in questi due anni, e quindi noi siamo tra i primi a presentarveli”. Mike si riferisce soprattutto ai giovani poiché i Talk Talk sono una delle band del momento. Forse ci dev’essere stato qualche problema, ma lo stesso presentatore non è sicuro del brano che andranno a presentare, dovrebbe, come dice lui, essere It’s My Life. Poi parte con la spiegazione del significato del nome Talk Talk (Parlare, Parlare) e lascia il palco a Hollis e soci.

“I Talk Talk, amici ascoltatori. È nato un nuovo gruppo che ha fatto il suo debutto nella televisione italiana”, annuncia felice e fiero dopo l’esecuzione del brano, estratto dal secondo omonimo album della band inglese It’s My Life, e uscito qualche mese prima (1° febbraio 1984).

Con questi ragazzi sta nascendo un nuovo tipo di musica, quella musica aggressiva che piace ai giovani che ha qualcosa di romantico, c’è un miscuglio, qualcosa di nuovo che non avevamo mai sentito

Mark Hollis annuisce ma capisce poco. Di lì a breve inizierà uno straordinario siparietto tra Mike B., Mark Hollis che si nasconde dietro degli occhiali a specchio e gli altri membri, presentando la band e i relativi hobby. Lee Harris, il batterista, è amante della pesca mentre il bassista Paul Webb collezione francobolli. Vengono presentati due nuovi membri per i live, John Hook alla chitarra acustica e Ian Curnow alle tastiere.

Non manca la classica domanda che Mike si teneva in canna già prima della presentazione della band. La fatidica richiesta del significato del nome Talk Talk, e Mark Hollis spiega che hanno scelto quello perché sono persone che parlano molto. Infine Mike chiude con un parere sul futuro della musica:

Secondo me, quello che hanno portato di nuovo questi ragazzi è che si ritorna verso la musica melodica e non musica d’urto come abbiamo sentito fino ad adesso

Talk Talk a Deejay Television con Kay Rush

Sul canale YouTube della storica conduttrice tv americana Kay Rush, possiamo trovare della perle come questa. L’intervista ai Talk Talk su Deejay Television, programma di culto per i nati degli anni ’80-’90 con Kay Rush appena arrivata in Italia che si ritrova a intervistare la band inglese. Insieme a lei in quell’edizione (1983-1985) a condurre c’erano Claudio Cecchetto, Sandy Marton e Gerry Scotti. Ma il programma durò fino al 1990 con lo spostamento alla rete più giovane, Italia 1.

L’occasione dell’intervista è abbastanza ghiotta, oltre a trasmettere per la prima volta del video di My Foolish Friend (brano estratto dall’album Talk Talk del 1983), non può mancare la classica domanda sul loro nome; ma c’è anche modo di approfondire i motivi del loro crescente successo più oltreconfine che nella loro madrepatria o alla catalogazione con band come Duran Duran, che ai Talk Talk non piaceva affatto. Infine la domanda sul voler diventare della pop star ottiene la risposta migliore che ci si possa auspicare:

Noi non vogliamo diventare pop star, vogliamo fare bei dischi ed è sempre stato così

I Talk Talk a Sanremo nel 1985 e nel 1986

La band inglese è stata ospite del festival ligure ben due volte, sia nel 1985 che nel 1986. Durante il Festival di Sanremo del 1986 sul palco tra gli ospiti saliranno anche i Talk Talk per presentare la loro Life’s What You Make It. Annata clamorosa se andiamo a riguardare gli stranieri sul palco: Prefab Sprout, Depeche Mode, Sting, Spandau Ballet, King, Fine Young Cannibals e molti altri. I Talk Talk non sono più quelli di It’s My Life, ma sono in continua evoluzione, freschi di un disco (The Colours of Spring) che evolverà successivamente in Spirit Of Eden fino a consacrarli a quello che sono oggi.

I Talk Talk ospiti di Mino Damato

Nello stesso video possiamo vedere anche l’esibizione della band al programma condotto dal giornalista Mino Damato, dal minuto 4:20 con il brano Living in Another World, brano estratto dall’album The Colour of Spring uscito nel 1986. Ci sono anche alcune battute e domande del conduttore con Mark Hollis in merito all’origine del brano e del significato del relativo album.

https://youtu.be/2Bla-2pA-4o

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