Venerdì 6 aprile
Motta – Vivere o morire (Sugar)
Quando finiscono i vent’anni è il momento di fare sul serio. Se poi dopo “La fine dei vent’anni” arriva il momento del secondo album, e le aspettative sono alte, può sembrare davvero una questione di vita o di morte. Ma per ora Motta sembra ben avviato aulla strada di una (quasi) felice maturità artistica.
Eels – The Deconstruction (E Works)
Con le quindici canzoni del suo quindicesimo album, Mark Oliver Everett cerca la bellezza dentro la follia del mondo moderno. “A volte”, dice, “non devi neanche cercarla. Altre invece devi provare a renderla tua. E poi ci sono delle volte in cui devi strappare qualcosa a metà per trovare la bellezza all’interno”.
Goat Girl – Goat Girl (Rough Trade)
Il post-punk ai tempi del post-brexit ha il suono di una “girl band” che arriva da South London e mischia l’hype con la ruvidezza indie, la rabbia con una formazione musicale che passa per Kinks, Slits, krautrock, bossa nova, jazz, blues, quasi a dimostrare che non basta un referendum per chiudere le frontiere e tantomeno le menti.
Unknown Mortal Orchestra – Sex & Food (Jagjaguwar)
Registrato in giro per il mondo, il nuovo disco degli UMO è, ci dice Ruban Nielson, “molto oscuro e serio”. Ma “ Volevo provare a spiegare che, nonostante tutto, la mia personalità sia molto semplice e giocosamente stupida. Il cibo e il sesso sono semplicemente due cose di cui abbiamo bisogno e meritiamo ampiamente”.
Hinds – I Don’t Run (Mom + Pop)
“Abbiamo adorato fare quest’album”, dice la chitarrista e cantante delle Hinds Ana Perrote, “sapevamo cosa volevamo e l’abbiamo ottenuto. Questo è un nuovo inizio per noi e siamo pronte”. Ma non significa che è tutto rose e fiori: “Nell’album i tormenti sono evidenti. Vogliamo essere coraggiose”.
Venerdì 13 aprile
Mouse on Mars – Dimensional People (Thrill Jockey)
Inizialmente intitolato New Konstruktivist Socialism, il nuovo lavoro dei Mouse on Mars “offre il suono come un mezzo per incoraggiare società open-minded, con l’aiuto di tecnologie all’avanguardia”. E di guest come Justin Vernon, Zach Condon (Beirut), Spank Rock, Aaron e Bryce Dessner (The National), Lisa Hannigan e tanti altri.
A place to bury strangers – Pinned (Dead Oceans)
Quinto album e nessuna intenzione di riposare sugli allori per gli APTBS: “Quando sei in una band da dieci anni, è difficile continuare a tenere le cose in movimento. Vediamo tanti gruppi che sono diventati una versione più fiacca di quello che erano. Questa band è contraria a questo. Cerchiamo di spingerci sempre oltre, vogliamo sempre migliorare”.
Confidence Man – Confident Music For Confident People (Heavenly)
L’esordio della band australiana “trasforma undici racconti di tedio del ventunesimo secolo in irresistibile, irrefrenabile dance music. È la miglior raccolta di perfetto pop che sentirete quest’anno, selvaggiamente ambiziosa e apparentemente semplice”.
Gucci Mane, Migos, Lil Yachty – Glacier Boyz
La joint venture definitiva, o quasi, per chi non è stanco della trap. Una collaborazione annunciata da tempo con un dico/non dico ad alto tasso di hype che riunisce tre fra i nomi più altisonanti della scena attuale, e che avevano già dato prova di essere compatibili con il singolo Solitaire, uscito circa un mese fa.
King Tuff – The Other (Sub Pop)
Kyle Thomas aka King Tuff ha “seguito la possibilità. Per me, questo è il songwriting: inseguire qualcosa. The Other è in pratica il posto da cui vengono le canzoni, è la parola nascosta, è la mano invisibile che ti guida ogni volta che fai qualcosa. È la cosa che dovevo riscoprire per tornare a fare musica in modo vero e buono”.
L.A. Salami – The City Of Bootmakers (Sunday Best)
Il secondo album del cantautore londinese arriva due anni dopo l’esordio con Dancing With Bad Grammar. Registrato a Berlino con Robbie Moore, intende “dipingere paesaggi sonori pertinenti l’uno con l’altro, alludendo al fatto che le persone al potere debbano essere in grado di relazionarsi con il benessere della popolazione, l’educazione e il futuro”.
Venerdì 20 aprile
A Perfect Circle – Eat The Elephant (BMG)
Spoiler, teorie, teaser, vaghe anticipazioni, e finalmente eccolo, quattordici anni dopo l’ultimo eMOTIVe, il nuovo album di Maynard James Keenan, che con molto understatement si è detto più emozionato per il compleanno di Carina Round lo stesso giorno che per l’uscita. Ma promette che sarà un grande album.
Alexis Taylor – Beautiful Thing (Domino)
Quarta prova solista per il leader degli Hot Chip, che racconta: “ho fatto quest’album con Tim Goldsworthy – la mia prima volta da solista con un produttore, sono molto felice del risultato – è come una partenza per me, e ci siamo davvero divertiti a farlo, con delle nuove tecnologie e anche strumenti che abbiamo creato apposta per questo disco”.
Exitmusic – The Recognitions (felte)
Aleksa Palladino e Devon Church non sono più una coppia fuori dalla musica: “Siamo praticamente cresciuti insieme”, racconta la Palladino, “ma è diventato chiaro che avevamo bisogno di stare da soli. È stato difficile, ma c’era tanta energia che mi faceva andare avanti, come la terra che si scontra con se stessa e forma le montagne”.
Melvins – Pinkus Abortion Technician (Ipecac)
Non ci sono molti gruppi con due bassisti, anzi ce ne sono proprio pochissimi. Ora i Melvins sono fra i pochissimi: nel nuovo album oltre a Steven McDonald c’è Jeff Pinkus dei Butthole Surfers. “Non abbiamo mai avuto due bassisti. Abbiamo avuto due batterie, due chitarre, quindi ha perfettamente senso fare un disco con due bassi”. Perché no.
Venerdì 27 aprile
Okkervil River – In The Rainbow Rain (ATO)
Secondo la band di Austin, questo è il loro album “più immediato e significativo. Al posto degli archi austeri e delle tessiture acustiche di Away, è pieno di colori luminosi, spruzzato di raggiante chitarra elettrica, smaglianti synth. È un disco ottimista e giocoso, ma anche aperto ed emotivamente vulnerabile.
Speedy Ortiz – Twerp Verse (Carpark)
Dice Sadie Dupuis che “devi usare un umorismo di autodifesa per dire la verità in questo mondo sempre più sconcertante. Io chiamo “twerp verse” quando un musicista è ospite in una traccia e dice qualcosa di totalmente eccentrico – come un verso di Lil Wayne – ma quella diventa la parte più importante. Questo disco è il nostro twerp verse”.
God Is An Astronaut – Epitaph (Napalm)
Dice la band che “i fan potrebbero aspettarsi una continuazione del disco del 2015 Helios-Erebus, ma un cambio di direzione era inevitabile perché sono successe delle tragedie che hanno coinvolto persone vicine al gruppo”, e che l’umore malinconico si rispecchia nella copertina realizzata dall’artista francese Fursy.
A Toys Orchestra – Lub Dub (Ala Bianca Group)
Lub Dub: “un suono sordo, secco, ritmico, tribale. Sono i suoni che emette il cuore umano durante l’azione di pompaggio del sangue. Una sorta di mantra cardiaco. Sono le parole di quando ci innamoriamo, di quando abbiamo paura, di quando siamo felici, di quando siamo tristi… Questo è il LUB DUB, ed è anche il nostro nuovo disco”.
Azealia Banks – Fantasea II: The Second Wave (Chaos & Glory)
Nell’annunciare il suo secondo album, Azealia Banks si è detta molto eccitata e non ha fatto niente per abbassare l’hype: “non credevo di poter battere Broke With Expensive Taste, ma questo nuovo disco è davvero molto più incredibile. FTSW sarà tutto quello di cui si parlerà la prossima estate”.