Live Report: Temples @ Botanique, Bruxelles, 31/03/14

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di Aurelio Pasini (foto via)

Non sono solamente i brani in sé dei Temples a rimandare a un’epoca andata: è tutto il loro immaginario a farlo, dal look alle canzoni diffuse nel locale prima e dopo il concerto (tra i nomi ascoltati: CSNY, Byrds, Sensations’ Fix, il primo Brian Eno solista, ma anche i krautrocker contemporanei Klaus Johann Grobe). Eppure non c’è niente di calligrafico nella loro musica, o meglio ancora nella loro proposta: d’accordo, sembrano guardare più indietro che avanti, ma in assoluto non può essere considerato un peccato, e non tanto perché praticamente lo fanno tutti, quanto perché a livello compositivo al momento il quartetto inglese non ha davvero niente da invidiare a nessuno, nemmeno a colleghi ben più affermati e attempati. Il motivo è semplice: immaginiamo i pezzi del loro debutto Sun Structures in versione chitarra acustica e voce, e non potremo che convenire che anche così renderebbero alla grande, a livello di struttura e di melodie.

Ecco, in questa data belga di quei pezzi ne hanno suonati nove, a cui si devono aggiungere due B side, e non c’è stato un minuto della loro ora di esibizione che non sia stato meno che incantevole. Ogni elemento dello show si incastra alla perfezione e si completa con gli altri, dalle luci in stile sixties agli arrangiamenti, che sì rimandano al medesimo decennio, ma non si fermano certo lì. Se infatti è vero che in molte occasioni il pensiero non può che andare ai fasti dello UFO Club, non mancano nella scaletta momenti più marcatamente glam (Keep In the Dark), kraut (la lunga coda strumentale di Mesmerise) o prog (Ankh), fino a una A Question Isn’t Answered che sul palco si trasforma in un efficace punto di incontro tra spiritualità e sature atmosfere proto-metal.

Non è dunque un mero esercizio di stile quello che mettono in scena – peraltro dimostrando un’ottima padronanza dei relativi strumenti – James Edward Bagshaw e soci, bensì una delle cose più eccitanti uscite negli ultimi anni da un Regno Unito psych come non lo era da tempo. Anche perché due singoli come Colours To Life e Shelter Song, che forse non a caso aprono e chiudono il loro set, sono davvero in pochi oggi come oggi a poterli vantare nella propria discografia. Arriveranno in Italia a luglio all’interno del cartellone di Un Altro Festival: se decidete di perderveli poi non venite a lamentarvi con noi.

Qui sotto, scan della scaletta e un video del live.

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Redazione Rumore
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