Heaven è il nuovo EP del duo californiano Soft People, che ha reinterpretato due brani di Talking Heads e David Lynch
Heaven è il nuovo EP del duo queer indie-pop californiano Soft People, in uscita il 26 febbraio su tutte le piattaforme digitali. Caleb Nichols e John Metz elaborano il dolore e l’assurdità reinterpretando il lavoro di due dei loro artisti preferiti: David Byrne e David Lynch, in quella che vuole essere un’esplorazione dell’interiorità: un’analisi di cosa significhi essere intrappolati in una cella con una finestra su un mondo popolato da altri intrappolati nelle proprie torri di cristallo. “Heaven/ is a place/ where nothing/ ever happens“: il testo di Byrne sembra stranamente adatto a questo momento, a questo trattenere il respiro del mondo mentre proseguiamo insieme attraverso questo tunnel oscuro, con solo una debole luce alla fine. È una canzone sulla ripetizione infinita, del comfot di sapere esattamente cosa succederà, perché è già successo. In un certo senso, quindi, è una canzone sull’universo o sul tempo, forse: se il tempo è una sorta di uroboro, come credono alcuni. Per la loro versione del brano di David Lynch, l’approccio scelto è diverso, inquietante e sinistro, fra loop di singole note di pianoforte e campane, in un omaggio ambient alla Eno al film di Lynch Eraserhead. A completare il lavoro, che qui sotto potete ascoltare in anteprima, ll’artwork concettuale del compagno di band e frequente collaboratore Noah Kwid (ex frontman dei Dirt Dress):