Rumore 344 | Settembre 2020 – Idles, il suono della nuova Inghilterra

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A colpi di tour su tour e dischi convincenti, negli ultimi anni i britannici Idles si sono guadagnati la palma di band rock contemporanea più rilevante dei giorni nostri. Se non a livello mondiale, sicuramente su base europea. Normale quindi che il nuovo album fosse particolarmente atteso da fan e semplici curiosi. Il disco che segnerà la definitiva affermazione della band che, fra parole pesanti, post punk e attitudine “consapevole” sta lasciando una traccia indelebile fra quanti hanno a cuore le sorti della musica rock. Gli Idles stanno facendo tutto ciò in modo personale, forti di un’identità già ben definita, anche se sviluppata nell’arco di pochi anni appena. Una lunga intervista di Nicholas David Altea con la band segna l’inizio e la copertina di “Rumore” 344, il consueto numero di ritorno post vacanze.

Da una band incendiaria a un’altra. Gli scandinavi Blues Pills sono l’esempio lampante di formazione danneggiata dalla pandemia. In rampa di lancio con un album nuovo – anche nel loro caso pronto a sancirne la definitiva affermazione – i Blues Pills hanno preferito spostare l’uscita del disco. Dapprima si parlava addirittura di inizio 2021, poi con un rapido passo indietro si è passati da giugno 2020 (data originaria) alla fine dell’estate. La band che mischia un’attitudine blues rock alla Led Zeppelin con le fiammate vocali di Aretha Franklin esce così allo scoperto, raccontando il disco e tutti i travagli del periodo al nostro Mario Ruggeri.

Tornando in Inghilterra per qualche pagina, incrociamo una serie di nuovi autori “irregolari”. Ci riferiamo allo schivo (ma il termine è meno che riduttivo) Keaton Henson, al nostro beniamino Daniel Blumberg e al promettente Ethan P. Flynn. Mauro Fenoglio ha così effettuato per noi una ricognizione nei “territori londinesi” (per citare l’omonimo libro del grande britannico Martin Amis) contemporanei, per dare forma e volto alla scrittura di questi songwriter a cavallo fra sperimentazione, elettronica, rock e suoni acustici. Veri e propri figli del post moderno, ma soprattutto di una cultura che ha fatto del meticciato artistico un centro di gravità. Di più: con facilità si tratta di album che troveremo in molte delle classifiche da best of di fine anno. 

Dal 2020 che stiamo vivendo facciamo un salto indietro nel tempo di 25 anni. Un quarto di secolo esatto. 1995. L’ultimo anno dorato per l’indie rock mondiale, quando il termine indie aveva ancora un senso, associato a una certa idea di gestire la discografia, il suono, l’attitudine e le chitarre, propria perlopiù del mondo americano. La leggendaria Matador Records ha deciso infatti di aprire una filiale “revisionista” del suo catalogo dedicata ai dischi di culto editi un tempo. Si parte con le ristampe di classici del catalogo di band come Guided By Voices e Yo La Tengo. Un’epoca d’oro che ha segnato la storia del rock alternativo, pur nel sembrare irrimediabilmente distante da noi, oggi. Diego Ballani ha però intrapreso un viaggio dentro quel periodo, facendosi raccontare dai protagonisti cosa significasse fare quelle cose, in quel periodo. Un 1995 che avrebbe segnato molta della musica a venire che più amiamo.

E ancora: approfondimenti e interviste a progetti nuovi come i milanesi psichedelici Addict Ameba. Non mancano le sperimentazioni nel suono di Lavorazioni Carni Rosse ed Etuk Ubong. Così come non è assente la forza della forma canzone nella proposta di Pottery e Nava. Senza dimenticare le chitarre di Bedsore e The Heck. Riavvolgiamo il nastro sulla storia e l’intera discografia dei Sir Lord Baltimore, fra i misconosciuti pionieri del suono heavy metal. Nella rubrica denominata “Radici” abbiamo sintetizzato gli ascolti preferiti del produttore italiano Alessandro Cortini, il cui respiro artistico ha però da tempo valicato i confini nazionali.

Recensiamo – complice lo slittamento autunnale di molti album per via della pandemia mondiale – moltissime nuove uscite discografiche; fra cui si segnala l’album di Daniele Mana, già noto come Vaghe Stelle, nostro disco del mese dal taglio scuro, elettronico, mentale. Oltre alle fresche uscite di Matmos, Marco Parente, Jim O’Rourke, Ottone Pesante, Benjamin Biolay, The Waterboys, June Of 44, Motorpsycho, Bob Dylan, Miro Sassolini, Lazy Eyes, Kamasi Washington, Uniform, Bebel Gilberto, The Streets, The Flaming Lips, Disclosure, David Grubbs, Suzanne Vega, Bob Mould, Jon Hassell, Future, Patti Smith, Jessie Ware, Bob Mould, Biffy Clyro, Bill Callahan, Jack Garratt, Haim etc. Fra le ristampe spiccano invece quelle di Prince, Fleetwood Mac, Richard & Linda Thompson, Germs, Raw Power, Neil Young, Giant Sand, Rush, The Rolling Stones. Oltre a film, serie, fumetti. Nella sezione letture ci concentriamo sui libri di firme storiche come Eddy Cilìa, Federico Guglielmi e sul rapporto tra William Burroughs e il rock’n’roll, fra gli altri.

“Rumore” 344, settembre 2020, è in edicola al prezzo di 7 euro. Disponibile anche la versione app da scaricare. Buona lettura!

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Redazione Rumore
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Rumore è da oltre 30 anni il mensile di riferimento per la cultura alternativa italiana. Musica (rock, alternative, metal, indie, elettronica, avanguardia, hip hop), soprattutto, ma anche libri, cinema, fumetti, tecnologia e arte. Per chi non si accontenta del “rumore” di sottofondo della quotidianità offerto dagli altri magazine.

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