Rumore Week: dalla morte di Alan Parker alle accuse di Arrow De Wilde ai Growlers

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Il nostro riassunto della settimana, sopra e sotto i palchi
dal 27 luglio al 2 agosto 2020

LA MORTE DI ALAN PARKER

È scomparso a 76 anni Alan Parker, regista celebre anche per il suo amore per la musica e il genere musical: fra i suoi film più significativi ricordiamo infatti Saranno Famosi, Pink Floyd The Wall, The Commitments ed Evita.

https://www.youtube.com/watch?v=OCeUTZQb1a0

LE ACCUSE DI ARROW DE WILDE AI GROWLERS

Fra le tante accuse che sono state mosse agli artisti della fu Burger Records, il nome dei Growlers è quello che ricorre più spesso. Alle voci delle vittime di molestie si è aggiunta in questi giorni quella di Arrow De Wilde, che ha raccontato su Instagram una storia molto sgradevole: “negli ultimi sei mesi”, scrive la leader degli Starcrawler, “ho lottato con una cosa successa quest’anno in tour che coinvolge i Growlers. Sono stata indecisa se condividere pubblicamente questa storia perché ci sto facendo i conti nella mia vita privata ed è una cosa difficile da dire. Il coraggio di chi è andato avanti mi ha dato speranza, ma dopo che tutte le accuse contro di loro sono state negate o liquidate come ‘vecchi comportamenti’ mi sento obbligata a condividere questa esperienza molto recente. A gennaio abbiamo fatto 2 settimane di tour in Australia con i Growlers. Era la nostra prima volta in Australia ed eravamo molto eccitati di essere lì con una band più grande e con più esperienza. Provavamo un senso di comfort sapendo di essere sotto la loro ala protettrice. Nell’ultimo tour aprivamo per una band più grande, c’era un incredibile senso di solidarietà, alla fine ci sentivamo come una grande famiglia. L’inizio del tour con i Growlers è stato divertente, sembrava che stesse prendendo forma un altro grande tour, fino a che le cose sono diventate strane durante una delle ultime date a Melbourne. Durante l’ultima canzone del nostro set, la band continua a suonare mentre io lascio il palco. Sono entrata in camerino e immediatamente accompagnata su un divano. Mi sono seduta, sono riuscita a malapena a riprendere fiato (inzuppata di sudore e sangue finto), quando all’improvviso un tizio in divisa da paramedico è entrato nella stanza. È una cosa che succede spesso perciò non ci ho dato peso (in molti posti pensano che il sangue sul palco sia vero e mi mandano un medico nel backstage). Appena entrato, si è strappato di dosso l’uniforme ed è partita la musica. Ho capito che era uno spogliarellista e mi sono messa a ridere perché mi sembrava piuttosto divertente all’inizio. I miei compagni di band hanno cercato di entrare nel backstage ma le porte erano state chiuse a chiave (come ho scoperto dopo). Lo spogliarellista, muscoli giganti e tutto, mi ha afferrato e fatto sedere su una sedia e ha iniziato a fare la lap dance intorno a me. Il divertimento è finito in fretta perché non smetteva. Giuro che è andata avanti per quasi dieci minuti. Ogni volta che provavo ad alzarmi mi spingeva giù. Ha iniziato a diventare sempre più degradante man mano che i vari strati di vestiti andavano giù, e i Growlers continuavano a ridere e riprendere tutto. Presto è rimasto in slip e sapevo come sarebbe finita. Ho chiuso gli occhi e mi sono coperta la faccia con le mani mentre sentivo il suo uccello e le sue palle che strusciavano e premevano contro il mio torace e la mia faccia mentre continuava a tenermi giù. Ho iniziato a sentirmi davvero in preda al panico. Il cuore mi batteva fortissimo. Non avevo mai visto uno striptease come quello. Tutti i growlers erano in piedi intorno a me, ridevano e filmavano, nessuno è intervenuto. Quando finalmente è finita, sono corsa in bagno a riprendermi (aka piangere) e lavare via l’uccello dalla faccia. Tutti continuavano a ridere e riguardare il video per vedere la mia espressione, parlando di quanto fossi ‘scioccata’. Poi ho scoperto che era stata un’idea di Brooks e che era costato alcune centinaia di dollari, uno scherzo piuttosto costoso secondo me. Dopo aver letto di altre terribili esperienze che alcune ragazze hanno avuto con loro, volevo scriverlo per far sapere alla gente che queste cose ancora succedono. Anche se nessuno dei membri dei Growlers mi ha aggredito direttamente, hanno assunto qualcuno per farlo per il loro divertimento. È stata un’enorme delusione per me perché fino a quel momento credevo che mi rispettassero e mi vedessero come una loro pari. Se fosse un film ambientato in una scuola, sarebbero visti come dei bulli, ma siccome sono in una band, è visto come ‘rock’n’roll’. So che la mia esperienza non è la stessa di alcune delle vittime che hanno parlato recentemente, ma l’umiliazione e la mancanza di rispetto che hanno mostrato a tante donne sembra uno schema. Uno schema che dev’essere interrotto”.

LO SCIOGLIMENTO DEGLI HOOPS PER LE ACCUSE DI MOLESTIE

L’ennesima storia di molestie arriva dall’Indiana, patria degli Hoops, che si sono sciolti in seguito alle accuse mosse a James Harris, che a 21 anni avrebbe aggredito sessualmente una ragazza di 17 anni e avuto rapporti sessuali con una quindicenne. La Fat Possum, l’etichetta della band, ha deciso di non pubblicare il nuovo album, previsto per ottobre: “La label”, scrivono, “non tollera abusi sessuali di nessun tipo e sta con tutte le vittime”.

I KILLERS INDAGANO SUL LORO STAFF

Ancora una storia di molestie, stavolta però a essere sotto accusa non è un musicista, ma alcuni membri dello staff dei Killers, colpevoli secondo il tecnico del suono Chez Cherrie di abusi e comportamenti misogini. “Ogni accusa di comportamento inappropriato verso qualunque membro del tour dei Killers”, scrive la band in un comunicato, “è preso estremamente sul serio dalla band e dal suo management. La storia di questa persona è scioccante e, anche se i Killers nel 2020 non hanno lo stesso staff che avevano in passato, condurranno un’indagine nello staff passato e presente. Il loro team legale chiederà maggiori informazioni e chiarezza sui presunti avvenimenti a questa persona, nonché a chi ha fornito la crew per il tour. La band è incredula e scioccata da queste dichiarazioni. Il comportamento attribuito a loro e al loro staff è irriconoscibile e in diretta opposizione ai principi con cui gestiscono il loro lavoro”.

LA STATUA DI PRINCE

In un momento di statue abbattute, qualcuna viene anche costruita: un monumento raffigurante il simbolo di Prince è stato eretto al Paisley Park di Chanhassen, in Minnesota. “L’installazione del Love Symbol”, dice il direttore esecutivo del Paisley Park, “è un altro momento emozionante nel nostro sforzo continuo di celebrare l’eredità di Prince. Con le sfide che il nostro mondo si trova oggi ad affrontare siamo felici di condividere un’opera che mostra questa espressione di creatività e libertà”.

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E se non vi bastano queste news in pillole, qua trovate quelle musicali e qua quelle scovate dalla rete.

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