Rumore Week: dalle reazioni del mondo della musica alla morte di George Floyd all’asta dell’anima di Grimes

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Il nostro riassunto della settimana, sopra e sotto i palchi
dal 25 al 31 maggio 2019

IL RISTORANTE DI 2 CHAINZ CHIUSO PER VIOLAZIONE DELLE NORME ANTI COVID

L’Escobar Restaurant & Tapas, il ristorante aperto ad Atlanta dal rapper 2 Chainz, non ha superato la prova del Memorial Day, una delle feste più sentite negli Stati Uniti, ed è stato chiuso dalla polizia per violazione delle norme anti covid. Come riporta TMZ, le stories del locale mostravano persone che ballavano senza mantenere il distanziamento e in molti casi senza indossare mascherine. Il ristorante ha riaperto qualche giorno dopo e promette di seguire tutte le regole.

MATT HEALY LASCIA TWITTER DOPO LE CRITICHE

Il leader dei 1975 ha deciso di disattivare il suo account twitter dopo aver ricevuto numerose critiche per il modo in cui aveva commentato la morte di George Floyd: Healy aveva scritto: “If you truly believe that ‘ALL LIVES MATTER’ you need to stop facilitating the end of black ones”, e aveva allegato il video del brano della sua band Love It If We Made It. Per questo è stato accusato da molti di aver usato l’accaduto per farsi pubblicità. Il musicista prima si è difeso dicendo di aver pubblicato il video, che parla della morte di Eric Garner, avvenuta in circostanze molto simili a quella di Floyd, perché “la canzone parla letteralmente di questa situazione disgustosa ed è molto più eloquente di quanto possa esserlo io”. Poi però aveva cancellato il tweet, riconoscendo che era stato di cattivo gusto, salvo ripubblicare messaggio e video in due tweet separati, ricevendo nuove critiche che gli hanno infine fatto decidere di chiudere l’account.

GRIMES SI VENDE L’ANIMA

Molto rock. Ma Grimes non ha deciso di vendere l’anima al diavolo come da tradizione, bensì di metterne in vendita un pezzo al miglior offerente, come parte della mostra online Selling Out, che comprende anche lavori più canonici come disegni e fotografie. Inizialmente, il certificato attestante la proprietà avrebbe dovuto essere messo in vendita al prezzo simbolico di 10 milioni di dollari, in modo che nessuno o quasi potesse comprarlo, ma in seguito alla crisi economica dovuta all’emergenza Covid, si è deciso per una più democratica asta.

https://www.youtube.com/watch?v=MeLCRyRmKyA

LIL WAYNE SU GEORGE FLOYD

Non sono mancate le critiche anche contro Lil Wayne, riguardo il suo commento sul caso dell’uccisione di George Floyd: ospite del format di fat Joe su Instagram, il rapper ha detto: “penso che quando vediamo queste situazioni dobbiamo capire che dobbiamo essere molto specifici. Quello che voglio dire che dobbiamo smettere di vederla in modo approssimativo, dobbiamo smettere di incolpare l’intero corpo o chiunque appartenga a una certa razza o chiunque indossi un distintivo. Se vogliamo incolpare qualcuno dovremmo farlo con noi stessi per il fatto di non fare più di quello che pensiamo di stare facendo”. Nel 2016 Wayne aveva dichiarato la sua estraneità al movimento Black Lives Matter sostenendo che il razzismo non esiste.

IL BLACKOUT DELL’INDUSTRIA MUSICALE

A parte i pochissimi commenti controversi di cui abbiamo detto, praticamente tutti gli artisti e le etichette hanno pubblicato sui propri social pensieri e inviti all’azione dopo l’uccisione di George Floyd, ma non solo: il mondo della musica ha deciso di fermarsi per un giorno, il 2 giugno, in segno di solidarietà al movimento di protesta. “Un’azione urgente per provocare responsabilizzazione e cambiamento. Un giorno per disconnetterci dal lavoro e riconnetterci alla nostra comunità. Come guardiani della cultura, è nostra responsabilità non solo unirci per celebrare le vittorie, ma anche stare uniti durante le sconfitte”. L’hashtag dell’iniziativa è #TheShowMustBePaused.

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E se non vi bastano queste news in pillole, qua trovate quelle musicali e qua quelle scovate dalla rete.

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