Dieci video, una settimana, la nostra selezione.
Dal 16 al 22 luglio 2018
Waxahatchee – Chapel of Pines
Katie Crutchfield è tornata con il nuovo singolo che anticipa l’EP Great Thunder, in uscita a settembre, “una svolta a 180 gradi rispetto all’ultimo: essenziale, calmo, con me che canto da sola, è un ritorno alle origini”. Un ritorno all’essenziale, quasi al selvaggio, che si riflette anche nel video diretto da Christopher Good.
The Decemberists – Once In My Life
Ci sono Autumn De Wilde dietro la macchina da presa e il suo gigantesco suo fratello Jacob, affetto da auditory processing disorder, a ballare per Los Angeles. “Sento particolarmente vicina questa idea”, dice Colin Meloy, “visto che ho avuto modo di testimoniare come il mondo guarda mio figlio Hank, che è autistico. Si vede un uomo che si scrolla di dosso le costrizioni di un mondo poco accomodante e giudicante facendo festa nel suo corpo e nella sua mente”.
Zhu, Tame Impala – My Life
Diretto da Elliott Sellers insieme al duo Ben Tan e David Altobelli aka American Millennial, il video che accompagna il sodalizio fra il producer Zhu e la band di Kevin Parker è in effetti molto millennial, a partire dalla protagonista Willow Smith alla storia, che potrebbe essere un episodio di un nuovo teen drama.
Rolling Blackouts Coastal Fever – Time In Common
Vi manca Roadies? Forse no, in effetti non era una serie memorabile, ma una cosa bella c’era, quello che nonostante tutto faceva venire voglia di andare all’episodio successivo, era l’atmosfera del dietro le quinte, il cameratismo da tour bus, il cazzeggio da backstage, cose che magari chi ci sta dentro odia, che per i profani invece sono affascinanti da morire. Per quelli a cui manca Roadies, comunque, ci sono sempre i video come questo.
Devon Welsh – By the Daylight
Video che, come il brano che accompagna, è una riflessione sulla grandezza della natura: “La vita”, spiega Welsh, “sembra spesso una catastrofe, gli eventi sembrano fuori controllo. A volte ci sentiamo trascinati via da un’onda che non capiamo, e questa cazone parla di questa senzazione”.
Brandon Coleman – Giant Feelings (feat. Patrice Quinn & Techdizzle)
Brandon Coleman, noto come Professor Boogie, suona nella band di Kamasi Washington, ha lavorato fra gli altri con Flying Lotus e Childish Gambino, suona, scrive, canta, produce, arrangia e si descrive come un “viaggiatore astrale”. Se tutto ciò non vi basta, in questo brano c’è un featuring “non ufficiale” di Kamasi e di tutta la band, per cui in origine era stato scritto.
Fleet Foxes – If You Need To, Keep Time on Me
Diretto e coreografato da Ryan Heffington (il coreografo di Chandelier di Sia e We Exist degli Arcade Fire), il “cortometraggio” così è presentato ufficialmente If You Need To, Keep Time On Me, racconta una cena fra amici che si trasforma in una danza piena di tensione, che pare rivelare che qualcosa si nasconde sotto i sorrisi e i brindisi.
Brockhampton – 1998 Truman
C’è ancora mistero intorno all’uscita del nuovo album dei Brockhampton, inizialmente prevista per giugno e poi rimandata a data da destinarsi, ma questo non significa che Kevin Abstract e compagni se ne stanno con le mani in mano: dopo Tonya e 1999 Wildfire, ecco 1998 Truman, con video diretto sempre dall’iperattivo Abstract.
Steady Holiday – Who’s Gonna Stop Us
Ancora coreografie che sembrano comunicare, nascondendoli, misteri e segreti. Stavolta è Dana Wilson a guidare le danze – mentre alla regia c’è Isaac Ravishankara, in uno sfondo non ha niente di festoso ma sembra più una setta, e i movimenti e le espressioni sanno più di lavaggio del cervello che di liberazione.
Fred Thomas – Good Times Are Gone Again
C’è tanta di quell’estetica Lo-fi e DIY in questo video (e relativa canzone), che non si sa da dove cominciare: camminate nei sobborghi, gente che si lava i denti random, gente che suona in cameretta, nerd attempati in un negozio di dischi… ovviamente, il nerd che è in noi muore dalla voglia di passeggiare canticchiando sui bei tempi andatiper quegli anonimi vialetti alberati.
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E se non vi sono bastati questi video, qui potete guardarne altri (Nothing, Tirzah)