foto di Luigi de Palma / testo di Nicholas David Altea
Del suo primo disco omonimo, Rover (2012), se ne parlava ancor prima che uscisse. Era addirittura diventato un piccolo caso musicale in Europa conquistandosi il premio come Rivelazione dell’anno ai prestigiosissimi Les Victoires De La Musique e conseguendo il Disco D’Oro per le oltre 50.000 copie vendute. Timothée Régnier, in arte Rover, potrebbe tranquillamente essere un attore caratterista in qualche teatro di livello e la sua somiglianza con Gerard Depardieu ne amplifica l’idea, rendendolo apparentemente burbero e schivo.
Le sue molteplici sfaccettature rivelano un passato da punk rocker nei New Government prima di essere cacciato dal Libano a causa di un visto scaduto. Non nasconde la sua passione per David Bowie – specie quello del ’72 – sfiorando in qualche modo le cupe atmosfere degli Interpol ma riuscendo ad essere delicato quanto l’Antony Hegarty più riflessivo. Il suo nuovo album si intitola Let It Glow (via Cinq 7/Wagram) ed è uscito sul finire del 2015, proseguendo il suo percorso artistico sul rifiuto dell’idea di perfezione.
Rover è passato dall’Italia per tre date a febbraio: il 9 a Milano, il 10 a Roma e l’11 a Torino, dove il nostro fotografo Luigi De Palma lo ha ritratto durante il suo concerto all’Hiroshima Mon Amour.