Intervista: Colin Stetson & Sarah Neufeld

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Colin Stetson and Sarah Neufeld live at Islington Assembly Hall,

Di Luigi Mutarelli / Foto di Tim Ferguson

La relazione tra l’opera e la biografia di un artista è un soggetto molto spinoso e da sempre molto dibattuto dalla critica. Eppure ci sono casi in cui appare impossibile separare nettamente le due cose. Colin Stetson è un sassofonista che viene dall’ambiente del jazz, è cresciuto musicalmente a New York, dove ha cominciato ad allargare la sfera dei suoi interessi al punto che il suo nome è cominciato a circolare con insistenza grazie a una serie di collaborazioni eccellenti (Tom Waits, The National, Arcade Fire e Bon Iver tra gli altri) per poi imporsi grazie a una carriera solista che finora vede il suo apice nella trilogia New History Warfare (obbligatorio l’ascolto degli ultimi due capitoli pubblicati dalla canadese Constellation Records). Sarah Neufeld è il violino degli Arcade Fire fin dall’esordio e solo recentemente ha avviato una carriera solista con la pubblicazione dell’album Hero Brother (Constellation, 2013). Musicisti dalla storia e dal background molto diverso eppure capaci di sviluppare separatamente un’estetica musicale affine, al punto che paradossalmente mi era sembrato praticamente inevitabile che i due fossero destinati ad incontrarsi. Semplicemente doveva succedere. In realtà, come si leggerà nell’intervista che segue e realizzata a Londra prima di un trionfale concerto alla Islington Assembly Hall, Colin e Sarah hanno affinato il proprio stile e la propria tecnica in maniera tutt’altro che indipendente. Quando scopro che i due sono da diversi anni una coppia anche nella vita Sarah reagisce divertita alla mia sorpresa e quasi a volersi scusare aggiunge “Non è un segreto, ma in genere non abbiamo motivo di parlare della nostra vita privata!”. Già, al punto che non ce n’è menzione in nessuna delle rispettive pagine di Wikipedia. Never Were the Way She Was, il loro debutto insieme da poco pubblicato, non è dunque il semplice risultato di un incontro tra due musicisti talentuosi, ma il frutto dell’unione di una coppia per cui musica e vita sono un tutt’uno inestricabile.

Sarah: Io e Colin viviamo a Montreal ma ci siamo conosciuti a New York e il nostro primo incontro è stato molto casuale. Io suonavo con gli Arcade Fire mentre Colin era impegnato con gli Antibalas. Poi ci siamo incontrati in altre occasioni, Colin ha collaborato con gli Arcade Fire per un paio di anni, entrambi abbiamo collaborato con i Belle Orchestre.

L’idea di un progetto insieme quando è nata?

S: Sicuramente suonando insieme nei progetti di cui ti ho detto ma poi, essendo una coppia anche nella vita, suoniamo insieme in continuazione e in modi diversi. Abbiamo sempre avuto il progetto di fare qualcosa insieme ma siamo sempre stati estremamente occupati. C’è stato bisogno di un pretesto, alla fine ci hanno chiesto di preparare una performance dal vivo circa un anno fa e da lì è partito tutto, è stata la base che ha portato alla realizzazione di questo disco.

Come funziona esattamente il processo di scrittura tra voi? Come nasce un vostro brano?

Colin: In genere uno di noi arriva con un’idea, che può essere anche una semplice frase e da lì l’altro comincia ad interagire improvvisando. A volte è tutto molto fluido e un brano prende forma in modo molto naturale e spontaneo, altre volte bisogna lavorarci sopra a lungo e affinarlo con pazienza, prendendolo in considerazione da ogni angolo, come tirar fuori una statua da un blocco di marmo.

S: È come se il brano fosse già lì, ma dobbiamo lavorarlo ed elaborarlo per farlo venire fuori compiutamente.

C: È un processo che richiede molta energia e dedizione. Essendo in due non possiamo permetterci il lusso di girare intorno al brano, procedendo gradualmente per piccoli ritocchi, in realtà la composizione ci obbliga a un approccio molto più attivo ed energico. Ed è per questo che a volte il processo di scrittura può essere molto rapido: perché ci sono due persone che si rincorrono con i loro strumenti.

È interessante questa metafora del rincorrersi perché è la stessa che mi è venuta in mente scrivendo la recensione del vostro album. Confesso che non sapevo che voi foste una coppia anche nella vita. Senza volere fare del gossip, mi pare che la vostra relazione abbia un impatto diretto e forte sulla vostra musica, dato che entrambi avete sviluppato uno stile che ha molte analogie: la fisicità dell’approccio allo strumento, l’intensità delle atmosfere che vi piace evocare.

S: Certamente abbiamo gusti e background differenti, ma come coppia condividiamo tutto, emozioni, interessi e ascolti e dunque è normale influenzarsi a vicenda.

C: È inevitabile. Viviamo insieme, ci ascoltiamo suonare, ci diamo dei consigli a vicenda e ci facciamo anche delle critiche.

S: Sì, non è come vivere con un critico a fianco (ride)! È vero ci critichiamo ma in maniera costruttiva, è piuttosto un aiutarsi a vicenda e quest’attitudine poi è la stessa che abbiamo messo in pratica quando per la prima volta ci siamo messi a lavorare insieme.

Colin Stetson and Sarah Neufeld at the Islington Assembly Hall b

Siete entrambi due musicisti dotati di grande talento. Sarah se potessi rubare una delle qualità di Colin, cosa sceglieresti?

S: Forse è la scelta più ovvia ma vorrei assolutamente il suo respiro (Colin oltre a possedere una tecnica personale eccezionale, è anche un maestro nella cosiddetta respirazione circolare, nda). Anche se non ho idea di come potrebbe tornarmi utile quella tecnica di respirazione con lo strumento che suono, la vorrei ugualmente, è assolutamente eccezionale. So che in un modo o nell’altro cambierebbe la mia vita! Poi amo il modo in cui Colin si addormenta, anche se questa è una cosa un po’ personale, ma io non dormo molto bene e quindi quando vedo qualcun altro dormire così bene non posso fare a meno di invidiarlo! No seriamente, il modo in cui quest’uomo è capace di respirare è assolutamente incredibile.

Tu Colin invece, cosa invidi a Sarah?

C: Senza paura di sembrare sdolcinato, dico senza dubbio che le invidio la gioia che mette nella musica e che porta nella vita. Non che io sia una persona priva di felicità, ma diciamo che questo sentimento non è sempre traboccante in me e ogni tanto è difficile trovarne.

Tornando all’album invece: Never Were the Way She Was. Chi è la Lei a cui si riferisce il titolo?

C: È una ragazza che invecchia molto lentamente.

S: Come un albero o una montagna.

C: E quindi è stata bambina per generazioni ed è cresciuta vedendo figli diventare genitori, vedendo intere civiltà sorgere e scomparire. Una ragazza quindi con delle esperienze di vita molto più simili a quelle degli elementi della natura e dunque, pur essendo umana, finisce inevitabilmente per ridiventare parte della natura.

Si tratta di un vero e proprio concept album dunque?

S: Sì prima è venuta l’idea e poi piano piano la musica vi si è sviluppata attorno.

C: Si tratta di una riflessione sul tempo e sulle prospettive. Anche se il tempo è qualcosa di oggettivo, il modo in cui ne facciamo esperienza è fluido e può cambiare molto a seconda della prospettiva. Io e Sarah ci stavamo interrogando su queste questioni e le nostre riflessioni hanno poi preso le sembianze di questa ragazza su cui il tempo agisce in modo differente rispetto agli altri.

Anche la tua trilogia New History Warfare è un concept, Colin quando componi un brano o una melodia sai già di che progetto farà parte? Quale sarà la sua destinazione?

C: Sì, assolutamente e in maniera molto specifica. Quando compongo lo faccio sempre pensando a un album in particolare e anche alla posizione che quel brano andrà a occupare all’interno del disco. Se per esempio ho già composto la seconda e la penultima traccia di un album, i brani che scrivo successivamente saranno quelli che mi consentono di ultimare il lavoro. Prima del lavoro di scrittura c’è una minuziosa definizione del progetto. Questo è ciò che ha reso tanto difficile l’ultimazione della trilogia, non la scrittura delle singole canzoni ma la loro definizione all’interno del concept nella sua interezza. E a me piace così.

Colin Stetson and Sarah Neufeld at the Islington Assembly Hall b

Ancora una volta avete scelto di registrare tutto senza sovra incisioni. Sembra una sorta di regola che vi siete data e a cui vi attenete anche nei vostri album solisti. È così?

S: Se quando componiamo pensassimo ad utilizzare 40 violini e 500 sassofoni avremmo un’orchestra che ci consentirebbe migliaia di possibilità che cambierebbero il nostro modo di fare musica. A noi invece interessa lavorare sottraendo possibilità. Pochi ingredienti stimolano la nostra creatività. Il nostro non è un approccio sinfonico.

C: Trovo ci sia molta più libertà nella limitazione estrema.

S: È come camminare invece di guidare o volare; tutto sembra più ricco di dettagli.

Il tema della libertà mi pare ricorra anche nel video che avete realizzato per The Rest of Us.

C: Il video è stato ideato e girato dal nostro amico Dan Huiting ed è basato essenzialmente sull’idea della ritualità. Come si vede ci sono persone e contesti molto diversi che però hanno in comune il fatto di avere dei rituali che vengono usati per sconfiggere delle paure. In senso astratto per me si tratta di una sorta di liberazione mistica, di disfarsi dalle proprie zavorre e della battaglia per diventare ciò che si è, proprio come si vede in una delle scene finali del video con la drag queen che sale sul palcoscenico per cantare davanti alla sua audience.

S: E questo è lo stesso concetto che ci ha guidato quando abbiamo scritto il brano. Anche se noi non abbiamo ideato né prodotto il video, c’è comunque questo forte legame con la nostra idea iniziale.

Colin adesso che hai concluso la trilogia in che direzione ti stai muovendo?

C: Ho diverse idee per il prossimo album. La trilogia è stata pensata e composta come tale e dunque con un inizio e una fine, ma nel mio mondo musicale tutto è in qualche modo collegato e dunque anche il prossimo lavoro avrà dei legami e delle connessioni con i miei precedenti.

Sarah anche tu hai un nuovo album solista in preparazione?

S: Sì assolutamente e sarà la continuazione ideale del precedente anche se ho cercato di allargare le prospettive. Ho lavorato con Jeremy Gara degli Arcade Fire che ha suonato la batteria e ho deciso di cantare su molti brani. Ha un suono più gioioso, ma in generale direi che ho cercato di fare le cose più in grande. È praticamente finito e spero sarà pubblicato entro il 2015.

Colin Stetson and Sarah Neufeld sound checking at the Islington

Redazione Rumore
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