La Dreamachine di Dada Sutra nel video di Il Fuoco Della lente, in anteprima

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Il video del nuovo singolo di dada sutra, progetto di Caterina Dolci, è ispirato alle sperimentazioni della dreamachine

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dada sutra è il progetto, con base a Milano, guidato dalla bassista e cantante Caterina Dolci (Bambole di Pezza), che ha debuttato a giugno 2022 con EP 1, dove sonorità graffianti si uniscono ad atmosfere oniriche, coinvolgendo anche il pianista e compositore Vincenzo Parisi (Kafka on the Shore), il batterista e produttore Giacomo Carlone (Egokid, P L Z) e il percussionista Lorenzo D’Erasmo (Go Dugong).

Il nuovo singolo Il fuoco della lente è il primo esperimento in lingua italiana di questo clash di suoni che rifiuta i confini, ed esce accompagnato da un video che vi mostriamo in anteprima. Il video è diretto da Lorenzo Picarazzi, che dice: “La voce e le parole di dada sutra ne Il fuoco della lente hanno dato il via alle ricerche dei materiali utilizzati per il montaggio: giochi di luce, riflessi, profondità di campo, messa a fuoco e ricerca tramite la sperimentazione della visione; una sorta di sogno evanescente di forme strane e offuscate, luminose e discontinue, con una componente predominante data dai video amatoriali che inquadrano l’utilizzo della Dreamachine. Nel 1960 Brion Gysin, pittore, poeta e scrittore della Beat Generation, inventore del metodo del Cut-up poi ripreso da William S. Burroughs, concepì con l’ingegnere Ian Sommerville una macchina dei sogni, chiamata Dreamachine: un cilindro ritagliato con delle forme geometriche tondeggianti, perforato alla base ed in superficie, posto sopra un giradischi a 78 giri con una lampadina al centro. Con la rotazione la luce del cilindro lampeggia ad una frequenza tra 7 e 13 pulsazioni al secondo, ovvero alla gamma di frequenze che corrispondono al “ritmo alfa”, le stesse oscillazioni emesse dal cervello quando siamo in uno stato di riposo o rilassamento. Lo sfarfallare della luce stimola il nervo ottico ed altera l’attività elettrica cerebrale, provocando alle volte visioni colorate e caleidoscopiche, sfociando in impressioni di forme concrete. La struttura che il videoclip stava prendendo era composta da una forte narrazione psichedelica con una continuità distorta, perciò abbiamo pensato di realizzare delle riprese senza effetti speciali ma semplicemente filmando riflessi, forme distorte, giochi di luce tramite delle sfere-specchio. Il risultato può anche essere osservato esattamente come una Dreamachine, ad occhi chiusi, ascoltando la voce e le parole di dada sutra”.

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Potete vederlo qui sotto:

Redazione Rumore
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