Isobel Campbell racconta l’incontro e l’amicizia con Mark Lanegan

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Isobel Campbell ha affidato a un articolo sul Guardian il suo ricordo di Mark Lanegan, con cui ha pubblicato tre album

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Mark Lanegan e Isobel Campbell hanno pubblicato insieme tre album, Ballad Of The Broken Seas nel 2006, Sunday At Devil Dirt (2008) e Hawk (2010). Non poteva mancare quindi, nel mare di omaggi che hanno invaso la rete in questi giorni, il ricordo dell’ex Belle And Sebastian, che ha affidato al “Guardian” il racconto del suo rapporto lavorativo e personale con Lanegan. “Questi giorni bui sono diventati più bui”, scrive, “E stasera, quando Jeff [Fielder, il chitarrista di lunga data di Lanegan] ha chiamato, così pensieroso, all’inizio non gli ho creduto. Non volevo credergli. Dopo un po’, sono arrivate le lacrime. Ora corpo di piombo con il cuore negli stivali, il mio mondo è cambiato per sempre. […] Ci sono stati giorni nel 2006 e nel 2007 in cui ho vissuto nel terrore di quella telefonata, o nel timore di accendere la radio per sentire la notizia che mi è state data così amorevolmente stasera. Hai scelto di stare con noi allora e non è stato un piccolo miracolo. Hai detto che le nostre canzoni ti tenevano in vita. Vorrei che lo avessero fatto ancora. 57 anni è troppo presto. […] Gli uomini ti amavano, le donne volevano stare con te, ma per me eri più un fratello maggiore. E io la sorellina tollerata. Eri il mio Heathcliff, la mia fantasia. Ho passato intere notti nel mio appartamento in modalità monaco solitario scrivendo canzoni per te. È stato un onore e un regalo”.

Più avanti, Campbell ricorda il loro primo incontro: “Quando abbiamo parlato per la prima volta, avevi scritto dei testi per accompagnare la mia musica e cantato Why Does My Head Hurt So? al telefono. Potresti letteralmente cantare l’elenco telefonico. Quando sono volata a Los Angeles per finire di registrare Ballad of the Broken Seas con te, eri appena uscito dal rehab e chiaramente soffrivi molto. Eppure ho sentito di essere la fonte di grande divertimento per tutti in studio, come un piccolo e innocente pipsqueak scozzese, ma andava bene così. Eri una delle persone più divertenti che abbia mai incontrato e anche una delle più scontrose, il che la dice lunga, perché pensavo di essere io la più scontrosa. Fino a quando non ti ho incontrato”.

“Grazie per aver scritto per il mio compleanno l’anno scorso (per la prima volta!)”, conclude, “e per avermi detto che ti manco, cosa che avevi detto altre volte prima. A volte in passato ti ho sentito indifferente, ma sicuramente mi manchi anche tu in questo strano nuovo mondo. Abbi pace ora. Sii libero. Ci vediamo di nuovo per un ultimo concerto insieme nella fornace o nel cielo. Sueños con los angelitos, caro amico, sei amato e manchi”.

Redazione Rumore
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