Il Radar Festival lascia Padova

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La terza edizione del Radar Festival, tenutasi a Padova, si è appena conclusa. La line-up era spalmata su quattro giorni (più uno di preview), e ve ne avevamo parlato ampiamente. Hanno suonato, tra gli altri, Calexico, Tycho, Lali Puna, Mount Kimbie, Joan as Police Woman e Plaid. Il giorno dopo la conclusione del tutto, però, è arrivato un comunicato degli organizzatori con il quale si annunciava la dipartita del Radar dalla città di Padova a causa di attriti con l’amministrazione, guidata dal neosindaco leghista Massimo Bitonci. Qua sotto, il comunicato ufficiale.

[quote]Radar Live Srl ritiene di dover fare alcune precisazioni e considerazioni inerenti allo svolgimento del Radar Festival 2014 che si è tenuto presso il Parco delle Mura di Padova dal 23 al 26 luglio 2014, a fronte delle inesattezze, delle insinuazioni e delle accuse mosse dall’Amministrazione di recente insediamento, e prega che la stampa voglia darne adeguato risalto, come ha fatto con le istanze dell’Amministrazione stessa.
Innanzitutto, questo è il terzo anno consecutivo in cui il Radar Festival viene organizzato all’interno del Parco delle Mura, con una durata complessiva di quattro giorni inferiore a quella dei precedenti anni (otto giorni nel 2012, ventitré nel 2013) e con un accanimento mediatico e amministrativo inedito nei confronti di questa manifestazione.
Va sottolineato che il tentativo fatto da Radar Live Srl è volto anche a riqualificare uno spazio pubblico da sempre indicato dalla popolazione stessa come luogo degradato e scarsamente vigilato, attraverso uno sforzo atto a creare occasione di socialità e di diffusione culturale. A conferma dello stato di degrado del parco in questione, esso ci è stato consegnato in condizioni non certo consone a svolgere attività di qualsiasi tipo, noi lo riconsegnamo alla comunità ripulito di siringhe, sporcizie e con l’erba tagliata, nonostante questi siano compiti non certo di nostra competenza.
Inoltre per il terzo anno consecutivo l’organizzazione ha tenuto in massimo conto il limite degli orari e dei volumi di immissione sonora imposti dal Settore Ambiente del Comune di Padova, per una forma di rispetto e di buonsenso nei confronti della popolazione che vive negli spazi adiacenti al Parco delle Mura. Per questo motivo tutti i concerti, diversamente da quanto riportato negli articoli de “Il Gazzettino”, “Il Mattino di Padova” e “Il Corriere del Veneto” in data 26 luglio 2014, hanno rigorosamente rispettato il coprifuoco della mezzanotte e i limiti di decibel.
La dovuta perizia nel determinare questi limiti è riprovata da una relazione di 67 pagine a firma di un tecnico abilitato che ha fornito una valutazione previsionale di impatto acustico, basata su considerazioni fornite dalla Committenza, da calcoli matematici e da dati desunti da bibliografie tecniche, dalle quali si evince che i valori di immissione stimati sulla facciata dei ricettori (ossia le palazzine oltre le mura storiche), rispettano sempre i limiti previsti dal piano di zonizzazione acustica (classe IV – area ad intensa attività umana) del Comune di Padova per la tipologia di area in argomento. Perizia tra l’altro basata sul presupposto non avveratosi di concerti a pieno volume con la contemporanea e teorica presenza giornaliera di 2.500 persone nell’area, a fronte invece di un picco massimo di 1.200 persone.
Inoltre, come richiesto dal Settore Ambiente, l’organizzazione si è premurata di rendere manifesta alla popolazione la durata giornaliera e complessiva del Festival, ascoltando e tentando di mediare le richieste della popolazione, pur sapendo di ottemperare ai limiti imposti, cercando sempre la via del dialogo anche a fronte di minacce verbali da parte di singoli individui.
Per quanto riguarda le autorizzazioni per lo svolgimento del Festival, preannunciando che si faranno valere le ragioni di Radar Live Srl in via giudiziale, si tiene a precisare che tutte le valutazioni preliminari erano risultate favorevoli, l’Amministrazione era informata ed aveva autorizzato ogni singolo dettaglio della manifestazione, ad eccezione della direzione artistica a carico esclusivo di Radar Live Srl.
Solo a lavori già in corso (la presa in consegna dell’area, con l’inizio del montaggio è del 19 luglio, il parere è del 21), l’Amministrazione ha completamente mutato il proprio precedente indirizzo, arrivando a chiedere dal Settore Ambiente che il palco venisse orientato diversamente dopo il suo montaggio in conformità alla perizia fonometrica ed al progetto preliminarmente approvato dalla Commissione Comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo in data 9 luglio 2014.
Lo stesso organo, inspiegabilmente, ha cambiato idea e deciso che quanto era legittimo ed autorizzabile quindici giorni prima, non lo era più solo quindici giorni dopo: crediamo che ogni cittadino capisca, anche senza essere un imprenditore, cosa significhi per un’attività che ha dato lavoro a circa 25 persone, oltre ai fornitori, vedersi cambiare le carte in tavola (senza motivazioni che si possano condividere) con la negazione delle autorizzazioni a Festival già iniziato, il cui costo per la sola parte artistica è di circa 75.000,00 euro.
Tra le altre non si comprende perché sia stata fatta menzione di sedie da ancorare, non essendo assolutamente previste né presenti nella manifestazione.
L’organizzazione nega che si sia verificato qualsivoglia rischio o pericolo per l’incolumità pubblica degli avventori del Festival: in ogni caso è già stato conferito un incarico ad un pool di professionisti per la verifica e l’eventuale instaurazione di un contenzioso anche con gli installatori delle strutture, nell’ipotesi che a questi vadano, come si ritiene, fatte risalire le responsabilità relative al parere negativo dato in un secondo momento dalla Commissione.
Quanto al procedimento penale di cui l’Assessore alla Sicurezza Maurizio Saia ha fatto menzione, rileviamo come sia tristemente ironico il tentativo di far valere le norme del T.U.L.P.S. emanate nel 1931 dal regime fascista e dell’Art. 650 C.P. più volte sospettato di incostituzionalità da eminenti studiosi della materia di ogni estrazione politica.
Questo genere di approccio fa sorgere il dubbio che esista un disegno politico dell’Amministrazione di ridurre gli spazi di cultura ed assoggettarli e concederli unicamente ad iniziative gradite politicamente alla stessa, nonostante negli anni l’organizzazione si sia impegnata con successo a creare un movimento e un interesse culturale di sicura utilità per l’intera comunità padovana e non solo, dando contemporaneamente spazio a realtà musicali del territorio e a realtà di livello nazionale e internazionale, senza alcuna particolare connotazione politica.
Nell’ottica di un dialogo con l’Amministrazione, Radar Live Srl ha richiesto vari incontri con gli assessori e per questo ci sembra doveroso rendere pubblico che l’Assessore alla Cultura Flavio Rodeghiero ha fatto saltare per tre volte l’appuntamento fissato con l’organizzazione del Festival, mentre l’ufficio stampa del Comune ha ritenuto la manifestazione non degna dello svolgimento di una conferenza stampa, nonostante il patrocinio del Comune di Padova e la contemporanea copertura mediatica di media nazionali e internazionali.
Radar Live Srl, avendo fatto tesoro dell’infausta esperienza di quest’anno, tiene a sottolineare che questa appena trascorsa è stata l’ultima edizione del Radar Festival all’interno del Comune di Padova, non certo per le negative dichiarazioni in merito dell’Assessore Maurizio Saia ma per l’impossibilità manifesta di instaurare una collaborazione aperta, costruttiva e scevra di pregiudizi con l’Amministrazione stessa, nonostante i numeri di questa quarta edizione parlino di oltre 3.500 presenze complessive nell’arco del Festival, che rendono l’Organizzazione fiera degli sforzi profusi e dei risultati raggiunti.[/quote]

Alla dichiarazione degli organizzatori è seguta una risposta decisamente aggressiva da parte di Maurizio Saia, assessore alla sicurezza del comune di Padova – come riporta il Mattino:

[quote]«Sono felice che vadano via. Anzi, siamo noi a non farli tornare». Maurizio Saia, assessore alla Sicurezza, è l’uomo contro cui puntano il dito i promotori del Radar Festival, reo di aver dichiarato loro guerra solo «per motivi politici». «Non ho mai trovato una realtà che se ne fregasse così tanto delle regole» insiste lo “sceriffo”. «Mentre loro sabato sera incassavano soldi io giravo per gli appartamenti a verificare che le segnalazioni sul frastuono, provenienti da cittadini anziani e malati, fossero vere. Ho provato una forte rabbia e ho dovuto chiedere scusa ai cittadini come amministratore».[/quote]

Potete leggere il resto dell’articolo del Mattino a questo link.

Redazione Rumore
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