Intervista: Stefano Fiz Bottura sul MI AMI Festival

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di Nicholas David Altea

Arriva in doppia cifra il MI AMI: decima edizione per l’evento milanese di musica italiana che si svolgerà dal 6 all’8 giugno al Circolo Magnolia a Segrate, in zona Idroscalo. Il MI AMI, negli anni, è cresciuto sempre più, ritagliandosi uno spazio non indifferente all’interno dell’estate. Non solo musica, lì dentro convergono tutta una serie di artisti, come fumettisti, illustratori, scrittori che creano una sinergia continua tra di loro. Naturalmente, come tutti gli eventi che partono dal basso, non sono state poche le difficoltà iniziali nel mettere in piedi l’evento, che per prima cosa sarebbe dovuto essere sostenibile ed in grado di autofinanziarsi. Abbiamo fatto qualche parola con Stefano Fiz Bottura per capire meglio come è nato e come è cresciuto negli anni.

Se qualcuno non sapesse cosa è il MI AMI, come lo spiegheresti in poche righe?

Stefano Fiz Bottura: “È un festival dove in tre giorni suona il meglio della musica italiana, in cui cerca di succedere un po’ di tutto, dalle autoproduzioni, alla musica, ai fumetti e all’arte. È una tre giorni in cui stai bene, ascolti musica e conosci tanta gente.”

Come è nato e come poi si è sviluppato?

Stefano Fiz Bottura:  “L’idea viene da me nel 2005. È nato come una scommessa. Non è stato molto calcolato, è stato pensato come un “perché no?”. Una cosa che non c’era e come ci sarebbe piaciuta farla. Essendo stato in giro per molti festival, grandi e piccoli, ci sarebbe piaciuto farlo ma non lo avevamo mai messo in piedi un evento del genere. Allora ho coinvolto subito Alessandra Maculan, che è la direttrice di produzione tutt’ora, e Carlo Pastore.”

mi ami 2005

C’è qualche festival che vi ha ispirato?

“Sicuramente Musica nelle Valli, un festival che si svolge a San Martino Spino in provincia di Modena. Un altro festival, molto piccolo, al quale partecipavo da piccolo era MoonasteRock, a Vaprio D’Adda in provincia di Milano. Poi avevo visto a Parigi una cosa che facevano, si chiamava Les Pelouses Électroniques, si svolgeva nel parco attorno a La Villette: c’erano questi pic-nic elettronici in mezzo al prato con i DJ che suonavano, la gente rilassata e un’atmosfera bellissima. Di conseguenza il primo pensiero è stato poi trovare un luogo in mezzo alla natura, che rispecchiasse quello che ci piace.”

“Volevamo un parco, tre giorni di musica, con un ingresso che costasse poco ma non gratis, perché andava riconosciuto il valore di quello che si andava a vedere e la sostenibilità, perché non avendo né sponsor, né aiuti dal comune, il festival doveva stare in piedi.”

Come è andò la prima edizione?

“La prima edizione, l’unica al Paolo Pini (parco dell’ex-Ospedale psichiatrico), si è svolta nel 2005 e ci sono state varie difficoltà. Il merito della realizzazione della prima edizione è stata anche dei gruppi che sono venuti a rimborso spese. I Tre Allegri Ragazzi Morti, che erano l’headliner della prima edizione, sono venuti a quelle condizioni, e per questo ringrazierò sempre Davide Toffolo e i ragazzi, perché furono lungimiranti nel crederci.”

E il passaggio al Magnolia come è avvenuto?

“Nel primo MI AMI andammo in pari, i giudizi furono tutti entusiasti e la gente rimase contenta. Non sapevamo se rifarlo per la seconda stagione, ma quell’anno aveva appena aperto il Magnolia (nel 2005) e io e Carlo abbiamo pensato subito, durante una serata di Capodanno proprio lì, che quello potesse essere il luogo adatto. Il MI AMI ha trovato immediatamente la sua collocazione ideale.”

E i numeri? Quanti spettatori sono passati in questi anni?

“È stato bello vedere come è cresciuto esponenzialmente: 3000 persone la prima edizione, 6.000 la seconda, 12.000 la terza, 15.000 la quarta fino ad arrivare al piccolo di 20.000 del 2010. Nelle edizioni dopo si è stabilizzato sui 15.000 spettatori. Poi dipende spesso dal tempo e dalla line up, che in base ai dischi usciti durante l’anno, risulta più o meno forte.”

Ci sono band piuttosto conosciute che non avete mai fatto suonare o che non siete riusciti?

“Gli unici sono stati i Baustelle e gli Zu che non siamo mai riusciti a far suonare per vari motivi.”

Quali sono stati i problemi e le difficoltà maggiori riscontrate nell’organizzazione del MI AMI?

“All’inizio tutti, perché sei alle prime armi, poi varie difficoltà come come la raccolta sponsor. Comune e provincia pochissimo e solo i primi due anni ci hanno supportato.”

La line up invece come la decidete?

“La line up la facciamo io e Carlo Pastore, più lui che io perché è molto più bravo di me. A me piace incasinargli le sue cose molto precise. L’ultima parola ce l’ha Carlo, poi io chiedo un po’ a tutta la redazione di Rockit di dirmi quali sono i nomi, ovviamente ne vengono fuori moltissimi, poi facciamo una scrematura mettendone alcuni dentro e infine si stila la line up con un limite di budget che ci imponiamo noi. Quest’anno spendiamo 67.000 € di cachet per le band.”

Le altre attività all’interno del MI AMI, come il MI FAI e il MI PENSI, come le avete sviluppate e quando sono entrate nella programmazione?

“Il MI FAI è un’idea di Davide Toffolo che abbiamo inserito dalla seconda edizione. L’idea gli è venuta quando è andato al Festival del Fumetto di Angouleme, in Francia, dove facevano queste sessioni di live-panting e allora da lì abbiamo inserito all’interno della programmazione. Dalla terza edizione è subentrata Claudia Selmi nell’organizzazione e nella selezione dei fumettisti e degli illustratori. Da questo sono nate anche collaborazioni tra musicisti e artisti, come Bugo con Olimpia Zagnoli, che si è poi concretizzato nel video Non Ho Tempo.”

Il MI PENSI lo abbiamo sempre fatto con i reading in Collinetta con artisti come Enrico Brizzi, Marco Philopat, Emidio Clementi, però negli ultimi tre anni avevamo smesso perché erano un po’ dispersivi e di conseguenza li abbiamo concentrati tutti in un giorno dedicato con all’interno un poetry slam con votazioni del pubblico. Quest’anno non l’abbiamo fatto perché volevamo concentrarci a dovere sul decennale. Poi però ci mancava così tanto e lo abbiamo messo al sabato in Collinetta in notturna, dopo la mezzanotte.

Al camping ci avete mai pensato?

“Ci abbiamo provato nel 2009 ma poi a livello legale c’erano troppe difficoltà e avremmo dovuto avere tutti i nomi di chi avesse voluto partecipare in anticipo. Quest’anno abbiamo fatto una partnership con Airbnb e quindi tutti i collaboratori di Rockit e anche molti artisti, alloggeranno in questo modo.”

“Sempre in ottica di sostenibilità, abbiamo organizzato delle navette per arrivare al Magnolia e la promozione, per chi viene in bicicletta che premia il ciclista con un drink gratis all’ingresso. Poi quest’anno abbiamo stretto una collaborazione con Car2Go per il car sharing e quindi solo per il MI AMI, il parcheggio davanti al Magnolia sarà un posto autorizzato al parcheggio delle auto di Car2Go, privilegiando anche chi le usa con un ingresso privilegiato e più veloce al festival.”

Tutte le informazioni sul MI AMI Festival le trovate qui.

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