Lou Reed & Mick Rock Q & A Session – Scala, Londra 5 settembre 2013

Date:

di Stefania Ianne

Lou e Mick dopo 40 anni. Il posto è lo stesso. Conosciuto come il King’s Cross cinema all’epoca, oggi è ancora una sala per concerti nota come la Scala. Siamo seduti tra il pubblico per una sessione improvvisata insieme a Lou Reed e a Mick Rock. Sono entrambi a Londra per promuovere una raccolta di foto esclusive, parte della collezione privata di  Rock. Le foto coprono un periodo di circa 10 anni e sono finalmente svelate al pubblico in un volume di lusso creato appositamente per i collezionisti. Organizzatore della serata il prestigioso quotidiano inglese The Times, rappresentato dal critico rock Will Hodgkinson.

Quest’ultimo appare fin troppo nervoso alla presenza del fotografo londinese e della leggenda newyorkese, due perfetti gentiluomini. Hodgkinson si presenta come un fan la cui vita è stata rivoluzionata dall’ascolto di Transformer. E Transformer non è solo il titolo del secondo album da solista di Lou Reed, è adesso anche il titolo di questa sontuosa collezione fotografica. Stasera le domande s’incentrano sulle foto mostrate al pubblico in sala su un grande schermo alle spalle degli interlocutori. Il presentatore per la serata timidamente pone svariate domande mentre Reed e Rock sorridenti si lasciano trasportare dai propri ricordi e dimostrano disinibiti l’affetto reciproco, scambiandosi baci e teneri abbracci.  Lou Reed, carismatico e all’apparenza fin troppo fragile in seguito ad un recentissimo trapianto, è affascinante nella sua costosa T-shirt bretone a strisce bianche e nere, pantaloni in pelle nera a sigaretta e un paio di pantofole UGG ancora nere. Mick Rock si presenta completamente in nero con il suo look da vecchio rocker e nasconde il viso rugoso dietro un paio enorme di occhiali sempre neri.

40 anni fa Lou Reed calcava questo stesso palco londinese insieme ad un gruppo di ragazzini appena diplomati, semplicemente “perché non era necessario pagarli”. L’idea era di lanciare la carriera solista alla fine dell’esperienza dei Velvet Underground, finita senza soldi e senza fama. E 40 anni fa Mick Rock era semplicemente un rock’n’roller con la macchina fotografica al posto della chitarra. Così lo descrive Lou Reed. Ed è così che è iniziata la loro collaborazione, senza pretese, con l’aiuto di David Bowie, bravissimo a mettere le persone insieme, nelle loro parole.

Stasera assistiamo soprattutto ad una celebrazione reciproca del lavoro dei due artisti insieme a una visione introspettiva di quella che poteva essere la vita alla Factory. La figura e il fantasma di Andy Warhol sono ancora molto vivi insieme al ricordo di Nico, la sua bellezza, la sua intelligenza, il suo atteggiamento manipolatore. “Ti chiamava il suo fratellino”, dice Mick Rock mentre commenta su una foto di Nico che abbraccia protettiva Lou Reed. “Cosa?” Lou Reed protesta la propria delusione. “Ma non era più grande di te?” “Cosa????” E Mick Rock in sottofondo, in maniera quasi impercettibile: “C’è l’incesto, lo sai?”.

Sullo schermo appare una fotografia che ritrae Lou e Andy su un divano persi in una conversazione intensa e l’immagine scatena il ricordo di un suggerimento casuale fatto da Andy Warhol a proposito di una possibile canzone dal titolo Vicious che continua con: “you hit me with a flower”. “È testuale”, ci dice. A quanto pare Warhol rimproverava a Reed di essere pigro. “Quante canzoni hai scritto oggi?” “Cinque”. “Cosa? Solo 5? Non riuscirai a fare niente se continui così”.

Lou Reed sembra molto più interessato alla macchina fotografica sul tavolino – continua a fotografare il pubblico – piuttosto che alle domande del giornalista esterrefatto. Gli fa perdere la concentrazione. Mick Rock al contrario non appare mai seccato e riesce sempre a riportare l’attenzione di Lou Reed sulle foto oggetto della serata. Rock modestamente minimizza il suo ruolo nel creare delle foto così belle: “Sono stato fortunato”, ci dice. Costantemente fortunato. Ed è vero che le foto più belle sono semplicemente degli errori, frutto del caso: l’obiettivo sbagliato, la pellicola sbagliata nelle condizioni sbagliate. Diventa uno scherzo privato: “Eppure sono a fuoco!”

Ed è così che le foto di Mick Rock sono divenute le copertine dei dischi di Lou Reed. Una bellezza casuale, l’assenza di pretenziosità. E l’umiltà di Lou Reed ha una parte importante nella loro storia collaborativa: la rock star improbabile che scherza con la versione giovane di se stesso, innamorato della versione giovane e povera di se stesso. “Quel top fatto di polistirolo probabilmente era l’involucro che copriva del formaggio” Reed pensa ad alta voce mentre guarda la foto sullo schermo, un suo ritratto elegante “A quei tempi non avrei mai potuto permettermi la pelle vera…

La serata sta per terminare, è arrivato il momento di promuovere il volume fotografico “Dovete sganciare la grana se le volete vedere”, dice Mick Rock. “Nonostante il fatto che il signor Rock sembri affascinato dal prezzo in maniera piuttosto disgustosa…”, gran risate da parte del pubblico, “a questo punto mi devo distanziare dal mio gemello”, dice Lou Reed. La sua visione del volume sembra più poetica, meno commerciale: “È come Guerra e Pace in fotografie, e ogni fotografia vale mille parole”.

La serata finisce così ed ho il sospetto che non avrò molte altre occasioni per avvicinarmi in maniera altrettanto intima al genio di Lou Reed. Ma spero sinceramente che ci saranno ancora molti anni a venire per consentirci di apprezzare il suo talento musicale sui palchi di tutto il mondo. Le sue parole finali sono una promessa: “Non ho ancora finito con il mio approccio camaleontico”.

Redazione Rumore
Redazione Rumorehttps://rumoremag.com
Rumore è da oltre 30 anni il mensile di riferimento per la cultura alternativa italiana. Musica (rock, alternative, metal, indie, elettronica, avanguardia, hip hop), soprattutto, ma anche libri, cinema, fumetti, tecnologia e arte. Per chi non si accontenta del “rumore” di sottofondo della quotidianità offerto dagli altri magazine.

PIÙ LETTI

More like this
Related

Il bianco e il nero di James Jonathan Clancy nel video Black & White, in anteprima

Black & White è il nuovo video di James Jonathan Clancy estratto dal suo primo disco solista, Sprecato

Fontaines D.C.: i dettagli del nuovo album Romance e il video di Starburster

Starbuster è il primo singolo e video estratto da Romance, il quarto album dei Fontaines D.C. di cui hanno rivelato i dettagli

Ascolta in anteprima il nuovo album di Paolo Spaccamonti, Nel Torbido

Il nuovo album del chitarrista Paolo Spaccamonti si intitola Nel Torbido e lo ascoltiamo in anteprima

I Fontaines D.C. pubblicano un breve estratto dal nuovo album Romance citando Kubrick

La band irlandese Fontaines D.C. sta tornando con un nuovo disco ed ecco un primo teaser dal titolo Romance, che sarà il nuovo album