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Scopri quali erano i dischi più attesi nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e settembre.
Cosa ascoltavamo a ottobre 2020? Ascolta qui.
Venerdì 1 ottobre
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Pond – 9 (Spinning Top)
Liberi dalle “catene” della produzione di Kevin Parker per la prima volta dal 2010, i Pond hanno voluto creare un album meno ordinato e più completo, fatto di composizioni nate da jam session improvvisate, finiture meno curate con molto feedback e tape delay usati in modo creativo, oltre a testi tagliati e incollati da varie fonti.
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Tirzah – Colourgrade (Domino)
Il secondo album di Tirzah è presentato come “un’istantanea del subconscio di un anno in cui suonava regolarmente dal vivo per la prima volta, nel pieno della promozione di Devotion e registrata subito dopo la nascita del suo primo figlio e poco prima che nascesse il secondo, che esplora il recupero, la gratitudine e i nuovi inizi”.
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Illuminati Hotties – Let Me Do One More (Hopeless)
Dopo qualche difficoltà causata da controversie con la precedente etichetta, il progetto della musicista e produttrice Sarah Tudzin taglia il traguardo del terzo album con un lavoro “exhilaratingly noisy”.
Venerdì 8 ottobre
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Badbadnotgood – Talk Memory (XL Recordings)
Il nuovo lavoro dei canadesi è un disco jazz psichedelico che esplora l’equilibrio e l’armonia attraverso l’improvvisazione. Fra i collaboratori il leggendario compositore Arthur Verocai e icone contemporanee come Terrace Martin, Karriem Riggins e Laraaji.
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James Blake – Friends That Break Your Hearts (Republic)
a proposito di Friends That Break Your Heart, James Blake afferma: “Questo album è il mio preferito finora. So che è quello che la gente si aspetta che dica perché l’ho fatto io, e tutti gli artisti pensano che il loro nuovo album sia il loro miglior album… Ma in realtà lo è davvero, quindi…”.
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Pip Blom – Welcome Break (Heavenly)
Laddove Boat è considerato un punto di svolta dal volto fresco, ma gloriosamente senza paura, spiega la band olandese, Welcome Break è il fratello maggiore sicuro di sé che, con un anno o due in più alle spalle, non ha paura di parlare, prendere il comando , e istigare una rivoluzione liberata che viene fuori la beatitudine.
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Porches – All Day Gentle Hold! (Domino)
Il quinto album di Aaron Maine è descritto dall’artista come “i momenti più energici e improvvisati, riuniti insieme nelle canzoni più accattivanti che potessi fare”.
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Sam Fender – Seventeen Going Under (Polydor)
Seventeen Going Under è uno sguardo verso l’adolescenza vissuta da Sam, con tutte le sofferenze che la crescita porta con sé: racconta le relazioni difficili con amici e familiari e il desiderio di capire cosa succederà dopo. La storia della perdita dell’innocenza da parte di un giovane teenager che riesce comunque a trovare la forza per navigare ciecamente verso l’età adulta, con tutto ciò che comporta.
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Dust Mountain – Hymns For Wilderness (Svart)
Ispirato dagli anni ’60 e ’70 di Fairport Convention, Pentangle, Jefferson Airplane, Coven e Linda Perhacs, con un tocco doom, il “gospel pagano” dei Dust Mountain nell’album di debutto “cerca pezzi di un mondo nascosto ma non perduto”.
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Billy Bragg – The Million Things That Never Happened (Cooking Vinyl)
“Sono giunto alla conclusione”, dice Billy Bragg parlando del suo decimo album, “che l’empatia è la valuta della musica – che il nostro lavoro come cantautori è aiutare le persone a fare i conti con i propri sentimenti offrendo loro esempi di come altri potrebbero aver affrontato una situazione simile a quella in cui gli ascoltatori trovano loro stessi”.
Venerdì 15 ottobre
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Vanishing Twin – Ookii Gekkou (Fire)
Ookii Gekkou, giapponese per “Big Moonlight”, è descritto come “il sound di una vita ordinaria ma sotto nuove regole, in un luogo dove è sempre notte”. Cathy Lucas racconta: “Mi sono trasferita con Phil MFU in un appartamento di Londra e abbiamo preso in affitto uno studio. Tutto era focalizzato e concentrato nella piccola area che avevamo scelto e così senza distrazioni ci siamo persi nella realizzazione del disco”.
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Hayden Thorpe – Moondust for my diamond (Domino)
In contrasto con Diviner, spiega Thorpe, questo è un disco che ha molto favorito il mondo interiore, vedendo l’artista muoversi verso una tavolozza visiva e sonora più naturale, con lo sguardo sul mondo esterno. L’album è prodotto da Richard Formby e Nathan Jenkins (Bullion).
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Dos Santos – City Of Mirrors (International Anthem)
“Questo album è un assemblaggio… scorci di tradizione …riflessioni sul nostro presente collettivo …echi luminosi tra amore e solitudine. speranza e assurdità. euforia e lutto. Incarniamo il confine. Noi (le nostre famiglie) l’abbiamo attraversato. Noi (le nostre storie) siamo ricoperti dei suoi residui. E così… attraversiamo il confine del sé attraverso la nostra arte, per necessità”.
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Melvins – Five Legged Dog (Ipecac)
“Sapevo di voler fare qualcosa di ridicolmente grande. 36 canzoni reimmaginate da noi acusticamente sono certamente ridicole ma funzionano. La magia delle canzoni è ancora lì anche in acustico. Dato che non eravamo in tour, abbiamo avuto il tempo di fare qualcosa di queste dimensioni. Sono molto entusiasta di questo disco. Dale e Steven hanno fatto un lavoro fantastico su questo. Penso che sia un disco molto speciale. Non riesco a pensare a nessun altro che abbia fatto qualcosa del genere”.
Venerdì 22 ottobre
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Helado Negro – Far In (4AD)
Insieme alla sua compagna, l’artista visiva Kristi Sword, Roberto Carlos Lange aka Helado Negro, aveva programmato una residency a Marfa, in Texas, all’inizio del 2020 per lavorare al loro progetto di collaborazione. Dopo l’inizio della pandemia, i due hanno deciso di rimanere a Marfa per tutta l’estate, cosa che ha ispirato Roberto a scrivere una quantità significativa di canzoni per il nuovo album.
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Parquet Courts – Sympathy For Life (Rough Trade)
“La maggior parte delle canzoni sono state create facendo lunghe improvvisazioni e modellandole attraverso il nostro montaggio”, spiega Austin Brown, “La più grande risorsa che abbiamo come artisti è la band. Dopo dieci anni insieme, il nostro più grande strumento è l’altro. L’espressione più pura dei Parquet Courts è quando improvvisiamo.”
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Hand Habits – Fun House (Saddle Creek)
Prodotto da Sasami Ashworth (SASAMI) e Kyle Thomas (King Tuff), questo disco non voleva essere una reazione alla pandemia, ma nasce come il risultato di un momento di pausa difficile, anche se necessario: la musica che ne risulta è la più personale e stilisticamente avventurosa di qualsiasi cosa fatta in precedenza dall’artista.
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Grouper – Shade (Kranky)
Il nuovo disco del progetto di Liz Harris è stato registrato fra Portland, Astoria e una recidency a Mount Tamalpais e include canzoni registrate nel corso di 15 anni, e a detta dell’artista è radicato sulle coste americane ed esplora il modo in cui i ricordi e le esperienze mediano le nostre connessioni con il nostro paesaggio.
Venerdì 29 ottobre
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The War On Drugs – I Don’t Live Here Anymore (Atlantic)
Realizzato tra New York City e Los Angeles, dal 2018 fino all’inizio del 2021 facendo tappa in studi iconici come l’Electric Lady del Greenwich Village e l’Electro Vox di Hollywood, Il nuovo lavoro di Adam Granduciel non parla specificamente della pandemia, ma di una nuova fase della vita, di un nuovo orizzonte a cui guardare con un misto di paura ed eccitazione.
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Jamire Williams – But Only After You Have Suffered (International Anthem)
Concepito come una dichiarazione artistica spirituale e autobiografica, “È un lavoro completo. Scorre senza soluzione di continuità ed è pensato per continuare a suonare fino a quando non capirai davvero tutti i messaggi, le preghiere e le grida”.