Dieci video, una settimana, la nostra selezione.
Dal 7 al 13 gennaio 2019
Lost Under Heaven – Come
Un video a 360° creato da Damian Hale per raccontare con un’esperienza in prima persona “l’unione tantrica di energia maschile e femminile e il potenziale della trasmutazione sessuale. Il viaggio simbolico dalla separazione all’unione, dove seguendo una caduta drammatica dal paradiso sfrecci in una terra desolata, come una coscienza senca corpo comincia a salire, la vita inizia a fiorire quando raggiungi l’utero nell’albero della vita”.
Circa Waves – Movies
Ritorno al futuro, Paura e delirio a Las Vegas, Le iene, Point Break, poi continuate voi, perché fa parte del gioco riconoscere (ma è facile) tutti i film reinterpretati dai Circa Waves in questo bignamino di quattro minuti diretto da Alex Nicholson.
White Lies – Tokyo
“Ancora una volta siamo stati fortunati a lavorare con David Pablos a Tijuana, creando il nostro miglior video dai tempi di “Death”. La sua conoscenza unica della zona ci ha permesso di accedere ai luoghi più bizzarri e incredibili della città, facendo così vivere la sua visione sulle storie di amore e perdita. Dove nel mondo, sarebbe possibile filmare una scena di una band che siede su una donna nuda alta 12 metri? Tijuana, questo è ciò che risulta dalla collaborazione con lui.”
The Twilight Sad – VTr
Volevamo fare qualcosa che avesse il feeling dei nostri concerti e stare lontani da narrazioni elaborate o concetti astratti. Suonare dal vivo è la parte eccitante per noi e l’intenzione era sempre stata quella di vere un video che lo rappresentasse. Lavorare di nuovo con Michael Sherrington è stata una decisione facile, lui capisce davvero quello che cerchiamo di fare e ha grandi idee”.
Steve Gunn – Vagabond
Vagabond è anche il titolo di un film di Agnes Varda, il preferito di Gunn, e la canzone potrebbe essere una colonna sonora, o anche un nuovo soggetto, con il suo cast di personaggi vagabpndi appunto, come Mona – “camped out in a graveyard/ Took a job and cleaned some tombstones/ Like lovers in a crooked dream” – o Jean-Pierre – “came from the road/ his artwork remains unsold.”. Il bianco e nero del video contribuisce all’atmosfera.
Martin Frawley – Chain Reaction
Dopo lo scioglimento dei Twerps, Martin Frawley ha deciso di ballare da solo, e a febbraio pubblicherà il primo album Undone at 31, nato dalla fine della relazione con l’ex compagna di band Jules McFarlane. Chain Reaction è il terzo singolo, accompagnato da un “video giocoso girato a Brooklyn l’anno scorso, che segue Frawlwy mentre canta il contagioso ritornello”.
Sasami – Jealousy
Jealousy, la seconda canzone mai scritta dalla collaboratrice di Cherry Glazerr e Wild Nothing fra gli altri, parla di “libertà e individualità e di lasciar andare le costruzioni tossiche delle aspettative degli altri che si calcificano nei nostri cuori”. Sasami ha anche scritto e co-diretto il video insieme a Kate Hollowell.
La Dispute – Footsteps At The Pond
“Passi nello stagno. Impronte di stivali nella neve sulle pendenze di colline verso l’acqua e verso il ghiaccio rotto. Ho avuto questa visione tutta l’estate nello stesso posto guidando avanti e indietro fra le case in cui stavamo scrivendo. Questa canzone parla di fare i conti con i difetti, di deludere le persone migliori, di annegare quasi ma per loro”.
SOAK – Knock Me Off My Feet
Il nuovo album di Bridie Monds-Watson in arte Soak è “una distopia che ho creato nella mia mente: me stessa all’interno, trasformata in una finta location. Una volta ho avuto l’idea dell’album come un luogo reale, di esplorare le dinamiche di questa città e il modo in cui appariva o suonava sembrava giusto per dare una personalità al mio stato mentale”. Nel video, questo luogo è attraversato come in un rally.
Northwoods – Straight path / Future is a shadow line
“Il video è un sunto visivo delle tematiche del disco: desolazione, solitudine ed un mondo che va verso la deriva. È stato girato da Alvaro R. Diamanti, chitarra e voce, ed ha una forte connessione con il disco. Una curiosità: la maschera antigas che è nel video è lo stesso modello del film Letters of a Dead Man, capolavoro distopico della metà degli anni 80 di Konstantin Lopushansky”.