Intervista: Kyterion

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di Matteo Pasini

I Kyterion sono una di quelle band atipiche, che non si trovano nel percorso d’ascolto tutti i giorni. Questo non perché abbiano deciso di rimanere nel totale anonimato, bensì per l’ identità musicale che li caratterizza: il gruppo bolognese, nato nel 2015, affonda infatti il proprio essere nelle radici della cultura della terra d’origine che ha dato i natali ai componenti della band, rimanendo legato in particolar modo ai versi del Sommo Poeta, Dante Alighieri. I cantici della sua Divina Commedia sono il materiale sul quale i nostri hanno lavorato, e continuano a lavorare, dando ad essi una lettura in chiave black metal, con la particolarità di scrivere testi che si rifanno alla lingua italica del XIII secolo, il cosiddetto vernacolo fiorentino. La scelta di intraprendere un percorso di questo tipo è senz’altro originale e di uso non comune, soprattutto se l’intenzione è quella di creare una trilogia che parla dell’Inferno dantesco, che con Inferno II giunge al suo secondo capitolo. Nell’indole della band non c’è solo questa passione per la letteratura classica, ma anche quella musicale nei confronti della scena black metal scandinava degli anni ’90, fonte di profonda ispirazione da questo punto di vista. Il sound che li caratterizza è quindi massiccio, potente ed incredibilmente oscuro; con degli apici di violenza che si prestano in maniera impeccabile all’idea della tipologia di ambientazioni che vogliono ricreare attraverso musica e parole.

Per chi non vi conoscesse, chi sono i Kyterion?

“I Kyterion sono una band formatasi nel 2015 da membri ignoti che hanno deciso di musicare in chiave black metal la prima cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri”.

A maggio è uscito il vostro nuovo album, Inferno II che fa parte di una trilogia, incominciata con Inferno I. Da dove nasce l’idea di impostare un progetto di questo tipo?

“Siamo molto legati alle nostre radici e alla nostra cultura; in più l’Inferno di Dante ci sembrava perfetto per le atmosfere del black metal: ci sarebbe abbastanza materiale da andare ben oltre una trilogia!”

Parlando della nuova uscita, cosa si devono aspettare i vostri fan?

“Con Inferno I avete avuto un breve ma intenso assaggio di Kyterion, con il secondo album abbiamo cercato di far venire fuori ancora di più la nostra natura oscura. I canti che trattiamo nel nuovo album sono davvero terribili: ci siamo immersi nei gironi più oscuri e malati e di conseguenza anche le sonorità sono molto più violente. Abbiamo dato il nostro meglio per realizzare Inferno II”.

Cosa ispira maggiormente la vostra attitudine musicale?

“Le nostre radici affondano soprattutto nel black norvegese degli anni ’90. Più in generale ci è d’ispirazione tutto il black scandinavo. Poi, tutte le opere in qualche modo oscure come l’Inferno di Dante sono un’ottima fonte di ispirazione, non solo per quanto riguarda i testi”.

Il tour di promozione toccherà per lo più l’Est Europa, pensate che sia un terreno più adatto al vostro stile?

“Senz’altro in Est Europa hanno molta voglia di musica “spinta”, questo in generale. Daremo il massimo per questo tour e in futuro speriamo comunque di portare la nostra musica sempre più lontano”.

Per una band underground, quanto è difficile emergere in Italia?

“In una parola: molto”.

L’impatto scenico è spesso fondamentale, voi avete scelto di restare nel totale anonimato, creando un alone di mistero. Come mai?

“Non ci piace l’idea che ci siano dei nomi dietro a Kyterion. Vogliamo che chi ascolta la nostra musica non sia influenzato da volti o alias: Kyterion è pura musica e basta”.

Redazione Rumore
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