Bill Ryder-Jones live, tra fragilità e divertimento

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Bill Rider Jones

Stefania Ianne racconta il concerto londinese di Bill Ryder-Jones

RUMORE COVER FB NATALE 2023

di Stefania Ianne

Ritrovo Bill Ryder-Jones a Londra durante la parte centrale del tour che promuove il suo ultimo malinconico disco, Iechyd Da. Da quando ha girato le spalle al successo commerciale della band che aveva fondato, The Coral, Bill RJ continua un percorso musicale personalissimo, incentrato su un’espressione musicale fragile, una confessione musicale, un viaggio oscuro nell’incertezza dell’esperienza umana, un’osservazione della fragilità psichica, l’esplorazione del trauma e dell’impossibilità di trovare un essere umano compatibile a cui aggrapparsi per non annegare nell’assurdità umana. La musica sicuramente ha salvato BRJ forse da sé stesso e dalla vita condivisa con altri umani altrettanto fragili e feriti. “Non ho bevuto stasera e non mi piace non bere, lo sto facendo per voi.” Ci dice nel corso del concerto, circondato da sei amici musicisti sul palco, compreso Nathalien Laurence alla chitarra, suo socio nello studio di registrazione Yawn. Stasera la performance è solare.  In netto contrasto al concerto che ho visto a Novembre quando Bill dal vivo senza il gruppo, solo con la sua chitarra acustica, prima della pubblicazione e del successo di Iechid Da, incerto della reazione del pubblico, dal palco comunicava una profonda tristezza e una grande fragilità nella sua voce. “Non sto bene”, mi aveva confidato, durante un’intervista pubblicata da Rumore a gennaio. E quel concerto accennato quella sera di novembre lo aveva provato. Troppe parole, poca musica. Quattro mesi dopo, sul palco dell’Assembly Hall di Islington a Londra, Bill è trasformato. Si vede che si sta divertendo e con autoironia scambia battute con il pubblico, felice di condividere le sue canzoni. La sua musica domina. I fan cantano le sue canzoni con lui e lui li ringrazia personalmente, uno alla volta, toccandosi il cuore.

In una recente conversazione a tre voci con Anna Calvi e Poppy Hankin dei Girl Ray, BRJ ha citato Yesterday come il punto di partenza, il momento in cui la musica ha iniziato ad aver senso, le parole insieme al suono che ti percuote  e ti possiede. Si spiega tutto. Una cover di Yesterday sarebbe stata perfetta per la serata. All’opposto totale Anna Calvi cita Aladdin’s Sane come il momento per lei focale, il colpo di fulmine a 10 anni e quanto trovare il sweet spot tra il pop e i suoni atonali di David Bowie sia stato il fulcro della sua ricerca musicale. Poppy Hankin cita i Pavement, e una solare Range Life, colonna sonora delle vacanze familiari adolescenziali.

Bill Ryder-Jones ha costruito un mondo musicale lontano dal fulcro dell’industria discografica, lontano da Londra, nella penisola del Wirral, un posto dimenticato da dio e dagli uomini.  Le periferie industriali dell’Inghilterra sono abbandonate, i talenti partono per le città, per le capitali. Lui invece è rimasto costruendosi un mondo musicale fuori dalle norme, dai canoni dell’industria. In sordina, lontano dai riflettori, i musicisti accorrono numerosi per avvalersi del suo talento alla produzione nel suo studio denominato semplicemente Yawn, un microcosmo musicale alternativo al mainstream dove si sono create le condizioni ideali per creare un suono dal sapore folklorico malinconico, poetico, peculiare, un suono lontano dalle politiche delle classifiche, delle formule e dei profitti facili. Saint Saviour, in apertura magica stasera, eterea, affascinante, è una degli artisti prodotta da Bill, forse la persona più dolce in tutto il circo della musica indipendente e non. La persona più dolce sul circuito, posso testimoniarlo anch’io, l’unico artista che ho intervistato che mi abbia personalmente cercata mesi dopo l’intervista per invitarmi a un suo concerto.

Setlist
I Hold Something In My Hand
Christinha
If Tomorrow Starts Without Me
A Bad Wind Blows in My Heart, Part 2
Hanging Song
Anthony & Owen
Wild Swans
Wild Roses
Daniel
Seabirds (solo, acoustic)
I Know That It’s Like This (Baby)
A Bad Wind Blows In My Heart, Part 3
Thankfully For Anthony
Nothing To Be Done
Two to Birkenhead
This Can’t Go On

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