Rumore Week: dalla morte di Cynthia Plaster Caster fino all’invito al silenzio di Adrianne Lenker

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Il nostro riassunto della settimana, sopra e sotto i palchi
dal 18 al 24 aprile 2022

LA MORTE DI CYNTHIA PLASTER CASTER

Cynthia “Plaster Caster” Albritton, artista nota per aver creato calchi in gesso dei peni di famosi musicisti, è morta all’età di 74 anni dopo “una lunga malattia. Albritton aveva iniziato la sua carriera nel 1968, creando sculture in gesso dei genitali di artisti tra cui Jimi Hendrix, Pete Shelley dei Buzzcocks, Wayne Kramer degli MC5 e Jello Biafra dei Dead Kennedys. In seguito ha incluso i seni, realizzando calchi dei seni di Karen O degli The Yeah Yeah Yeahs, Peaches, Laetitia Sadier degli Stereolab.

ADRIANNE LENKER CHIEDE SILENZIO

In un video pubblicato sulla pagina Instagram dei Big Thief, Adrianne Lenker si è lamentata dell’abitudine del pubblico di parlare a voce alta durante i concerti . “Questa cosa mi gira in testa da alcuni giorni ormai”, dice, “in realtà dovrei dire che è stata nella mia mente per molto più tempo. “Quando c’è della musica in una stanza e c’è un artista sul palco che suona e fa il proprio mestiere, quando entri in quello spazio, cerca di essere consapevole di ciò che sta accadendo, presta attenzione e non parlare. Se vuoi parlare, salutare le persone e socializzare, puoi farlo, ma quando lo fai nel posto in cui si svolge un concerto, le altre persone che sono lì per ascoltare non hanno voce in capitolo su ciò che sta accadendo. A volte ho questa sensazione del tipo, ‘Se solo la stanza fosse silenziosa, potrebbe essere semplicemente incredibile’. Quando entri in questo spazio in cui c’è la musica, anche se vieni solo per veder suonare un gruppo specifico, fai attenzione se c’è qualcun altro che si esibisce e suona, ascolta o almeno stai tranquillo in modo che altre persone possano ascoltare, oppure vai altrove. Penso solo che, poiché è uno spazio comune, le persone dovrebbero poter godere di tutto ciò che l’artista ha da offrire”.

LA CONDANNA DELLO SPACCIATORE DI MAC MILLER

Ryan Michael Reavis, uno dei tre spacciatori coinvolti nella morte per overdose di Mac Miller, è stato condannato a 10 anni e 11 mesi di carcere, per l’accusa di essere stato l’intermediario tra Stephen Andrew Walter, che si è dichiarato colpevole di aver venduto ossicodone mischiato con fentanil, e Cameron James Pettit, che ha fornito le pillole al rapper. “Questo non è solo un normale caso di droga”, ha detto Reavis, “Qualcuno è morto e una famiglia non riavrà mai il proprio figlio. La mia famiglia sarebbe distrutta se fossi stato io. Ci penso in continuazione. E so che qualunque cosa accada oggi, sono io il fortunato perché la mia famiglia è qui e io sono qui e sarò di nuovo con loro. Mi sento malissimo. Questo non è quello che sono. La mia prospettiva è cambiata. Il mio cuore è cambiato”.

I GRETA VAN FLEET E L’APPROPRIAZIONE CULTURALE

(Credit: Stefan Brending / Wikicommons)

In seguito alle accuse di appropriazione culturale per i suoi look che imitano l’abbigliamento dei nativi americani, il frontman dei Greta Van Fleet, Josh Kiszka, ha scritto una lettera aperta pubblicata sul suo account Instagram: “Ai nostri fan indigeni”, scrive, “vi vedo. Mi sono preso del tempo per ascoltare e raccogliere i miei pensieri. Il mio apprezzamento per la cultura indigena è più grande di me. Riconosco il danno che l’ignoranza può fare alle comunità emarginate, una cosa che non vorrei mai perpetuare. Odio, mancanza di rispetto e pregiudizio di qualsiasi tipo non sono i benvenuti in questa comunità. Diventando adulto, ho potuto crescere e imparare. Questa crescita non si è fermata e non si fermerà qui. La tribù Chippewa ha avuto un impatto particolarmente profondo sulla mia vita essendo stato esposto alle loro cerimonie e usanze durante i miei primi anni nel Michigan. Ho fatto una donazione al First Nations Development Institute per aiutare a mantenere vive e vegete le tradizioni indigene come la loro. Se volete supportare con me, visitate firstnations.org. Pace, amore, unità e uguaglianza. Sempre. Josh”.

OZZY OSBOURNE SU LEMMY

In una nuova intervista, Ozzy Osbourne ha raccontato di aver parlato con Lemmy Kilmister la mattina della sua morte, il 28 dicembre 2015. “Era un brav’uomo Lemmy, lo era”, ha detto Osbourne a Classic Rock. “Ora se ne sono andati tutti i ragazzi dei Motörhead, dalla band originale. È difficile perdere qualcuno che ami. Stavo parlando con Lemmy la mattina in cui è morto, ma non riuscivo a capire di cosa stesse parlando. Volevo parlare con qualcun altro che era lì, ma continuavano a dare il telefono a Lemmy. Io e Sharon parliamo molto di quanto ci manchi”.

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E se non vi bastano queste news in pillole, qua trovate quelle musicali e qua quelle scovate dalla rete.

Redazione Rumore
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