Rap e sessismo: ascolta la playlist esclusiva di Wissal Houbabi

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Wissal Houbabi Foto Michaelyohanes87 1

L’autrice e attivista Wissal Houbabi, direttrice artistica di Bolobeat, ha compilato per noi una playlist a tema rap, donne e sessismo

RUMORE COVER FB NATALE 2023

Alla direzione artistica del BoloBeat, festival hip hop che si terrà a Bologna dal 27 al 30 dicembre, c’è anche Wissal Houbabi, giovane attivista e artista di origine marocchina, recente autrice per Einaudi del libro Attitudine – Anatomia di un occhio tagliato, in cui parla di come concilia il suo femminismo con la grande passione per il rap.

A questo proposito, Houbabi ha compilato una playlist in esclusiva per Rumore, sul tema della donna e del maschilismo nel rap, con dieci brani scelti e commentati da lei:


Lauryn Hill – Doo Wop

Questo brano è un must, impossibile non conoscerlo ma spesso ignorato nel suo messaggio. E’ uno Statement femminista, anche se Lauryn non lo dichiara o non si dichiara, di fatto sta analizzando il comportando tossico e sta incoraggiando le donne a liberarsi, sia dalla relazione tossica che dai canoni di bellezza imposti dalla supremazia bianca. Lauryn ha la caratteristica speciale di parlarti come un sorella.

Salt N Pepa – Let’s Talk about AIDS

L’album Black’s Magic contiene “Let’s Talk about Sex » scritto dal manager/producer Azor, che Salt successivamente lo riscrisse con il titolo “Let’s talk about AIDS” nel 1992. Ecco come attraverso anche il rap si possono affrontare tematiche importantissime come la salute sessuale, ricordiamo la precoce morte di Eaze E a causa dell’HIV. Ecco che la voce di donne cis e comunità queer riescono a dare consapevolezza anche della morte di un gangsta rapper che altrimenti, per gli effetti del sistema patriarcale sarebbe rimasta tacita, pare che un uomo virile faccia fatica a scrivere testi che parlano di malattie sessualmente trasmissibili.

Krtas Nssa – Bga3 Love

Sanae Rayhani in arte Krtas Nssa, la grafica riprende il logo di Porn Hub con il sangue che gocciola fino a rendere lo sfondo rosso. Krtas Nssa ha uno stile crudo, tagliente e fresco. E’ una rapper marocchina e, insieme a Khtek, Ily e nuove voci sta ribaltando completamente la percezione che si ha delle donne nel rap marocchino. Che se ne dica, quando ci si immagina nel mondo arabo solo donne velate, chiuse a casa, sottomesse al marito, ascoltatevi un po’ di rapper marocchine!

Shadia Mansour – AL KUFIYYEH 3ARABEYYEH ft. M1 (Dead Prez)

Rapper Palestinese, Shadia Mansour è una delle voci più importanti del rap palestinese e questo è un brano iconico perché la kufiyyeh è un simbolo di resistenza, al kufiyyeh (che ricorda in italiano cuffia) è  bianca e nera era stata immortalata sul capo della militante attivista Leila Khaled, icona rivoluzionaria che ancora oggi contribuisce a sensibilizzare per ciò che sta accadendo, nel 1969 ha partecipato  al dirottamento di un Boeing 707, ritratta in un campo di addestramento con in braccio un AK-47, al kufiyyeh è un simbolo, negli Stati Uniti alcuni ragazzi sono stati uccisi solo perché portavano addosso questo simbolo. Palestina Libera.

Casey – Apprends À T’taire

All’anagrafe Cathy Palenne, cresciuta a nord-est di Parigi nel dipartimento di Seine Saint-Denis e di discendenza della Martinica, lei che non ha mai accettato di stare sotto la cornice del “rap francese”,  ma rivendicava di fare del rap dei/lle figlie di immigrati. Il suo pensiero è stato confrontato alla filosofia politica di Franz Fanon, il suo rap scuro e duro, è un invito a prendere consapevolezza e riconoscere la struttura razzista e coloniale che è la Francia.
Casey, come tante pioniere del rap in Francia, è stata un punto di riferimento per la mia crescita, l’articolo pubblicato su Liberation il 23 giugno 2005, identifica la rapper Casey come un “maschio mancato”. Il Maschio Mancato sembra porsi come un “complimento”, incredibile, sta a indicare che il suo talento non si può ridimensionare al sottogenere del “rap femminile”. 

Rebeca Lane – ni una menos

Grande rapper e amica, Rebeca Lane è quello che possiamo riconoscere esplicitamente come rap femminista. Rebeca Lane usa il rap per rappresentare il movimento femminista, possiamo citare anche Sara Hebe o Ana Tijoux. Questo brano è un inno del movimento ni una menos, in Italia Non una di Meno, che ha reso Rebeca Lane famosa anche in Europa quando dall’America del Sud, dal 2016 il movimento femminista ha contaminato anche le grandi città europee.

Nitty Scott – Diaspora

Che dire, lei è bellissima e super talentuosa. Il video è praticamente un capolavoro, il cortometraggio “La Diaspora” racconta la storia stravagante di ne*rita nel Paese delle Meraviglie; un viaggio in un’utopia indigena che celebra l’identità diasporica e la vita tribale nel mondo pre-colonizzato. Cosa sarebbe se nulla fosse successo?..

KT Gorique – Regarde Moi

Rapper svizzera francofona, è una freestyler eccezionale e ha un rap conscious oltre che essere canonicamente molto hip hop. Anche i suoi testi parlano dell’esperienza delle persone nere nel contesto occidentale. Ha un flow impeccabile.
Una donna africana che ha perso le sue radici
Me lo ricordo ogni volta che c’è la settimana dell’antirazzismo.
Padroneggiamo la lingua di Molière,
La mia saliva è costosa e il mio sudore lo è ancora di più
.

Da Brat – Ghetto Love

And all this love is waiting for you. Sempre più per le persone razzializzate è importante cercare di capire cosa significhi amare. Una femminista hip hop disse “voi donne bianche chiamate gli uomini “uomini”, noi chiamiamo gli uomini “fratelli”, ecco questa frase semplice fa riferimento al senso di complicità che tra persone razzializzate si genera in occidente. Che cosa significa Amare se la vita di ha insegnato solo la violenza?

Moor Mother – The Blues Remembers Everything The Country Forgot

Non può essere solo rap, solo poesia, solo blues, solo consapevolezza, nu-soul. Questo brano è un capolavoro, i suoni non assecondano gli standard di mercato e permette così di aprire e liberare la sperimentazione. The Blues remembers everything the country forgot, il passato si può disperdere nella memoria ma non nella voce.


Redazione Rumore
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Rumore è da oltre 30 anni il mensile di riferimento per la cultura alternativa italiana. Musica (rock, alternative, metal, indie, elettronica, avanguardia, hip hop), soprattutto, ma anche libri, cinema, fumetti, tecnologia e arte. Per chi non si accontenta del “rumore” di sottofondo della quotidianità offerto dagli altri magazine.

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