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I 20 dischi più attesi di giugno 2020

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Scopri quali erano i dischi più attesi nei mesi di gennaiofebbraiomarzoaprile e maggio

Venerdì 5 giugno

Amnesia ScannerTearless (Pan)
La seconda prova del duo berlinese è “una riflessione su come ci si sente a fare esperienza della terra in un momento in cui la narrazione prevalente è quella del crollo”.

LA PriestGENE (Domino)
A quattro anni dal debutto, torna LA Priest – anche noto come Sam Dust, LA PRIEST e L.A. Priest – con un disco che prende il nome da una nuova drum machine modulare che Sam ha sognato e costruito, lavorandoci in isolamento per oltre due anni.

Run the JewelsRTJ4
“Fanculo”, dicono i RTJ pubblicando il disco in anticipo rispetto al pevisto, “perché aspettare, il mondo è infestato da stronzate, quindi ecco qualcosa di crudo da ascoltare mentre affronti questa situazione. Speriamo che ti dia gioia”.

Sondre LerchePatience (PLZ)
“L’ispirazione dietro il tema e il feeling del disco viene dal senso di spazio e tempo che associo alla musica ambient e minimalista. Da quando è uscito Pleasure nel 2017, ho corso molto, e ascolto principalmente musica astratta che mi aiuta a perdere il senso del tempo e della struttura”.

WestermanYour Hero Is Not Dead (PIAS)
“Your Hero Is Not Dead è pieno di canzoni superbamente costruite su morale, politica e sulle zone grigie dell’etica. Parla di empatia e compassione, lotta e liberazione, e tutti i modi in cui ci contraddiciamo e ci diamo battaglia”.

Rolling Blackouts Coastal Fever – Sideways to New Italy (Sub Pop) “Durante i tour mi sono sentito completamente tramortito” dice Keaney. “È molto divertente ma dopo un po’ ti inizi a domandare: ‘ma chi diavolo sono?’ Ti senti dappertutto ed in nessun luogo, però invece di perdermi nello sconforto ho voluto scrivere qualcosa che fosse ottimistico; molte delle canzoni sono espansive ed inclusive”.

MuzzMuzz (Matador)
Bene, leviamo di mezzo questa parte: i Muzz sono una nuova band composta da tre signori che probabilmente conosci: Paul Banks è il cantante degli Interpol, ha un progetto con The RZA chiamato Banks + Steelz e ha pubblicato dischi come artista solista. Matt Barrick ha suonato la batteria per Jonathan Fire*Eater e The Walkmen, e probabilmente lo hai visto in tournée con i Fleet Foxes. Josh Kaufman è un terzo del gruppo folk Bonny Light Horseman e ha lavorato con The National, Bob Weir, The Hold Steady, The War on Drugs e molti altri. Paul + Matt + Josh = Muzz. Ok, accidenti”.

Sonic BoomAll things being equal (Carpak)
Il cofondatore degli Spacemen 3 Peter Kember alias Sonoc Boom non pubblicava un album solista dal lontano 1989. Torna ora con un disco fortemente influenzato dalle collaborazioni che lo hanno tenuto impegnato in questi anni, fra cui Panda Bear, Beach House, MGMT, No Joy: “ho imparato da tutti quelli con cui ho lavorato, e volevo portare in questo lavoro quello che ho imparato. Ognuno pensa e ascolta la musica in modo diverso”.

Blanco Whiteon the other side (Yucatan)
“Ho scelto il nome in omaggio a uno dei miei scrittori preferiti, Joseph Blanco White”, spiega l’inglese innamorato del mondo latino Josh Edwards: “mi sembrava che rispecchiasse quello che sto cercando di fare con la musica, che è mischiare molte influenze spagnole con influenze di casa”.

Venerdì 12 giugno

Clap! Clap!Liquid Portrait (Black Acre)
Cristiano Crisci racconta di essersi preso una pausa da sample e composizione per “studiare le dinamiche del suono e la scienza del mix e della produzione. Ha cambiato studio e attrezzature, ponendo maggiore enfasi sulla corretta fusione di tecnologia analogica e digitale”.

Orlando Weeks – A Quickening (PIAS)
“Per me questo disco è un documento di alcuni dei momenti più complicati/semplici della mia vita”, spiega l’ex Maccabees, “Mi sono sentito estremamente fortunato ad aver avuto l’opportunità e il supporto per farlo”.

Paul Weller – On Sunset (Polydor)
Weller ha iniziato a lavorare al nuovo album nel 2018 dopo la pubblicazione di True Meanings, scrivendo e registrando presso i Black Barn Studios nel Surrey, con Jan “Stan” Kybert, che ha prodotto il disco insieme allo stesso Weller, con l’aiuto di Charles Rees e di Hannah Peel, che si è occupata degli arrangiamenti per gli archi.

Jehnny BethTo love is to live (Caroline)
Registrato fra Los Angeles, Londra e Parigi, l’esordio solista di jehnny Beth delle Savages vanta collaboratori come Flood, Atticus Ross, Johnny Hostile, Romy Madley Croft (The xx), l’attore Cillian Murphy e Joe Talbot degli idles.

CorikyCoriky (Dischord)
La band formata nel 2015 da Ian MacKaye e Joe Lally dei Fugazi con la batterista Amy Farina, metà del duo The Evens insieme a MacKaye. debutta finalmente una serie di live (che sperano di riprendere appena possibile).

Venerdì 19 giugno

Bob DylanRough and Rowdy Ways (Columbia)
Anticipato dai singoli I Contain MultitudesMurder Most FoulFalse Prophet, nel nuovo album di Dylan ci sono Walt Whitman, Martin Luther King, Anna Frank, Indiana Jones e i Rolling Stones, l’assassinio di Kennedy, l’America di ieri e di oggi.

Phoebe BridgersPunisher (Dead Oceans)
Per il suo secondo album, di cui abbiamo già potuto ascoltare Kyoto e ICU, la cantautrice statunitense ha collaborato fra gli altri con Lucy Dacus, Julien Baker, Conor Oberst e Jenny Lee Lindberg delle Warpaint.

Neil Young – Homegrown
Un disco atteso da oltre 40 anni, “un po’ troppo personale” per uscire nel 1975: “Mi spaventava. Non avevo mai pubblicato una cosa del genere. E probabilmente non lo farò mai. Penso che fossi troppo imbarazzato per farlo uscire. Era tutto un po’ troppo reale”.

Venerdì 26 giugno

ArcaKiCk i
Un viaggio alla ricerca della felicità, una riconciliazione con le origini venezuelane e l’identità trans latinx. Un album multiforme e sfaccettato dove pop e sperimentazione diventano un tutt’uno inscindibile, fra bubblegum, noise, psichedelia elettronica, ballate, inni. Con la collaborazione di Rosalía, Björk, Shygirl e SOPHIE.

KhruangbinMordechai (Dead Oceans)
A due anni da Con Todo El Mundo del 2018 e a qualche mese dall’EP Texas Sun con Leon Bridges, torna il trio texano con la sua indefinibile fusione di soul, funk, reggae, dub, psichedelia, surf-rock, sud-est asiatico, medio oriente e non solo.

Edda e Marok – Noio Volevam Suonar
“Gli chiedo un altro cameo per Alone vol. IV”, racconta Maroccolo, “una canzone bellissima. Detto, fatto! Mentre la finiamo, ci ritroviamo dentro al Corona. Cosa possiamo fare per noi stessi e per gli altri? Beh, facciamo un disco insieme e regaliamolo. Non essendo benestanti è l’unica possibilità che abbiamo, ed è inutile attendere tempi migliori, perché ora è il presente”.