La questione Brexit è ormai arrivata ai titoli di coda e anche Brian Eno ha detto la sua in occasione dell’uscita ufficiale della Gran Breatagna dalla comunità europea. Il musicista ha aderito al Movimento per la democrazia in Europa 2025, un movimento paneuropeo fondato dall’ex-Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, del quale Eno è membro del comitato consultivo insieme al linguista Noam Chomsky, alla giornalista e scrittrice britannica Rosemary Bechler e al filosofo Laurent de Sutter.
Da quel 2016 in cui la maggioranza degli inglesi votò al referendum per il “leave“, ossia l’abbandono dell’Unione Europea, son successe tante cose. Molti artisti all’epoca si schierarono contro questa scelta, prima e dopo le votazioni del 23 giugno 2016. Da Jarvis Cocker che pubblicò un pamphlet (attaccando più volte la politica inglese) a Gruff Rhys che compose un brano anti-brexit dal titolo I Love EU, mentre poche voci musicali erano pro-Brexit come l’ex Sex Pistols Johnny Rotten.
Ottima scelta! Per affrontare i problemi economici dell’emergenza Cov19 il Governo sceglie #MarianaMazzucato. Economista coraggiosa libera dai feticcio della #austerity. Da anni propone lo Stato promotore d’investimenti in innovazione per processi virtuosi di crescita economica. pic.twitter.com/oWsdapkYTJ
— DiEM25 Italia (@DiEM25_IT) February 29, 2020
Brian Eno non si è mai defilato dalla discussione politica e sociale, che fosse la questione israelo-palestinese, europea o inglese, come in occasione delle elezioni in cui pubblicò un singolo contro i conservatori. La questione europea però gli è sempre stata a cuore e questa è la traduzione del messaggio che ha voluto trasmettere agli europei facendo anche un a certa autocritica. A questo messaggio ha poi risposto Yanis Varoufakis, fondatore di DiEM25.
Ecco cosa ha voluto raccontare e trasmettere l’artista britannico, Brian Eno:
Ai miei amici europei
Volevo solo dirvi che, nonostante il mio paese abbia preso la decisione folle, infantile e probabilmente suicida di lasciare l’Europa, rimango orgoglioso di essere un europeo e orgoglioso del grande esperimento sociale che l’UE rappresenta. Nella mia mente, sono ancora in Europa, ed è qui che rimarrò. Per l’Inghilterra è tutto finito adesso e le prossime generazioni giudicheranno i risultati.
Ma vi sto scrivendo perché voglio raccontarvi cosa è successo in Inghilterra.
C’erano tutti gli ingredienti sistemici che probabilmente conoscete: una stampa corrotta e ingannevole di proprietà di una manciata di persone molto ricche; un’illusione assurda e attentamente coltivata sul passato imperiale dell’Inghilterra; un’istituzione mediatica che prospera su attenzione e clic e quindi amplifica le possibilità politiche di intrattenitori come Trump e Johnson; un ecosistema di social media che guida la polarizzazione piuttosto che un compromesso, e una serie di leader indistinti che apparentemente non hanno capito nulla di nessuno di questi problemi sistemici.
Ma c’era anche qualcos’altro, e questo è il punto di questa lettera: quelli di noi che si definiscono liberali o socialisti o democratici non stavano prestando attenzione.
La maggior parte di noi non ha notato che per i lavoratori le condizioni stavano diventando più deboli ogni anno. E non ci siamo accorti che la stampa scandalistica dirigeva incessantemente la colpa di quelle condizioni verso le vittime: immigrati, poveri, assistenti sociali, insegnanti, stranieri … e soprattutto l’UE.
Non ci siamo accorti perché per noi la vita non era poi così male: avevamo tutti i nostri iPhone, le app, un account Amazon, voli economici verso il mare e altri modi per perdere tempo. Nel frattempo c’è stata una rivoluzione in corso.
Non abbiamo riconosciuto la rivoluzione perché abbiamo sempre pensato che fossimo noi a essere i rivoluzionari. La rivoluzione è avvenuta mentre stavamo seduti lì dietro, a guardare Netflix.
Sono abbastanza fiducioso che anche i vostri paesi dovranno presto affrontare le campagne di uscita dall’Europa, se non lo hanno già fatto. L’UE è un obiettivo facile per qualsiasi politico ambizioso: vuoi diventare un grande nome in politica? Individua un problema, riversalo sull’UE e poi monta il cavallo nazionalista con tutto l’aiuto che i media possono (e inevitabilmente ti daranno).
Per favore, amici miei in Europa, non commettete gli stupidi errori che abbiamo fatto. Non ridete solo di persone come Trump, Johnson e tutti gli altri, perché presto vi mangeranno. Se vogliamo che un’Europa unificata sopravviva, dobbiamo difenderla ora.
Dobbiamo parlarne.
Dobbiamo pensarci.
Rendendola migliore.
Facendola funzionare.
Buona fortuna a tutti voi e spero di rivedervi tra una o due generazioni.
Brian Eno
Qua sotto un panel di discussione con Brian Eno e Yanis Varoufakis.