Tutti i contenuti del numero 381 di Rumore, ottobre 2023.
David Sylvian, l’opera struggente di un formidabile genio
Attivo ormai da circa mezzo secolo, David Sylvian è un gigante della musica che più amiamo. Il più sconosciuto dei famosi, o il più famoso degli sconosciuti: se parliamo di autori che hanno fatto grande la popular music negli ultimi 40 anni. L’uscita di un box colossale (10 dischi!) e retrospettivo riguardante la sua carriera nel nuovo millennio (ossia gli anni solisti dal 2000 in poi) ci fornisce un assist perfetto per ragionare sulla sua figura. Così la coppia composta da Daniela Liucci e Letizia Bognanni si è messa all’opera. Intervistando prima di tutto Chris Bigg: art director e graphic designer che ha curato l’intera operazione. L’alter ego visuale di David. Già, Sylvian, l’uomo delle quattro stagioni, così come viene ritratto nel nostro speciale. Dalla wave giovanile dei Japan ai dischi solisti, dalle collaborazioni con Ryūichi Sakamoto all’elettronica sperimentale dell’ultimo ventennio. Sylvian è un mondo a sé stante: ha scritto alcune fra le più belle e toccanti canzoni dell’ultimo mezzo secolo, ma da tempo vive ormai nascosto negli Stati Uniti. Lui, inglese, ha scelto una forma di ghosting che potesse preservare la sua vita e la sua attività artistica, ancora in evoluzione. Una figura sfaccettata quanto leggendaria, fuori dalle mode e poco investigata. Per questo valeva la pena metterla a fuoco. Per la prima volta David Sylvian sta sulla copertina di Rumore: da qui parte il numero 381, ottobre 2023.
Di tutt’altro genere l’inchiesta firmata da Carlo Bordone e Giona A. Nazzaro. Che si sono concentrati su un territorio meticcio. Si parla di weird walk ma anche di weird folk. Qualcosa che sta a metà tra le evoluzioni moderne del concetto di musica folk – non a caso abbiamo scelto e intervistato i Lankum come rappresentanti di questa scena e autori di uno degli album più riusciti dell’anno – e delle sue filiazioni con la cultura ancestrale britannica. Dentro c’è tanto: passeggiate nei luoghi misteriosi della tradizione folk, fanzine, turismo, drones e chitarre acustiche. Ma non solo: siccome quest’anno ricorre il 50° anniversario di The Wicker Man – film di culto che ha influenzato un paio di generazioni di musicisti fra cui soprattutto i sopracitati Lankum – ne approfittiamo per allargare il ragionamento e capire il percorso fatto in mezzo secolo da radici piantate nel cinema ed evolutesi poi in ogni direzione: cultura e società.
Ancora: l’industria discografica è cambiata molto negli ultimi anni, evolvendosi e incorporando sempre più ruoli professionali femminili a tutti i livelli. Alcune ragazze in particolare stanno però portando stabilmente dentro l’industria figure di una complessità mai vista o quasi sinora. Figure che non senza fatica stanno provando a emergere nell’ultimo periodo e nella scena mondiale. Grazie alla penna di Mauro Fenoglio e Francesco Farabegoli abbiamo deciso di mettere a confronto alcuni nomi di songwriter “complesse” che dalla nicchia stanno provando ad abbracciare pubblici più vasti grazie ai loro nuovi dischi. Il riferimento è prima di tutto per la “nostra” Marta Del Grandi, allargando la fotografia anche alla riluttante Mitski e all’intellettuale Mary Lattimore.
Ancora più articolato si fa il discorso se parliamo della nuova generazione di artiste afroamericane. Qui, fra letteratura e musica, con evidenti influenze indie se non punk, stanno emergendo figure come Kara Jackson, Hannah Jadagu, Leila Mottley e Zakiya Dalila Harris. Ragazze che scrivono, pubblicano romanzi, canzoni e dischi. E per fortuna ciò succede grazie a marchi di punta – dalla Mondadori alla Sub Pop – invece di essere confinate in settori invisibili della produzione culturale. Parafrasando il titolo del romanzo che più di tutti sta facendo palare di sé in quest’area, “le altre ragazze nere” sono pronte per dare un sano scossone a un mondo ancora troppo intorpidito.
Proseguiamo, ma tornando indietro con le pagine, inizio giornale: un po’ d’Italia fra le facce che occupano le pagine della sezione “Futura”: dalle sperimentazioni di Alessandro Sgarito alle visioni d’autore di Dario Dont. A cui si aggiungono i micidiali londinesi Lunch Money Life, l’apolide Glasser e gli statunitensi Upchuck. E ancora: grandi aspettative attorno a nomi come Margaritas Podridas e Trophy Eyes.
Tra i libri che questo mese ci sono piaciuti di più segnaliamo i nuovi volumi dedicati a Lou Reed, CCCP e Mudhoney, senza dimenticare quelli firmati da Tommaso Giagni e Mat Osman degli Suede. Alessandro Baronciani disegna Sinéad O’Connor, accompagnato dalle parole di Alessandro Besselva Averame, il quale riassume anche le vite artistiche di Robbie Robertson e Sixto Rodriguez.
Non può infine mancare una sezione recensioni più ricca che mai, come accade ogni autunno; il disco del mese italiano è quello oscuro e wave del giovane bolognese Ibisco. Un album, il suo, che aspettavamo con trepidazione essendo il secondo di una carriera più che promettente.
Mentre all’estero guardiamo con ammirazione alla newyorkese di Brooklyn L’Rain: la seguiamo da tempo ed è finalmente giunto per lei l’album della consacrazione. Analizziamo inoltre le nuove uscite di The Chemical Brothers, The Drums, Sufjan Stevens, Liquami, Oneohtrix Point Never, Kryptograf, Ethan P. Flynn, Olivia Rodrigo, Roger Waters, Wilco, Corinne Bailey Rae, Vanishing Twin, The National, Crime & The City Solution, Royal Blood, Sampha, Giorgio Canali & Rossofuoco, Melanie De Biasio, Osees, Steven Wilson, Graveyard, Wild Nothing, Forest Swords, Prong e tantissimi altri. Tra le ristampe invece si segnalano quelle di The Teardrop Explodes, Hawkwind, Celibate Rifles, Venom.
“Rumore” 381, giugno 2023, è in edicola: al prezzo di 8.00 euro. Disponibile anche la versione app da scaricare, per tutte le piattaforme. Buona lettura!
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SOMMARIO
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