Stefania Ianne racconta il live londinese degli energici e, a loro modo, politici Amyl And The Sniffers
di Stefania Ianne
Nuovo singolo e concerto londinese prima di tuffarsi nel marasma dei tour festivalieri in Europa, finalmente mi ritrovo tra il pubblico per un concerto degli Amyl And The Sniffers. Amy Taylor è una forza della natura. La minuscola cantante australiana dal primo minuto del concerto trasmette una carica energetica immensa. E sin dalle prime battute ci fa sorridere con la sua ironica versione dei miti sensuali anglosassoni, si presenta sul palco con impermeabile da “streaker” per rivelare dopo poche canzoni un costume minuscolo da infermiera. “You Should Not Be Doing That”, le dicono, il mondo musicale che lei stessa definisce “bitchy” come le scuole superiori non la prende sul serio? E lei raddoppia la carica sensuale e l’autoironia nell’ultimo singolo così come dal palco. E raddoppia la carica energetica. Un concerto degli Sniffers è un treno inarrestabile di parole, di riff accattivanti, di contraddizioni, di rabbia, di esasperazione, è un grido di ribellione dal punto di vista di una ragazza minuscola armata di tanto coraggio e di un coltello, se necessario – e spesso è necessario anche solo per essere sicuri di ritornare a casa sani e salvi la sera (Knifey). Nei momenti migliori del concerto Taylor ci assale in perpetuo movimento mentre canta il suo slogan in Guided by Angels: “Energy is my currency” energia positiva e energia negativa inesauribili. E in Knifey tutta la sala grida insieme a lei: “stop fucking me up”! Tante ragazze si gettano nella mischia del crowdsurfing, di questi tempi considerato antisociale, ma ufficiosamente tollerato. Gli uomini della sicurezza sono esausti, continuano a raccogliere persone armate di scarponi militari. A fine concerto Amy trascina KT, la cantante degli Upchuck, sul palco a urlare Some Mutts (can’t be muzzled) con lei e KT non si lascia pregare e prontamente si lancia nella mischia e si lascia sollevare e trascinare dal pubblico. La Scala di Londra è un posto quasi in miniatura, reso ancora più soffocante da due zone a balconcino a schiacciare il parterre. Posso quasi toccare il soffitto, le temperature si alzano, l’atmosfera è asfissiante, sembra essere veramente ritornati indietro nel tempo quando la musica era DIY per davvero, amatoriale, sporca, improvvisata.
Non sono una persona politica ma: “I care”. Amy Taylor urla dal palco e sappiamo tutti a cosa si stia riferendo. Non è impegnata politicamente? Essere leader di un gruppo formato da uomini (Bryce Wilson alla batteria, Declan Martens alla chitarra e Gus Romer al basso), in un mondo dominato da uomini ed esprimere il disagio femminile in un mondo patriarcale è un atto politico molto potente. Raccontare la propria esperienza e esprimere il disagio delle classi più povere con le sue parole urlate, è un atto politico. E il messaggio sta arrivando forte e chiaro.
Setlist
Control
Got You
Shake Ya
GFY
Facts
I’m Not a Loser
Security
Snakes
Maggot
Starfire 500
Gacked on Anger
Balaclava Lover Boogie
Capital
Guided by Angels
Knifey
No More Tears
Freaks to the Front
U Should Not Be Doing That
Hertz
Some Mutts (Can’t Be Muzzled) (with Upchuck singer)
