Intervista ai Murder Capital: “Il nostro rituale pre-concerto è accogliere le energie del luogo”

Date:

Murder Capital

In attesa di rivedere i Murder Capital in Italia, a Ferrara Sotto Le Stelle, abbiamo fatto qualche domanda al frontman James McGovern

Banner Fsls24xrumore (2)

di Letizia Bognanni

Il loro Gigi’s Recovery è stato uno dei nostri dischi dell’anno del 2023, e in concerto si sono confermati una delle migliori band in circolazione. Gli irlandesi Murder Capital stanno per tornare in Italia, dove suoneranno il prossimo 8 giugno a Ferrara Sotto Le Stelle – altri headliner dell’edizione 2024 saranno Blonde Redhead, Dry Cleaning, Fantastic Negrito, Einstürzende Neubauten. In attesa di rivederli dal vivo, ci siamo fatti raccontare dal frontman James McGovern qualcosa della vita in tour e dei progetti per il futuro.

Siete più tipi da studio o da live? Preferite il momento della scrittura e della creazione di un album oppure il momento in cui l’album viene portato direttamente alle persone?

“Non può esserci una cosa senza l’altra. Se proprio avessi una pistola puntata direi che probabilmente preferisco i live, in studio si fa il lavoro più duro e i live sono la ricompensa che in qualche modo lo rende più leggero. Però è come l’uovo o la gallina, non sono sicuro”.

Ci racconti le esperienze più memorabili che avete vissuto in tour? Una in positivo e la peggiore?

“Per la più positiva direi il cibo (ride), abbiamo mangiato dell’ottimo cibo in tour, questo è positivo. A parte ciò, i concerti in generale sono andati sempre bene, raramente abbiamo avuto serate storte. I concerti in Italia ad esempio li ricordo con molto piacere, siamo stati a Milano, Bologna, sono stati dei grandi concerti”.

Anche a Roma, io ero lì, ho una foto di te con la maglia di Totti, ci tengo perché sono tifosa della Roma.

“Certo, è stato bello. È una maglia classica quella. Invece per quanto riguarda le esperienze negative non me ne vengono in mente tante, probabilmente le notti passate in qualche hotel malfamato o dei locali in Inghilterra dove la gente piscia sul pavimento. Ma sono anche cose che fanno ridere, quando siamo in giro ci ridiamo su”.

Come vi preparate per i concerti, avete qualche rituale, qualcosa che fate sempre?

“Non so se si può chiamare rituale, ma quello che facciamo è sentire e accogliere l’energia che c’è nell’aria, non solo sul palco ma anche nel backstage. Diciamo che devi vedere dove si trova la testa di ognuno di noi. Ogni concerto è diverso, e penso che quando inizi a sentire che stanno diventando tutti uguali ti stai come arrendendo, capisci? Per il resto no, non bevo sempre la stessa cosa o roba del genere. Quello che facciamo è connetterci, tutto qui, è il nostro modo anche per gestire l’adrenalina”.

C’è qualche posto dove non avete mai suonato e vi piacerebbe?

“Sì, il Giappone, l’Australia, il Sudamerica, l’Africa, tutti i continenti che non abbiamo ancora toccato”.

La prima volta che abbiamo parlato, fra le altre cose abbiamo parlato di Nick Cave. Nei prossimi mesi aprirete i suoi concerti, siete contenti?

“Sono felicissimo, non potrei essere più felice, davvero. È perfetto. Penso che sia il concerto perfetto. Sembra un po’ una cosa scritta nel destino, anche se non avremmo mai creduto che sarebbe successo. L’ho visto nel 2022 al Rock en Seine ed è stato il concerto più illuminante che abbia mai visto. Mi piacerebbe moltissimo collaborare con lui in futuro”.

C’è qualcun altro con cui vi piacerebbe lavorare?

“Damon Albarn. E le Warpaint, sia come band che singolarmente, sono una grande band ma anche persone incredibili. E Kendrick. E poi mi piacerebbe fare un film con Joachim Trier, il regista della Trilogia di Oslo”.

A parte questo, quali sono i vostri progetti per il futuro? State lavorando a un nuovo album?

“Sempre”.

Qualche spoiler? Sarà diverso dai precedenti, cosa possiamo aspettarci?

“Credo sia meglio non avere aspettative, è un mio consiglio in generale. Sarà rock, dirò solo questo”.

Ultimamente fra le giovani band come voi c’è un forte ritorno a sonorità anni 90 più che post punk com’è stato nell’ultimo decennio, anche voi (chiedo senza aspettative) potreste andare in questa direzione?

“Spero non in modo così sfacciato come alcuni di cui probabilmente stai parlando, non lo so, ma ci sono alcuni demo che abbiamo scritto che suonano effettivamente anni 90. Capisco quello che dici, è il solito ciclo dei 30 anni, 30 anni fa era la metà degli anni 90 e oggi sembra proprio che si segua quel trend, però mi sembra una cosa poco creativa, non lo so”.

Cosa stai ascoltando in questo periodo?

“Elliott Smith e Lou Reed. Basta. Anzi no, sto ascoltando molto anche i DIIV”.

Com’è il vostro processo creativo come band? Quando scrivete ad esempio, lo fate insieme oppure vi ritrovate con cose scritte singolarmente e le mettete insieme? Come lavorate?

“Per quanto mi riguarda scrivere è andare in quel posto della tua mente abbastanza aperto da sentire cosa succede intorno. Anche conversazioni o melodie ascoltate casualmente per strada. Poi è diverso per ogni canzone, e quando devi portare qualcosa alla band non sai mai come andrà, devi provare a parlare la stessa lingua, alcune volte funziona, altre meno. Lo studio può essere un campo minato, devi mettere insieme tante cose e tante teste”.

A proposito di “mettere insieme”: gli artisti irlandesi sono probabilmente, almeno in Europa, i più espliciti e impegnati per quanto riguarda quello che sta succedendo in Palestina, ho visto la lettera per il boicottaggio dell’Eurovision, varie compilation, concerti… Voi siete coinvolti in qualche iniziativa?

“Su questo tema la nostra posizione è molto chiara, c’è un genocidio in corso e ci deve essere un cessate il fuoco il prima possibile. Ovviamente come irlandesi siamo in qualche modo intrinsecamente connessi a quello che sta succedendo, sappiamo cosa significhi essere un popolo oppresso. Perciò, la mia posizione è in completa solidarietà coi palestinesi, punto”.

PIÙ LETTI

More like this
Related

Ascolta in anteprima l’EP dei canale, L’Ultimo Fiore Del Mondo

In anteprima su Rumore ci ascoltiamo il nuovo EP della band toscano emo punk canale dal titolo L'Ultimo Fiore Del Mondo

Il misticismo nel nuovo video di Indigo dei Valerian Swing con Giovanna Cacciola degli Uzeda

Indigo è l'ultimo singolo prima dell'uscita del nuovo disco della band math/post rock/sperimentale Valerian Swing

Tutto quello che c’è da sapere sul Lumen Festival di Vicenza

A Vicenza torna il Lumen festival per l'undicesimo anno

Le foto dei King Gizzard And The Lizard Wizard al Circolo Magnolia, Milano – 04/06/2024

A documentare per noi l'eclettico show dei King Gizzard And The Lizard Wizard c'era Starfooker