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Dischi da ascoltare questa settimana (26 febbraio – 3 marzo)

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dischi da ascoltare settimana febbraio marzo
(Credit : Unsplash / János Venczák)

Alcuni dischi da ascoltare usciti questa settimana, dal 26 febbraio al 3 marzo 2024

Cosa abbiamo ascoltato la settimana scorsa? Ecco qui.

di Luca Di Criscio

Yard Act Where’s My Utopia? (Island/Universal)

Dopo l’acclamatissimo album di debutto The Overload del 2022, prime posizioni nelle classifiche inglesi e una partecipazione al The Tonight Show di Jimmy Fallon, i quattro di Leeds sono tornati sulla terra per realizzare il loro secondo album in studio. Prodotto da Remi Kabaka Jr. dei Gorillaz, il disco si presenta come una riflessione matura su questo successo così rapido, che si allontana dal post-punk distintivo dell’esordio per abbracciare una vasta gamma di generi. Infine sono i protagonisti della cover del numero di marzo di Rumore, in edicola

Liam Gallagher & John Squire Liam Gallagher John Squire (Warner)

“Cos’è questo un episodio crossover?” Sarà stata l’iconica frase del personaggio della serie BoJack Horseman, Mr. Penautbutter, la reazione che tutti hanno avuto all’annuncio di questo disco. Due artisti provenienti da due delle band più influenti e importanti del mondo brit, rispettivamente Oasis e The Stone Roses, hanno unito le loro forze per realizzare un disco che vuole opporsi con forza alle tendenze odierne.

Pissed Jeans Half Divorced (Sub Pop)

A distanza di ben sette anni dall’ultimo lavoro in studio Why Love Now la band del Pennysilvania torna finalmente con un nuovo album. Il disco, a detta degli stessi Matt Korvette e soci, esprime “la tensione tra l’ottimismo giovanile e la deprimente realtà dell’età adulta”, il tutto condito da una sapiente commistione di punk e hardcore.

Mannequin Pussy I Got Heaven (Epitaph)

Giunta al suo quarto disco in studio, la band di Philadelphia sta dimostrando di essere in una fase di evoluzione stilistica e compositiva. Con l’ingresso in pianta stabile del chitarrista e tastierista Maxine Steen le classiche atmosfere punk si stanno facendo influenzare maggiormente dai synth, mentre la cantante e autrice dei brani Marisa Dabice sta progressivamente mettendo da parte il suo isolamento compositivo per realizzare brani in modo collettivo.

Kid Yugi I Nomi Del Diavolo (EMI/Universal)

Il secondo attesissimo album del rapper tarantino si presenta come una riflessione sul male e tutte le sue sfaccettature. Ispirandosi alla letteratura di William Golding e di Michail Bulgakov, l’artista descrive in ogni traccia del disco l’influenza del male sui singoli e sulla collettività. In questa narrazione non è solo, ma accompagnato da diversi ospiti: Sfera Ebbasta, Lazza, Geolier, Tedua, Ernia e Noyz Narcos tra gli altri.

Ben Frost Scope Neglect (Mute)

Dopo la realizzazione di diverse colonne sonore per film e serie, l’artista australiano torna a dedicarsi alla propria carriera solista. Cercare di inquadrare questo disco, però, è pressoché impossibile. In esso si fondono elementi tra di loro distanti anni luce come le sonorità in bilico tra ambient e drone e la cattiveria e l’energia delle chitarre in stile metalcore: ogni categoria sarebbe errata.

Everything Everything Mountainhead (BMG)

Il settimo album in studio della band di Manchester arriva a due anni di distanza dal precedente Raw Data Feel e punta a combinare il pop tipico degli anni 80 con le classiche sonorità indie del gruppo. Il disco mostra una società articolata lungo una montagna, in cui coloro che si trovano in cima, i mountainhead, vivono solamente per incrementarla e mantenere il proprio status. Uno scenario distopico confermato anche dal fatto che la composizione delle liriche è stata affidata per larghi tratti ad un bot.

Faye Webster Underdressed At The Symphony (Secretly Canadian)

A tre anni di distanza dal precedente I Know I’m Funny haha la cantautrice americana torna con un nuovo album, che trae le sue mosse da una singolare abitudine da lei intrapresa. In seguito ad una rottura, l’artista ha iniziato a recarsi ai concerti dell’Atlanta Symphony Orchestra, senza preavviso né conoscenza del programma. Un disco che si preannuncia, quindi, permeato dal tema della fine di un amore, trattato ora con leggerezza, ora con serietà.

Kaiser Chiefs Kaiser Chiefs’ Easy Eight Album (V2)

L’ottavo album della band di Leeds, come indica chiaramente il suo titolo, segna un decisivo cambio di rotta, che dall’indie rock del passato conduce verso la dance e il funk. A dimostrarlo ci sono le produzioni di Amir Amor (Sam Smith, Ed Sheeran, Charli XCX) e soprattutto l’illustre collaborazione con il re della discomusic Nile Rodgers in Feeling Alright.

The Bevis Frond Focus On Nature (Fire)

Il gruppo di Nick Saloman dalla lunghissima carriera, oltre 30 album in quarant’anni di carriera, torna con un nuovo lavoro e sembra non volersi fermare più. Con un’audace commistione di rock psichedelico, folk inglese e power pop il disco si propone di affrontare l’importante tema del futuro del nostro pianeta, spaziando dalle guerre ai problemi climatici.

ScHoolboy Q BLUE LIPS (TDE/Interscope)

È dal gennaio del 2020 che il rapper californiano parla della lavorazione del suo sesto album in studio e alla fine, dopo ben cinque anni trascorsi da CrasH Talk, il disco è stato pubblicato. Ormai in età adulta, l’artista mostra tutti i lati della sua personalità, da quella del gangster a quella del padre, combinando le sue barre con sapienti produzioni che spaziano tra rock, soul e jazz.

Herself Spokern Unsaid (Urtovox)

Il polistrumentista Gioele Valenti – già JuJu – torna dopo cinque anni di distanza da Rigel Playground con il suo progetto Herself dove il lo-fi folk da fine del mondo incrocia l’animo crooner. Con lui Ornella Centriglia (piano e synth), Aldo Ammirata (violoncello e basso) e Andrea Chentres (batteria). Nel numero di marzo che trovate in edicola è uno dei due dischi italiani del mese.

Nils Frahm Day (Leiter)

A dire la verità il pianista tedesco Nils Frahm non mancava da molto tempo: le tre ore di musica di Music For Animals risalgono solo al 2022. Day contiene sei tracce di piano solo composto da sei composizioni che hanno visto il musicista in totale isolamento, lontano dal Funkhaus Studio, il suo studio di registrazione a Berlino.

Squarepusher Dostrotime (TDE/Interscope)

L’ultimo album del polistrumentista e musicista elettronico britannico Squarepusher – aka Thomas Russell Jenkinson – era Be Up Hello, uscito proprio poco prima che praticamente tutto il mondo si fermasse a causa del covid. E infatti questo lavoro è, come dice lui, ispirato al “silenzio nuovo, inquietante e sublime” del lockdown. Inizialmente l’album non sarà disponibile sui servizi di streaming, ma solo in formato fisico (LP, CD e in formato digitale tramite lo store dell’etichetta e i migliori negozi in tutto il mondo).

In edicola trovate il numero di marzo di Rumore con gli Yard Act in copertina. Oltre ai servizi, alle interviste e alle nostre rubriche, trovate ben più di 250 dischi recensioni.

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