Home Speciali Liste e classifiche Dischi da ascoltare questa settimana (12-18 febbraio)

Dischi da ascoltare questa settimana (12-18 febbraio)

0
Polina Hit BVk54OlzmqE Unsplash 2
(Credit : Unsplash / Хитрун Полина)

Alcuni dischi da ascoltare usciti questa settimana, dal 12 al 18 febbraio 2024

Cosa abbiamo ascoltato la settimana scorsa? Ecco qui.

di Luca Di Criscio

Idles TANGK (Partisan)

Gli Idles come non li avete mai sentiti prima. Per questo quinto disco in studio, prodotto da Nigel Godrich (Radiohead, The Smile, Roger Waters) e Kenny Beats (Vince Staples, Freddie Gibbs, Denzel Curry), la band di Bristol ha deciso di uscire dalla propria zona di comfort. Canzoni d’amore e un approccio più melodico e dalle sonorità elettroniche: questa è la nuova ricetta del gruppo.

Chromeo Adult Contemporary (autoprodotto)

A sei anni di distanza dall’ultimo Head Over Heels, il duo canadese elettrofunk composto da Patrick Gemayel (P-Thugg) e David Macklovich (Dave 1) torna a realizzare un nuovo disco. Qui la loro missione è duplice: da un lato, mostrare l’importanza e l’eredità del genere funk; dall’altro mandare un forte messaggio di coesistenza tra culture diverse, dal momento che i due musicisti sono rispettivamente l’uno arabo e l’altro ebreo.

Grandaddy Blu Wav (Jason Lytle/Dangerbird)

Una delle notizie più inaspettate, ma di quelle che scaldano il cuore: dopo la tragica morte del bassista Kevin Garcia nel lontano 2017, i Grandaddy sono riusciti a farsi forza e ad andare avanti, tornando a creare nuova musica. Un disco nato da un viaggio on the road in Nevada, con colonna sonora costante Tennessee Waltz di Patti Page, che gli ha permesso di realizzare Blu Wav: una perfetta crasi tra bluegrass e new wave.

Laura Jane Grace Hole In My Head (Big Scary Monsters)

Quando la carriera dei suoi Against Me!, da lei fondati e di cui costituisce l’unico membro che ha sempre fatto parte del gruppo, è stata messa in pausa, l’artista americana ha sentito il bisogno di andare avanti. Così, a quattro anni di distanza dal suo debutto solista è tornata con un nuovo disco, sempre pieno di rabbia, punk e vicende personali.

Lime Garden One More Thing (autoprodotto)

Dopo una lunga serie di singoli iniziata nel 2020 e numerosi concerti, finalmente i tempi sono maturi per il primo disco in studio della band di Bristol. Prodotto da Ali Chant, che tra i tanti ha lavorato anche con PJ Harvey, il disco si configura come un sentito omaggio alla musica indie rock degli anni passati, che tanto ha ispirato questo giovane gruppo.

Mahmood NEI LETTI DEGLI ALTRI (Island/Universal)

Anticipato dal blasonato singolo Tuta Gold, brano con cui Mahmood ha preso parte per la terza volta nella sua carriera al Festival di Sanremo classificandosi sesto, il disco testimonia la crescita continua e lo sviluppo di una dimensione sempre più internazionale dell’artista milanese. Tema centrale qui sono le relazioni, come cambiano e come si gestiscono, in un autentico viaggio tra i sentimenti dell’animo umano.

Sean Ono Lennon ASTERISMS (Tzadik)

Un disco dalla gestazione lunga e complessa, nato come uno spettacolo dal vivo, rimandato più volte causa pandemia, e tramutato poi in un album in studio. Tentare di descriverlo è molto difficile, possiamo dire che si tratta di una suite strumentale in cinque movimenti, ispirata da riflessioni sul destino e sul rapporto con la madre, che si articola tra rock, jazz ed elettronica.

Royel Otis PRATTS & PAIN (OURNESS PTY)

Dopo aver iniziato a guadagnare consensi ed ingressi nelle playlist editoriali indie con una serie di EP ed il singolo Oysters In My Pocket, anche per la band di Sydney è giunto il momento del primo disco in studio. Il duo, composto da Royel Maddell e Otis Pavlovic, ha composto gran parte dell’album in un pub nel sud di Londra di nome Pratts & Payne, dalla cui storpiatura nasce il titolo di questo disco.

serpentwithfeet GRIP (Secretly Canadian)

La carriera di serpentwithfeet, al secolo Josiah Wise, finora ha preso ogni volta una piega nuova, con dischi appartenenti a generi sempre diversi. Partito dal gospel di soil e passato attraverso l’R’n’B di DEACON, questo disco testimonia l’approdo alla dance tipica dei club per omosessuali di colore in cui l’artista è cresciuto. Attenzione agli incontri che si possono fare in questa affollata discoteca: tra le fila del disco c’è anche Ty Dolla $ign.

Friko Where We’ve Been, Where We Go From Here (ATO)

Il duo di Chicago formato da Niko Kapetan (chitarra e voce) e Bailey Minzenberger (batteria) si inserisce fra le trame indie rock spaziando agilmente con questo esordio prodotto da Scott Tallarida e dallo stesso due, masterizzato da Heba Kadry (Björk, Big Thief) e registrato principalmente dal vivo presso lo studio Trigger Chicago di Tallarida.

Nouvelle Vague Should I Stay Or Should I Go? (Kwaidan/[PIAS])

Il progetto tutto francese nato per volere di Marc Collin e Olivier Libaux nel 2003 giunge oggi al suo quinto album in studio, guidato sempre dallo stesso mantra: rivisitazione di classici post-punk in chiave bossa nova e cool jazz. Così, in modo totalmente inaspettato, ci si trova catapultati all’interno di un jazz club di anni cinquanta ascoltando in realtà brani di The Clash, Depeche Mode, Tears For Fears, Billy Idol e The Smiths.

Omni Souvenir (Sub Pop)

A cinque anni di distanza dal precedente Networker, la band di Atlanta capitanata da Frankie Broyles torna con il suo quarto album in studio. Presentato come un disco caratterizzato da riff incisivi e ritmi molto marcati, presenta inoltre la prima collaborazione del gruppo con un artista esterno: a fornire la voce per Plastic Pyramid, singolo che ha anticipato l’uscita del disco, è infatti l’amico Izzy Glaudini.

El Perro Del Mar Big Anonymous (City Slang)

Era il lontano 2016 quando Sarah Assbring, vero nome dell’artista svedese, pubblicava il suo ultimo lavoro KoKoro. Dopo ben 8 anni è tornata a realizzare nuova musica con un disco dai toni molto cupi, meditabondi e totalmente incentrato sul tema dell’elaborazione del lutto e dell’impossibilità di essere come prima: insieme alle persone è sempre anche un pezzo di sé ad andare via.

Exit mobile version