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Progetto Biglia, intervista a Patrizio Cenacchi: “La biglia è l’immagine del movimento, collettiva mai individuale, è un iper-conduttore per descrivere le traiettorie più imprevedibili”

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Patrizio Cenacchi Biglia

Patrizio Cenacchi, responsabile di Ater, racconta il progetto Biglia

di Barbara Santi

L’Emilia-Romagna è sempre stata un passo avanti, culturalmente e socialmente, capace di creare occasioni di scambio, unione e commistione tra artisti di spessore vari e defilati, lo ha dimostrato nel tempo. Questa fiamma, nonostante le criticità assortite dell’ultimo ventennio, non si è mai spenta. Si pensi al Circuito Multidisciplinare ATER (Associazione Teatrale dell’Emilia-Romagna), che opera nella regione di fatto dal ’64, o al Centro Musica di Modena, in pista dal ’94, o ai locali che da tanti anni, con tenacia e competenza, lavorano per offrire spettacoli di musica e arte “altra”, basandosi sulla “qualità”, ma pure spazio di espressione e un riconoscimento professionale a una categoria cui spetterebbe. Lì è possibile, anche perché le istituzioni ci sono, ascoltano e credono nella cultura. In ogni caso, una delle ultime idee è il progetto Biglia, nato nel 2020 per reagire alla stasi delle attività teatrali, musicali e dello spettacolo in genere, conseguenza della pandemia.

All’orizzonte, tra gli altri programmi, ci sono anche “i tre appuntamenti, in collaborazione con E-R Music Commission, che si svolgeranno tra agosto e settembre, in partnership con la rivista ‘Rumore’, legati al suo numero speciale estivo dedicato alla scena post punk – new wave italiana”. E chi poteva descriverci meglio quest’iniziativa, se non Patrizio Cenacchi, responsabile di ATER che dal 2016 collabora tra l’altro con l’Osservatorio regionale dello Spettacolo, poi con Emilia-Romagna Music Commission e che ha stilato l’iter legislativo del testo della Legge Musica (“Norme in materia di sviluppo del settore musicale”)? Ecco che cosa ci ha raccontato.

Benvenuto, Patrizio. Siete nel bel mezzo delle iniziative, come state e come sta andando, considerando il momento critico che sta vivendo la vostra terra?

“Stiamo bene, anche se sempre in affanno e su tanti fronti e luoghi in una regione grande come la nostra, provata dalle conseguenze dell’alluvione di maggio che ha dirottato priorità e scadenze. Ancora una volta l’Emilia-Romagna ha dato grande prova di solidarietà nell’affrontare questa tremenda calamità. In meno di un mese migliaia di giovani e giovanissimi volontari, armati di secchi, pale e stivali, si sono messi a disposizione delle persone più colpite dall’alluvione, con partenze quotidiane da Bologna in direzione Romagna. Diverse le raccolte fondi, da quelle istituzionali alle più informali, ora servono aiuti concreti e tempestivi dove la situazione di emergenza ancora persiste”.

Da dove nasce la tua passione per la musica, per il teatro e per l’arte in generale, che ti ha condotto a occupartene seriamente e a farne un lavoro?

“Le mie passioni per la musica ‘alternativa’ e per le arti nascono da risonanze segrete, da alleanze di incontri e da incontri mancati, per diversi anni ho lavorato per ‘Ferrara Sotto Le Stelle’, uno dei pochi grandi festival in quegli anni. Poi sono finito a gestire un reparto dischi di una nota catena di librerie tra Ferrara e Bologna e, puntuale come un contrattempo, sono entrato nello staff dell’Assessore alla Cultura regionale per occuparmi di politiche culturali legate allo spettacolo dal vivo. Questo per sintetizzare la mia epica giovanile, quella generazione, come sottolineava un amico, che per leggere i propri giornalisti musicali preferiti, doveva aspettare un mese”.

Tu suoni qualche strumento o ti esprimi attraverso qualche altra forma d’arte?

“Ho provato a soffiare in una tromba, ma lasciamo stare”.

Cos’è il progetto Biglia? Come nasce, quando, perché, da chi?

“L’idea è nata al tempo del secondo lockdown, nel 2020. S’intendeva ridare spazio alla musica dal vivo, e soprattutto ‘riaprire spazi’ per essa, che era in forte sofferenza a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Così ho costruito un percorso insieme ai direttori artistici dei locali, per immaginare una ripartenza, innescando, mediante tentativi di ibridazioni, che poi forse è uno degli aspetti più interessanti, anche i nostri teatri del circuito ATER. Vale a dire un sistema-prototipo di incentivi per collegare e mettere in rete i luoghi della musica con gruppi e artisti indipendenti. Cosa non semplice, ma comunque una ricchezza dello sguardo, che trova conferma pure nell’eterogeneità prevista dal progetto e dal programma di Biglia, in questi tre anni di vita: dalle residenze del primo anno con Nolde, Generic Animal e ON, all’organizzazione dei tour, fino ai laboratori di hip hop con adolescenti, passando dalle sonorizzazioni di film muti all’interno dei teatri. L’eterogeneità dei contenuti e dei luoghi conferma che siamo l’unica piattaforma regionale che promuove la circuitazione delle giovani band del territorio. Questa rete ha creato un legame intenso di confronto, discussione e condivisione che, in questi anni, è stato la base fondante per formare una comunità. Una parte del processo artistico si è trasformato in qualcos’altro, e oggi questo è potente”.

E, a proposito di commistione tra arti e persone: da quest’idea è nata qualche nuova band o qualche collaborazione tra gli altri artisti coinvolti, che fanno teatro o altro?

“Non sono nate nuove band (per ora!) ma coppie inedite come Emma Nolde & Generic Animal, oppure recuperi necessari come il progetto ON, che si era incagliato a causa della pandemia. Il circuito BIGLIA in questi casi si è trasformato anche in un periodo di residenza itinerante per la ricerca, la composizione e la coesione di suoni nella preparazione del tour”.

Ci spieghi bene anche della fondazione ATER (Associazione Teatrale dell’Emilia-Romagna), per la quale sei responsabile del settore musicale, e di cosa vi occupate?

“ATER Fondazione ha sede a Modena ed è stata riconosciuta nel 2014 dalla Regione e dal Ministero della Cultura quale Circuito Multidisciplinare dell’Emilia-Romagna. Si occupa della gestione diretta di 14 teatri e delle relative stagioni, collabora e sostiene la programmazione artistica di una decina di spazi in regione gestiti da Comuni, compagnie e realtà locali, progetta e realizza una serie di iniziative speciali, dal circuito regionale della danza, a rassegne e festival di musica contemporanea e world music, in collaborazione con associazioni, teatri e soggetti del territorio. La priorità, oggi, è continuare a costruire rapporti di fattiva collaborazione con i vari Comuni del territorio per creare sempre nuove opportunità, possibilità, prospettive di sguardo nel tempo più o meno lungo”.

Quali e quanti risultati avete ottenuto in quest’ultimo periodo, dal 2021, con Biglia? Ci racconti del (mini)festival e delle altre iniziative?

“L’esperienza del primo triennio di programmazione si è rivelata particolarmente positiva, il circuito Biglia si dimostra uno strumento nomade e flessibile, che corrisponde e restituisce il significato del nome che abbiamo scelto di dargli. Così come ATER è una “istituzione mobile”, in piena sincronia, che lo sostiene a livello organizzativo e amministrativo. Il progetto parte da tre iniziative sperimentali nel 2021: due tour, On (Adriano Viterbini, Riccardo Sinigallia, Ice one), Emma Nolde e Generic Animal e la sonorizzazione del film Inferno degli OvO. In questi anni abbiamo promosso le band del territorio sostenute dalla Legge Musica attraverso diverse iniziative, come il minifestival Viralissima nel 2022 all’interno dei live club del circuito, registrando, in collaborazione con LepidaTV, alcune puntate speciali: RYF al Locomotiv Club, Savana Funk al Circolo Kessel e Cemento Atlantico al Bronson. Ma non solo, sul palco dei quattro club, in apertura a band internazionali quali …And You Will Know Us By The Trail Of Dead e White Hills si sono esibiti San Leo, So Beast, Cemento Atlantico, Solaris e Korubu. Quest’anno sono entrati due teatri nella rete (Pavullo e Scandiano), che si aggiungono al Salone Snaporaz di Cattolica. Quindi, sempre più spazio alle sonorizzazioni, grazie anche alla collaborazione ormai consolidata con il Centro Musica di Modena e le residenze artistiche di Soundtracks – Musica Da Film. Un connubio tra cinema, musica e territorio che sottolinea l’interazione costante tra spazio teatrale e live club, e la sperimentazione artistica tra i due.

Come mai lo avete chiamato “biglia”?

“La biglia è l’immagine del movimento, collettiva mai individuale, è un iper-conduttore per descrivere le traiettorie più imprevedibili”.

Ci accenni alla Legge sulla musica? Cosa avete ottenuto e quali obiettivi si possono e si devono ancora ottenere, visto che per quest’ultima di soldi se ne investono decisamente meno, rispetto al teatro, ad altre forme d’arte, considerate dall’opinione pubblica cultura? Cos’altro vi prefiggete?

“Ne parleremo poi a modo più avanti, su questi schermi (ride, nda). In sintesi, la Regione Emilia-Romagna in questi anni ha compiuto tre passaggi cruciali su questo territorio: una Legge Musica 2/2018 triennale, una E-R Music Commission e una Music Export, tutti dedicati alla promozione di nuovi autori e di formazioni emergenti, al sostegno di circuiti di locali e reti di festival, alla circuitazione degli artisti anche all’estero. E qualcosa è mutato. Sicuramente un consolidamento della filiera di un comparto che ha mostrato tutte le sue vulnerabilità e i suoi punti deboli: dal Live Club, una categoria già in difficoltà come luogo di ritrovo e di esplorazione musicale, alle precarietà delle figure che lavorano nell’ambiente dello spettacolo. E poi c’è anche un grande problema di formazione di un pubblico nuovo e di attenzione al ricambio generazionale. Vale la pena ribadire questo fatto: sono davvero poche le amministrazioni e le realtà locali che hanno deciso di mettere la musica al centro”.

La regione Emilia-Romagna forse è più fortunata, ma a livello nazionale siamo messi malino. Collaborate con altre regioni? Questo sistema potrebbe estendersi e diventare nazionale?

“Un progetto come Biglia, nato in una regione particolarmente attenta al ruolo della cultura nella vita delle persone e al lavoro degli artisti, è un punto di partenza per un rapporto nuovo tra locali e luoghi in cui si fa musica nuova e originale e amministrazioni pubbliche. Dal 2017, insieme ai Circuiti Multidisciplinari di Piemonte, Marche, Toscana, Lombardia, Sardegna, Veneto, Lazio e Puglia, partecipiamo all’iniziativa Glocal Sound, una vetrina dedicata alle giovani band che si svolge ogni anno a Torino all’interno del RESET Festival. Obiettivo è la creazione di opportunità per la circuitazione della musica delle nuove generazioni quale strumento identitario e di aggregazione. Dal 2022 si aggiungono gli Amici di Glocal Sound per sostenere con spazi e contesti la musica emergente italiana: _resetfestival (Torino), Fuoriluogo (Asti), Locomotiv (Bologna), Bronson Club (Ravenna), Anomolo Aps – Loop Live Club (Osimo), il Comune di Brescia, Rock Contest e Lazio Sound”. 

Oggi, e con questo governo, state faticando un po’ di più o no?

“Stiamo vivendo uno scenario nazionale e mondiale molto complicato, soprattutto per chi è indipendente. Per ora è ancora una regione in cui la cultura ricopre un ruolo importante e dove c’è spazio anche per progettualità non mainstream. Servono spazi di autonomia da intercettare e cercare nell’orizzonte contemporaneo e noi siamo questo. Ecco, vorrei rimanere questo”.

Il Centro Della Musica di Modena è una realtà solida, che in questi anni ha brillato per iniziative valide e interessanti. Ne accennavi prima. Raccontaci bene.

“Con il Centro Musica di Modena consolidiamo una collaborazione triennale al fine di realizzare una serie di percorsi di sperimentazione per portare nei teatri di Biglia il mondo delle sonorizzazioni dal vivo. Questo progetto, ‘Soundtracks – Musica Da Film’, è un percorso di residenza artistica e formazione dedicato alla composizione di musiche originali per film e opere visive, finanziato dalla legge musica 2/2018. Curatore della residenza Corrado Nuccini (Giardini di Mirò), con la partecipazione di due artisti di rilievo nazionale in qualità di ospiti speciali. Quest’anno i tutor coinvolti nella residenza sono Any Other, per la sonorizzazione di The Lodger: A Story of the London Fog (Alfred Hitchcock, 1927) e Karim Qqru (Zen Circus) per quella di Achmed, il principe fantastico (Lotte Reiniger e Carl Koch, 1926)”.

Com’è andato l’appuntamento della Festa della Musica, in quel di Modena? Bilancio?

“Molto bene. Una serata bollente presso lo spazio estivo de La Tenda, surriscaldata dai live furiosi dei Leatherette, Korubu, band bolognesi dal respiro internazionale uscite rispettivamente da Bronson Recording e Locomotiv Records, due etichette regionali dedicate a promuovere artisti della scena ‘alternativa’ locale. In apertura le Trust The Mask, band experimental pop selezionata all’interno della Rete Glocal Sound – Piemonte dal Vivo, in rappresentanza di ARTEVEN, il circuito regionale del Veneto. Questa importante iniziativa della Festa Europea della Musica di Modena, promossa dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena, in collaborazione con il circuito Glocal Sound, rimarca l’impegno attivo di Biglia per il sostegno e la promozione di band e artisti locali e regionali”.

Ci parli a modo della sonorizzazione del film The Lodger: A Story of the London Fog di Alfred Hitchcock, di Any Other e tutto il resto?

“Dopo l’esperienza di Inferno vs OvO nel 2021, la sonorizzazione dal vivo del film L’uomo Con La Macchina Da Presa a cura di Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti, gli Effetto Brama e le immagini dell’horror fantascientifico L’ultimo Uomo Della Terra, diretto da Ubaldo Ragona, inserite nel cartellone del Salone Snaporaz, la collaborazione di Biglia con il Comune di Cattolica si è allargata al MystFest – Festival Internazionale del Giallo e del Mistero. Quest’anno si è rinnovata per la sonorizzazione del 28 giugno del primo film di suspense di Alfred Hitchcock, The Lodger: A Story of the London Fog, appunto, suo grande successo di critica e pubblico. Guest tutor della prima produzione 2023, al fianco del Collettivo Soundtracks, è Adele Altro, che dal 2014 porta avanti il progetto Any Other, oltre a collaborare in studio e dal vivo con artisti come Colapesce, Dimartino, Generic Animal e M¥SS KETA”.

Poi ci saranno gli appuntamenti in collaborazione con la nostra rivista. Dove si svolgeranno, di che si tratterà, quali artisti e personaggi sono coinvolti?

“Saranno i tre appuntamenti, in collaborazione con E-R Music Commission, tra agosto e settembre in partnership con la rivista ‘Rumore’, legati al suo numero speciale estivo dedicato alla scena post punk – new wave italiana. Tre presentazioni con showcase per raccontare il periodo d’oro che va dal 1979 al 1985, una parabola di estrema varietà e creatività musicale, con il direttore della testata Rossano Lo Mele, il produttore artistico Oderso Rubini e il giornalista autore dello speciale Luca Frazzi. Si inizia venerdì 11 agosto all’Hana-bi di Marina di Ravenna con la serata ‘DIAFRAMMA suonano Siberia’, album d’esordio del gruppo fiorentino pubblicato nel 1984, punto di riferimento per la scena new wave italiana. A seguire il dj set dei N.O.I.A., altro storico gruppo di quel periodo, tra i primi a rivelarsi come punto di incontro tra Kraftwerk e Devo. Gli appuntamenti continuano all’OFF di Modena, giovedì 7 settembre, con il live dei RATS, band nata nel 1979 a Spilamberto, protagonista con l’album C’est Disco di un classico del punk/post punk made in Italy. Ultimo appuntamento, sabato 9 settembre a Bologna, al Locomotiv Club, con il concerto dei Confusional Quartet, autentica pietra angolare della musica underground italiana del periodo, pubblicato dalla storica Italian Records”.

Bolle in pentola altro, del quale puoi già anticiparci qualcosa? Novità? Nuove idee e obiettivi?

“Siamo già ‘in pista’ con nuovi percorsi per l’autunno pensando a nuove opportunità per giovani artisti, innescare processi e tessere reti. L’obiettivo rimane sempre la ricerca di spazi immaginativi da sostenere e fomentare collettivamente. Insomma, avere sempre una postura ‘contropelo’”.

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