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Editoriale 288: “Rumore” 2016, istruzioni per l’uso

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(Foto di / whitehousemuseum.org)

di Rossano Lo Mele

Quando un neonato viene al mondo impiega un giro di 12 mesi per compiere il primo anno di vita. Coi giornali è diverso: dal momento in cui cominciano ad affacciarsi in edicola parte subito il primo anno di diffusione. Il mensile che avete tra le mani iniziò le sue pubblicazioni nel 1992: quindi, se la matematica non è un’opinione, nel 2016 compie 24 anni. Ma, come detto, la matematica diventa confutabile in fatto di editoria: così, se ci fate attenzione – si tratta poi solo di girare pagina – scoprirete una piccola scritta in cima alla pagina del sommario. Che a partire da questo mese, per tutto il 2016, riporterà una piccola ma significativa indicazione: anno 25.

25 anni – ininterrotti – non sono pochi. Soprattutto se fatti di cronaca, informazione, critica perlopiù musicale. A 25 anni un essere umano ha teoricamente compiuto il suo percorso di studi. Una volta a quell’età si figliava. Noi invece festeggiamo – con sobrio entusiasmo – il nostro primo quarto di secolo. Durante l’anno ci saranno occasioni per ricordarlo, celebrarlo, cercando di essere il meno autoreferenziali possibile (non potevamo però non ricordare il primo storico numero del marzo ’92, con i Chili Peppers in copertina). Ma in definitiva: per noi rumoristi e per voi che leggete questo venticinquennale è una notizia che un certo peso lo ha.

Conseguenza di questo compleanno è il restyling che abbiamo voluto operare sul giornale. Lo so bene, è una frase fatta: ma sembra davvero di aver inaugurato appena ieri il nuovo corso di “Rumore” (grafico e redazionale). Invece sono passati già due anni e mezzo. Tempo quindi per una nuova spolverata. Alcune cose vanno e altre vengono. Sempre allo scopo di fornirvi un giornale al passo coi tempi, pieno di approfondimenti, storie e notizie, ma senza essere forforoso. Così nel salutare e ringraziare alcune firme che sono state con noi (e che magari, lo speriamo proprio, decideranno di continuare a fornire il loro contributo prossimamente: da Luca Frazzi a Giorgio Gianotto) andiamo a scoprire le piccole modifiche legate al nuovo abito del giornale. La più rilevante riguarda la parte legata alla musica italiana. Ormai un movimento così ingente – consolidatosi nell’ultimo ventennio – che non si può più guardare con sufficienza. Inauguriamo così una sezione denominata “Treecolore”: l’albero della musica italiana è un piccolo magazine nel magazine, dove troverete recensioni, interviste, album del mese e analisi sulle uscite nazionali. Un po’ come avviene da tempo con la sezione dedicata alle ristampe chiamata “Retropolis”. Tutto ciò che riguarda la musica italiana lo trovate lì dentro, allo scopo di valorizzarla, vista la mole e la qualità di uscite (un esempio: questo mese il disco di Bienoise potrebbe gareggiare, se non vincere, con le più importanti uscite di elettronica internazionale. Gli diamo quindi il risalto che merita).

Poi: abbiamo deciso di ampliare la sezione “Futura”, per scommettere ancora di più sulle “facce nuove” che si sono rese responsabili di percorsi su cui vale la pena indugiare. Cambia pelle anche la rubrica di Alessandro Baronciani, che diventerà un viaggio dentro la musica più “rumorosa” dell’ultimo quarto di secolo. E abbiamo deciso di investire maggiormente sulla lettura soggettiva della musica. Al via quindi una sezione dal nome “Punti di vista”: dove alcune delle nostre firme principali (Maurizio Blatto, Emanuele Sacchi, Francesco Farabegoli, Carlo Bordone) si soffermano sui meccanismi che ruotano attorno al mondo della musica e della sua produzione/diffusione/crossmedialità per dire la loro. Senza peli sulla lingua, si spera, come da sempre fa il nostro amato Sergio Messina, al fondo del giornale: un piccolo grande must che rimane immutato.

Tutto ciò si accompagna al restyling grafico, ovviamente. Dalla coccarda in copertina per accogliere i 25 anni alle modifiche interne che scoprirete da soli, leggendo. Come per esempio quelle che caratterizzano le parti di news, a inizio giornale. Dove abbiamo voluto creare un blocco di notizie più dinamico e incuriosente. E dove abbiamo deciso – omaggiando l’indimenticato Freak Antoni – di lavorare sulla nostra memoria a breve termine. La rubrica “1-2-6-9” serve a ravvivare ciò per cui ci strappavamo i capelli appena uno, due, sei e nove anni fa. E che oggi magari neanche ricordiamo più.

Insomma: vi facciamo gli auguri per un 2016 rumoroso e pieno di buona musica, visioni, letture, incontri. E voi fateli a noi: ché 25 anni sono un traguardo mica male. Un attimo di sosta e poi via, dritti vero i prossimi 25.

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