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Cemento Atlantico, il nuovo album si intitola Dromomania. I dettagli e il primo singolo e video Garawek Khaos, in anteprima

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Cemento Atlantico Monkey Dromomania 04 Or Scaled 1

Cemento Atlantico torna con un nuovo album dal titolo Dromomania. Tutti i dettagli e il primo singolo e video di Garawek Khaos in anteprima su Rumore

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L’esordio Rotte interrotte di Cemento Atlantico è stata una delle lieti scoperte del 2021, progetto discografico del producer e DJ romagnolo Alessandro “ToffoloMuzik” Zoffoli. A distanza di tre anni è pronto a tornare con un nuovo disco dal titolo Dromomania , in uscita il 21 giugno 2024 per Bronson Recordings.

Il desiderio irrefrenabile di viaggiare senza tregua, a tutti noto come “wanderlust”, in un contesto clinico assume il termine di Dromomania. Azioni e abitudini contemporanee subiscono spesso una catalogazione ritrovandosi associate a sindromi o patologie di calcolo (pseudo)scientifico. La dromomania è davvero tale? Si tratta di una fuga dissociativa o di un sentimento necessario ai fini dell’arricchimento delle proprie esperienze? Sin dai tempi dei primati, il nomadismo perpetuo non si può accostare al concetto di semplice vagabondaggio, bensì al tentativo vorace di accrescere l’ordine e il sapere individuale e collettivo. Cemento Atlantico da Cesena agisce da dromomane per dare un significato più vasto al presente che lo circonda, sovrapponendo il villaggio globale all’antropizzazione moderna.

C A Flag Dromomania 08 Scaled 1

Il suo logo è costituito dalle iniziali “C” e “A”:

La lettera A indica il primo Oceano che attraversai, l’Atlantico per l’appunto, mentre la lettera “C” – rappresentata tramite una Luna crescente, priva di riferimenti politici o religiosi – simboleggia in tante culture antiche e moderne la rinascita o l’avvento di una nuova era

Dromomania pensa alla musica come rito collettivo, agisce con una visione internazionale espressa in maniera intima e artigianale. Tutto si basa sul ricalcolo delle tradizioni all’interno di un reticolo di linguaggi analogici e digitali. Ancora una volta i field recording sono il punto di partenza di ogni brano, otto in totale: non si tratta di souvenir sonori ma di sorgenti atte a raccontare una storia. Documenti che cercano di rispettare le culture, condividendo un significato emotivo amplificato e sorretto da battiti concreti.

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La copertina del nuovo album Dromomania di Cemento Atlantico

Ci racconta qualcosa per conoscere meglio il disco

In Dromomania le linee di basso sono sicuramente più prepotenti. Scrissi Rotte Interrotte in un periodo storico particolare, cioè quello di reclusione per via delle limitazioni della pandemia da Covid-19. Quell’album fu quindi la mia via di fuga, per farmi respirare e convincermi che quell’assurdo momento sarebbe finito, così sfogliavo i ricordi sonori di viaggio e cercavo di riviverli condividendone l’immaginario. Dromomania mi ha riportato sulla strada, la mia esplorazione del mondo è ripresa e non intende trovare altri ostacoli. Si tratta anche di un lavoro più cupo: può sembrare un controsenso vista la libertà riscattata, ma la pandemia mi ha fatto aprire gli occhi su tanti aspetti e, se prima guardavo con commozione e curiosità ai diversi stili di vita dei Paesi visitati, ora percepisco un passo diverso. Credo infatti che la pandemia sia stata l’unica crisi della storia a non avere dato adito a una rivoluzione culturale, anzi ha alimentato ignoranza e conflitti a dismisura. In molte realtà è emerso il lato peggiore dell’umanità, così ho voluto trattare le mie produzioni con un piglio meno “chill”. Come se avessi, forse invano, alzato i volumi su guerre e arroganza dilaganti. Vorrei che la denuncia fosse viva, vorrei attirare l’attenzione facendomi sentire più forte

Il singolo e pezzo d’apertura è Garawek Khaos e segna la prima tappa in Thailandia, che deve il suo nome a un colpo di stato orchestrato nel 1932. Prima di tale data, il Paese si chiamava Regno di Siam (“Terra degli uomini liberi”). Il “people’s party”, un gruppo di ribelli, rovesciò la monarchia assoluta promulgando la prima Costituzione, annunciando l’avvento di un’età dell’oro. Chi manifesta oggi sostiene che quell’età non sia ancora arrivata. Una famiglia reale e le forze armate sono al comando, in un vero e proprio sistema entropico: due entità che convivono ai vertici senza stima reciproca, ma che non possono fare a meno l’una dell’altra. Realizzato con una telecamera fissa, il video che accompagna Garawek Khaos racconta tramite appunti su bloc-notes la storia del brano e delle evoluzioni socio-politiche che hanno appunto caratterizzato la Thailandia dal 1932 a oggi.

C A Flag Dromomania 06 Scaled 1

A proposito del singolo: 


Ho registrato la melodia di khaen, uno strumento a fiato a scala pentatonica tipico della tradizione laotiana e thailandese, da una musicista di strada nei pressi del tempio Wat Phan Tao nella città di Chiang Mai. L’aria viene insufflata in un serbatoio che alimenta quattordici canne di bambù dotate di fori per la diteggiatura. Il suo suono è simile a quello del violino, ma in origine fu creato da una donna che stava cercando di riprodurre il verso degli uccelli Garawek che colmavano i giardini dei reali. La donna volle donare questo strumento al re, egli accolse l’invenzione pronunciando la frase “Tia nee Kaen dae” (“Ora andrà meglio per tutti noi”), ma non fu proprio così. Il tema canoro è invece frutto di una registrazione concessami durante i festeggiamenti di un matrimonio a Chiang Mai. La donna più anziana dedica un canto di augurio alla giovane coppia, affinché ritrovi la libertà perduta del Regno di Siam che fu. I canti di protesta sono stati infine registrati ai margini di Khaosan Road a Bangkok, nel corso di una manifestazione studentesca contro il potere governativo. La voce del popolo contro l’élite corrotta che cerca di vendere come costituzionale un dialogo distopico tra il re e le forze armate.

Per questa traccia ci sono anche le coordinate e i field recording utilizzati:

01 – Garawek Khaos

18° 47′ 15.481″ N 98° 59′ 14.856″ E
13° 45′ 35.159” N 100° 29′ 44.296” E

Field recording:

  • Ho registrato la melodia di khaen da una musicista di strada nei pressi del tempio Wat Phan Tao, nella città di Chiang Mai. Il khaen è uno strumento a fiato a scala pentatonica tipico della tradizione laotiana e thailandese. L’aria viene insufflata in un serbatoio che alimenta quattordici canne di bambù dotate di fori per la diteggiatura. Il suo suono è simile a quello del violino, ma in origine fu creato da una donna che stava cercando di riprodurre il verso degli uccelli Garawek che colmavano i giardini dei reali. La donna volle donare questo strumento al re, egli accolse l’invenzione pronunciando la frase “Tia nee Kaen dae” (“Ora andrà meglio per tutti noi”), ma non fu proprio così.
  • Il tema canoro è frutto di una registrazione concessami durante i festeggiamenti di un matrimonio a Chiang Mai. La donna più anziana dedica un canto di augurio alla giovane coppia, affinché ritrovi la libertà perduta della Regno di Siam che fu.
  • I canti di protesta sono stati registrati ai margini di Khaosan Road, a Bangkok, nel corso di una manifestazione studentesca contro il potere governativo. La voce del popolo contro l’élite corrotta che cerca di vendere come costituzionale un dialogo distopico tra il re e le forze armate

Qua sotto potete guardare in anteprima il video di Garawek Khaos: