Banner Rumore OK
Home Notizie Dalla rete Róisín Murphy, il commento transfobico e le scuse

Róisín Murphy, il commento transfobico e le scuse

0
1344
Roisin Murphy
Roisin Murphy 1

Róisín Murphy ha pubblicato un post di scuse dopo il commento in cui criticava l’uso dei farmaci per bloccare la pubertà

Banner Rumore OK

Róisín Murphy ha postato un messaggio di scuse dopo un commento su Facebook in cui criticava l’uso dei farmaci bloccanti della pubertà. “per favore, non chiamatemi TERF”, scriveva nel commento, poi cancellato ma nel frattempo screenshottato e riportato su Twitter, “per favore, non continuate a usare quella parola contro le donne. Vi supplico! Ma i bloccanti ormonali sono fottuti, assolutamente desolati, Big Pharma che ride sulla strada per la banca. I ragazzini confusi sono vulnerabili e hanno bisogno di essere protetti, questa è la verità”.

Il commento si è attirato le critiche della comunità LGBTQ+di associazioni come la World Professional Association for Transgender Health, che nel 2022 aveva rilasciato una dichiarazione in cui denunciava la stampa per la “narrazione inaccurata” sui bloccanti della pubertà e la diffusione di informazioni e idee sbagliate che hanno supportato la legislazione anti-trans negli USA.

Nel lungo post pubblicato il 29 agosto, Murphy chiede scusa “per essere stata la causa di questa eruzione social di fuoco e zolfo dannosa e potenzialmente pericolosa. Ho sollevato una questione specifica”, continua, “che era solo ampiamente correlata al post originale. Era qualcosa che avevo in mente. Sapevo che i miei amici erano informati sull’argomento. Avrei dovuto sapere anch’io che era inopportuno. Per quelli di voi che mi stanno lasciando, o se ne sono già andati, lo capisco, davvero, ma sappiate che ho amato ognuno di voi… Capisco che le opinioni fisse non siano utili, ma spero davvero che le persone possano capire che la mia preoccupazione era dettata dall’amore per tutti noi”.

In conclusione, Murphy scrive: “La mia vera vocazione è la musica e la musica non escluderà mai nessuno di noi, credo che sarà sempre uno dei più grandi strumenti che possiamo usare per creare una cultura di tolleranza”.