Mike Pride (ex MDC) con JG Thirlwell risuona America’s So Straight dal disco Millions Of Dead Cops in versione jazz nel nuovo video, in anteprima

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Il nuovo progetto di Mike Pride (già negli MDC dal 2002 al 2005) riprende i brani da Millions Of Dead Cops (1982) e li rielabora chiave jazz/swing. In anteprima il video di America’s So Straight

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La storia narra che intorno agli inizi degli anni ’00 Mike Pride si ritrovò improvvisamente in tour in Europa come batterista degli MDC, meglio conosciuti comeMillions of Dead Cops. Il suo background si rifaceva principalmente all’hardcore straight-edge e aveva una certa diffidenza nei confronti di questa forma di punk hardcore meno disciplinata.

Vent’anni dopo Pride si rivolge al catalogo della band come fonte di standard jazz nel suo nuovo album I Hate Work, in uscita il 19 novembre via RareNoise Records. I Hate Work, brano dell’album di debutto degli MDC del 1982, Millions of Dead Cops, viene ripreso insieme ai membri del suo attuale progetto e rielaborato in un jazz acustico ricco di swing. Per l’occasione ha arruolato il pianista Jamie Saft e il bassista Bradley Christopher Jones, entrambi maestri che hanno già reinterpretato in chiave jazz una vasta gamma di musica pop e rock. Come ospiti speciali Mick Barr (Ocrilim, Krallice), JG Thirlwell (Foetus), Sam Mickens (The Dead Science) e il frontman di MDC Dave Dictor. Pride ha lasciato gli MDC nel dicembre 2004 dopo due anni di tour e la registrazione dell’album Magnus Dominus Corpus, ma ha mantenuto una stretta relazione sia con il cantante Dave Dictor che con il chitarrista/cantautore Ron Posner.

Non molto tempo dopo, ha iniziato a incorporare le sue esperienze punk e le sue radici hardcore in progetti “jazz” come From Bacteria To Boys e Pulverize the Sound tanto che ha raccontato:

Quei progetti riflettevano davvero l’idea di musica popolare che mi piaceva”, spiega Pride. “Volevo prendere brani dalla mia storia musicale e ho iniziato a pensare a modi per incorporare musica più aggressiva nello stesso modo in cui certi brani pop sono diventati standard jazz. Così sono arrivato a pensare di provare a fare qualcosa con questi brani degli MDC

(La copertina dell’album degli MDC, Millions Of Dead Cops)

La particolarità dei brani di Millions of Dead Cops fu una conseguenza del modo in cui fu registrato: un’unica sessione senza pause caratterizzata dalle vertiginose velocità. Quando, due decenni dopo l’uscita del disco, Pride si ritrovo a doverlo suonare dovette trascrivere ogni battuta persa e ogni ottava nota mancata; si ritrovo a dover suonare leggendo gli spartiti per il suo primo di tour con la band, una pratica a dir poco singolare nel mondo punk che lo rese ancora più caro ai suoi compagni di band.

L’attenzione ai dettagli esercitata allora ha pagato quando è arrivato il momento di rivisitare quei pezzi per I Hate Work gli è tornato tutto molto utile: “C’è molta carne sulle ossa di alcuni di questi brani”, dice Pride. “All’inizio credevo che avremmo potuto semplicemente suonarli molto velocemente e in modo un po’ pestato, che è probabilmente ciò che la gente si aspetterebbe. Ma ho pensato che sarebbe stato ancora più figo rallentarli, trovare progressioni di accordi che non fossero le solite cose I-IV-V, e reimmaginare le melodie che Dave potrebbe cantare se il tutto non stesse accadendo ad un ritmo forsennato e lui fosse in grado di cantare davvero”. Questo approccio è l’esatto opposto di quello che a Pride veniva chiesto di fare quando suonava negli MDC, quando l’obiettivo sul palco era quello di tentare la versione più veloce possibile di ogni canzone. Il record è arrivato una sera ad Amsterdam, quando la title track di questo album, I Hate Work, è arrivata a 24 secondi, quasi la metà del record precedente. Per la sua interpretazione di chiusura dell’album nella presente registrazione, la canzone è allungata come se fosse un crooner da nightclub per ben 8 minuti, con Dictor che tira fuori il suo Sinatra interiore.

I membri di MDC hanno dato la loro benedizione al progetto “Sono molto contenti”, dice Pride il cui soprannome durante il suo periodo nella band era Baby Mongo. “CA causa della differenza di età, si sentono sicuramente un po’ come zii orgogliosi. Spero che il risultato sia rispettoso e aiuti a fare luce sulla loro musica, che è molto più interessante di quanto avrei mai pensato prima di entrare nella band”. I Hate Work è dedicato al bassista Mikey Donaldson, morto di overdose all’età di 46 anni. 

Qua sotto potete guardare il video di America’s So Straight in anteprima:

Redazione Rumore
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