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Berlino: addio al Kater Holzig. Ma…

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holzmarkt intera

Il suo destino era segnato sul nascere. I creatori del Kater Holzig, club situato sulle sponde del fiume Sprea e nato dall’associazione che lanciò il famoso Bar25, sapevano benissimo che il loro nuovo locale sarebbe durato tre anni. La proprietà della fabbrica abbandonata dove è nato il Kater aveva infatti dato loro questo periodo limitato per la loro nuova avventura, un lasso di tempo necessario a recuperare i fondi per completare il loro progetto di costruzione di appartamenti ed uffici di lusso.

Ora il tempo, inesorabile, è passato. Il club ha avuto successo grazie alla creatività dei suoi proprietari, capaci di ri-assemblare la magia del defunto Bar25 e di rinnovare di volta in volta lo stabile (aprendo nuove sale e nuovi scorci) ed è giunta l’ora di passare la mano.

Per la chiusura è stato organizzato un mega party: iniziato alla mezzanotte del 1 gennaio per il capodanno, la festa si è conclusa solo nella prima mattinata di lunedì 6, con centinaia di persone passate per dare l’ultimo saluto al Kater, che per l’occasione si è tirato a lucido, con ben 8 sale: tra queste spiccavano una piccola stanza dove si poteva accedere solo attraverso un frigorifero (?!?) ed un’altra riservata allo staff con una piscina di palline di gomma e gente vestita nella maniera più bizzarra.

Insomma, una chiusura in grande per un club che in poco tempo aveva già conquistato il cuore dei berlinesi (ma anche e soprattutto di tanti turisti del clubbing). Il loro progetto non muore però, anzi è già ripartito alla grande. Dall’altra parte del fiume, proprio sulle ceneri del Bar25, nascerà Holzmarkt, un piccolo villaggio dove al momento sono già sorti alcuni orti cittadini ed uno spazio/bar per le riunioni dei membri del’organizzazione. Nel corso del 2014 dovrebbe vedere la luce una residenza per artisti e artigiani, un mercato biologico collettivo, un ristorante, un asilo aperto 24 ore su 24, un hotel, un parco tecnologico ed il nuovo club (questo probabilmente nel 2015), che si chiamerà appunto Holzmarkt. Viste le precedenti esperienze, c’è da scommettere che rimarremo ancora una volta a bocca aperta, non solo per il locale, ma per l’intero progetto.

Intanto Berlino continua la sua lotta: costretta a svendersi al mercato immobiliare e speculativo per risanare il bilancio ed allo stesso tempo impegnata a mantenere la sua anima libera e alternativa.

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