{"id":20548,"date":"2015-09-04T18:40:37","date_gmt":"2015-09-04T16:40:37","guid":{"rendered":"https:\/\/rumoremag.com\/?p=20548"},"modified":"2015-09-07T14:16:05","modified_gmt":"2015-09-07T12:16:05","slug":"londra-sufjan-stevens-royal-festival-hall-live-report-carrie-lowell","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/rumoremag.com\/2015\/09\/04\/londra-sufjan-stevens-royal-festival-hall-live-report-carrie-lowell\/","title":{"rendered":"Londra: Sufjan Stevens alla Royal Festival Hall ci ricorda gentilmente che moriremo tutti ma che non \u00e8 poi davvero un problema"},"content":{"rendered":"

\"sufjan<\/a><\/p>\n

di Elia Alovisi \/ Il concerto raccontato \u00e8 quello del 2 settembre<\/em><\/p>\n

Ah, Sufjan Stevens<\/a><\/strong>. La prima volta che lo vidi fu a Ferrara, nel 2011, per il tour di quel Pollock post-futuristico di disco che era The Age of Adz<\/em> – le ali di farfalla<\/a><\/strong> a cui ero stato abituato dai suoi video live su YouTube sostituiti da tute nere, appiccicate di adesivi fluorescenti multicolore<\/a><\/strong>.\u00a0Le dolci acustiche e i fiati che facevano capolino dalle retrovie che raccontavano di punture di vespa e fede in Dio<\/a><\/strong> sostituite da drum machine e un generale malessere onnicomprensivo<\/a><\/strong>. (C’\u00e8 da dire che le ali, a concerto iniziato, Sufjan le aveva: ali piumate, d’angelo, giusto per cantare Seven Swans<\/em>. Poi basta.) La setlist rifletteva un uomo\u00a0maturo e confuso dall’et\u00e0 che avanzava: che senso aveva fare dei semplici pezzi acustici quando hai scritto un colosso di pezzo da 25 minuti che manco Karn Evil 9<\/a><\/em><\/strong>?\u00a0Adz<\/em> era un album soverchiante, e trasposto dal vivo aveva lo stesso effetto: affascinante, psichedelico, coloratissimo, brilluccicante, mai fermo – ma, a tratti, confusionario. E allora Concerning the UFO Sighting Near Highland, Illinois<\/em>, John Wayne Gacy Jr.<\/em> e Chicago<\/em>, poste alla fine dello show come bis, si rivelavano in un certo senso il momento che tutti stavamo aspettando <\/em>(corsivo per sottolineare la frasefattitudine della cosa, perdonatemi). La scenografia si era spenta, le luci erano semplici, il velo di grandeur era venuto gi\u00f9 e sotto c’erano quelle tre canzoni cos\u00ec belle e significative per noi e i fan di Sufjan tutti (ch\u00e9 mica c’\u00e8 bisogno di fare una filippica su quanto Illinois<\/em> sia un disco importante e perfetto – se non l’avete mai ascoltato, fatelo e lasciatevi convincere da soli). Erano pure scesi i palloncini, su Chicago<\/em> – ci eravamo tutti alzati, e ci passavano il microfono, e io avevo\u00a0pure cantato malissimo la parte che fa I made a lot of mistakes<\/em>. C’\u00e8 pure un video<\/a><\/strong>. Si rideva\u00a0con<\/em>\u00a0gli errori, non degli<\/em>\u00a0errori. Come Gob in Arrested Development<\/em><\/a><\/strong>, ecco.<\/p>\n

Quattro anni dopo, Sufjan quel groppo in gola che gli \u00e8 venuto dopo Illinois non \u00e8 riuscito ancora a mandarlo via. Ma un cambiamento c’\u00e8 stato: ha capito dov’\u00e8 che sta il nodo che non riesce a sciogliere. Sta in Carrie & Lowell<\/a><\/em><\/strong>, come ha raccontato in questa intervista a Pitchfork<\/a><\/strong>. Carrie \u00e8 sua madre, Lowell il suo padrino. Carrie \u00e8 morta alla fine del 2012, e abbandon\u00f2 la famiglia quando Sufjan\u00a0era solo un bambino. “Ti perdono, madre, ti sento \/\u00a0E vorrei essere vicino a te \/\u00a0Ma ogni strada porta a una fine”, dice il primo brano dell’album, Death With Dignity<\/em>. Ci sono tanti piccoli particolari da cui traspare tutta la pesantezza dell’infanzia di Sufjan: “Quando avevo tre anni \/ tre anni, forse quattro \/ lei ci abbandon\u00f2 in quel negozio di videocassette”, dice Should Have Known Better<\/em>. Avete presente come vi sentivate quando perdevate i vostri genitori al supermercato e dovevate andare dalla cassiera con gli occhi lucidi a chiederle aiuto? Ecco, a Sufjan \u00e8 andata peggio. E lo ha raccontato, su disco, con le\u00a0canzoni pi\u00f9 minimali e spoglie della sua carriera: arpeggi, qualche leggerissima tastiera, neanche una percussione. Se volete leggervi tutto il disco in italiano, lo trovate qua<\/a><\/strong>.<\/p>\n

\"sufjan<\/a><\/p>\n

Dal vivo, sul palco, ci sono anche una batteria, diverse tastiere e una chitarra elettrica. Ha senso<\/em>, mi dico – far\u00e0 anche pezzi vecchi<\/em>. Vero: ma la cosa pi\u00f9 importante \u00e8 che i brani di Carrie & Lowell<\/em>, dal vivo, acquisiscono una sorta di aura perfettamente a met\u00e0 tra le tendenze massimaliste e minimaliste di Sufjan: qualcosa che, su disco, ancora non \u00e8 riuscito del tutto a ricreare. Il concerto si apre con quello che sar\u00e0 l’unico estratto da Michigan: Redford (for Ya-Ya & Pappou)<\/em>, una quieta strumentale dedicata ai nonni che introduce Death With Dignity<\/em>. Il set principale sar\u00e0 composto quasi esclusivamente da brani di Carrie & Lowell<\/em>, suonato per intero. Ma Should Have Known Better<\/em>, quando su disco viene animata da una leggera linea melodica di tastiera, dal vivo diventa una macchina strappalacrime di cori accorati e strumenti che suonano tutti, ma tutti pianissimo, come a chiedere il permesso di esser presenti sul palco.\u00a0Cos\u00ec anche per la scenografia: degli schermi-striscia su sfondo nero su cui vengono proiettati filmini in Super 8 di Sufjan bambino e paesaggi tranquillamente inquietanti. Soprattutto\u00a0Eugene<\/em>, che racconta dei viaggi in Oregon che faceva da piccolo quando sua madre non se n’era ancora andata e dei tentativi di Lowell di insegnargli a nuotare, Lowell che manco\u00a0riusciva a pronunciare il nome del suo figliastro e lo chiamava Subaru<\/em>. And now I want to be near you<\/em>, dice Sufjan con le voce che inciampa e si sbuccia le ginocchia. Eugene<\/em> \u00e8 eseguita in solitaria e probabilmente uno dei momenti pi\u00f9 toccanti del concerto, un lago al tramonto mosso dal vento sullo sfondo.<\/p>\n

Fourth of July<\/em> \u00e8 un altro momento pesantissimo (in senso buono). Giorno della morte di sua madre e festa nazionale. Sua madre gli parla, Mio piccolo falco<\/em>, lo chiama, Perch\u00e9 piangi? \/ Che cos’hai imparato dal fuoco di Tillamook<\/a><\/strong> o dal 4 di luglio? Moriremo tutti<\/em>. E quel moriremo tutti<\/em> diventa un lento crescendo che avvolge l’intera sala, e sul palco suonano tutti, e cantano tutti, e hanno tutti gli occhi chiusi, e probabilmente hanno tutti un tremolio che gli scende gi\u00f9 per la spina dorsale. Appare sul palco anche Nico Muhly<\/a><\/strong>, amico di Sufjan, che suoner\u00e0 la maggior parte dei brani sul palco con lui, spesso a quattro mani alle tastiere. E poi si ritorna alle corde d’acustica e nient’altro per No Shade in the Shadow of the Cross<\/em>, che racconta come anche il Dio che Sufjan ha pregato e cantato in tutti questi anni non pu\u00f2 molto di fronte all’alcool e alle pillole. Non c’\u00e8 frescura sotto l’ombra della croce – Fanculo, sto cadendo a pezzi<\/em>. E dirlo cos\u00ec piano funziona molto meglio che gridarlo. \u00a0Le uniche concessioni al passato, prima dell’intervallo, sono una devastante The Owl and the Tanager<\/em>, ballata al pianoforte per una relazione violenta – e Vesuvius<\/em>, una preghiera al fuoco del fuoco per avere un po’ di forza, almeno per arrivare a domani. Quando arriva Blue Bucket of Gold<\/em>, che chiude Carrie & Lowell<\/em>, si chiude anche la prima parte del concerto – ma si chiude col telo che copre il retro del palco che si apre a fine canzone, due palle da discoteca illuminano il palco in mille fasci di luce bianca e Nico Muhly appare sullo sfondo seduto ad un enorme organo, e\u00a0assieme alla band e a Sufjan suona un lunghissimo, avvolgente drone<\/em> che non si capisce bene se \u00e8 un rumore o una melodia. Ma esattamente questo \u00e8 il bello, penso.<\/p>\n

\"sufjan\"<\/a><\/p>\n

Il bis \u00e8 quasi un secondo set, senza frizzi e lazzi e tricche e ballacche e luci e sfondi. Apre il tutto Concerning the UFO Sighting Near Highland, Illinois<\/em>. Segue un brano che da tanto non faceva dal vivo, In the Devil’s Territory<\/em>, spritual di speranza come a riprendersi da tutto il dolore, a credere di nuovo nella comunanza. C’\u00e8 tempo per un ultimo cenno a The Age of Adz<\/em> con Futile Devices<\/em>, che quel disco lo apriva con l’unico barlume di semplicit\u00e0 di cui Sufjan era stato capace – a chiudersi comunque con una mazzata sulla faccia per uno che scrive le canzoni:\u00a0e\u00a0le parole sono futili dispositivi<\/a><\/em><\/strong>. The Dress Looks Nice On You<\/em> \u00e8 un gioiello acustico, che Sufjan annuncia con “una canzone che parla di buon senso e di gentilezza”. John Wayne Gacy Jr.<\/em> gela il sangue come ha sempre fatto, cantando i delitti e il sangue versato e i baci dati sul letto e i segreti che tutti ci teniamo dentro l\u00ec a marcire. To Be Alone With You<\/em> \u00e8 una sorpresa, ancora un momento di calma e raccoglimento prima di chiudere tutto con Chicago<\/em>. Ma se quattro anni fa a Ferrara erano stati palloncini e fiati e coriandoli e danze e voci stonate, stavolta ritorna quella perfetta mediet\u00e0 tra il tutto e il nulla, con le acustiche a farla da padrone e le mille voci che la cantavano su Illinois<\/em> ormai un ricordo – ma un bel ricordo, di quelli che scaldano il cuore e ti fanno dire che dopotutto, anche se c’\u00e8 stato tanto male di mezzo, hai capito tutto e stai bene.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

di Elia Alovisi \/ Il concerto raccontato \u00e8 quello del 2 settembre Ah, Sufjan Stevens. La prima volta che lo vidi fu a Ferrara, nel 2011, per il tour di quel Pollock post-futuristico di disco che era The Age of Adz – le ali di farfalla a cui ero stato abituato dai suoi video live […]<\/p>\n","protected":false},"author":7,"featured_media":20555,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"video","meta":{"tdm_status":"","tdm_grid_status":"","footnotes":""},"categories":[85,89,57],"tags":[126,88,1413],"amp_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/20548"}],"collection":[{"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/users\/7"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=20548"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/20548\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/media\/20555"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=20548"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=20548"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/rumoremag.com\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=20548"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}