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La Beastie Boys Square inaugurata a New York e la storia della foto di Paul’s Boutique

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Beastie Boys Square

di Nicholas David Altea

Lo sapevate che nella foto della copertina di Paul’s Boutique c’è anche Encore, il disco di Domenico Modugno? L’inaugurazione di Beastie Boys Square e la storia dello scatto di un angolo di strada che ha fatto la storia

Ci sono migliaia di persone tutte strette e festanti in un incrocio di New York. Non è un giorno qualunque: è il 9 settembre e rimarrà un momento importante per il rap, la città di New York, i Beastie Boys (protagonisti della nostra cover story qualche anno fa) e tutti i fan del gruppo. Il trio rap americano formato da Adam “Ad-Rock” Horovitz, Michael “Mike D” Diamond e dal compianto Adam “MCA” Yauch può ora vantare di avere una piazza intitolata a proprio nome. Si trova in un punto non certo casuale nel Lower East Side di N.Y., fra Ludlow Street e Rivington Street. Un angolo di strada reso famoso da Paul’s Boutique, negozio di abiti immaginario che ha dato il nome ed è diventato la copertina del secondo difficile album dei Beasties.

Alla Def Jam nessuno voleva più lavorare con loro – compreso Rick Rubin – così firmano con Capitol e si traferiscono a Los Angeles, sulla West Coast, per concentrarsi sul nuovo lavoro. Sarà un disco profondamente diverso, senza strumenti e pieno di centinaia di campioni, dai Ramones ad Alice Cooper, passando per Deep Purple, Jackson 5, Beatles, Paul McCartney, Afrika Bambaataa & James Brown, Pink Floyd, Curtis Mayfield e tantissimi altri, per un totale di 105 brani campionati. Tutto un altro mondo rispetto a Licensed To Ill (1986) e tutta un’altra accoglienza: di certo non un successo, poiché raggiungerà a malapena la 14esima posizione nella classifica USA. Solo nei decenni successivi si comprenderà il lavoro e la reale sperimentazione a cui hanno partecipato come produttori Mario Caldato Jr. e soprattutto i Dust Brothers (li ricorderete nella colonna sonora di Fight Club) che in origine spingevano per un disco strumentale e da club.

La foto e la storia della copertina di Paul’s Boutique

La copertina del disco di Paul’s Boutique è apribile ed è una lunga fotografia panoramica a 360° di Ludlow Street (scattata da 99 Rivington Street), attribuita a Nathanial Hörnblowér – alter ego di Adam Yauch con cui si è spacciato per anni come “il regista svizzero dei loro video”, fino a quando non è stato lo stesso Yauch a rivelarne l’identità. La realtà dei fatti suona diversamente: l’autore della foto è Jeremy Shatan, già bassista nei Young Aborigines, una sorta di band hardcore/post punk pre Beastie Boys degli anni 80 con Michael Diamond aka Mike D (batteria), Kate Schellenbach (percussioni), John Berry (chitarra) e lo stesso Shatan al basso. Erano influenzati da artisti come PiL, Gang Of Four, Siouxsie & the Banshees e Joy Division ma anche da generi come salsa, reggae e dub.

Qui tutto lo scatto a 360° che potete guardare meglio passando il mouse sopra zoomando.

Jeremy Shatan in un’intervista video racconta che è stato molto punk e diy realizzare quella copertina. È nato tutto nel 1987, durante un pranzo a Soho con Mike e il fratello più grande. Mentre parlavano, tutto a un tratto Mike D cambia discorso e gli spiega che aveva un’idea per la cover del prossimo disco ma che non sapeva come realizzarla. Voleva una foto a 360° all’incrocio di due strade. Jeremy ha la soluzione: una fotocamera panoramica con un rullino da 120. Con ognuno di questi poteva fare due giri e mezzo da 360° e per realizzare ogni foto serviva circa un minuto.

(Screen grab dal video)

Ovviamente non avevano nessun permesso per piazzare il treppiede e ingombrare la strada. Lo fecero di mattina, abbastanza presto, per evitare il traffico e le auto. Shatan, mentre teneva il cavo della macchina fotografica si doveva anche abbassare per evitare di apparire nello scatto. Era un qualcosa di molto simile a un film perché prima di schiacciare il tasto urlava “action” e nel frattempo i tre Beastie Boys facevano qualcosa: Adam “Ad-Rock” Horovitz era dietro a un’auto; Adam Yauch andava sullo skateboard; Mike D stava fermo in mezzo alla strada. E poi c’erano gli altri inconsapevoli passanti che per caso si trovavano lì. Nulla di così sconvolgente, oggi: ogni giorno migliaia di Google car battono le strade di tutto il mondo fotografandoci per Street View, unendo miliardi di immagini panoramiche per fornire una rappresentazione virtuale dell’ambiente circostante su Google Maps. Insomma, la foto di Paul’s Boutique è stata Street View più di dieci anni prima che nascesse Google. Tornando ai dettagli dello scatto, Jeremy spiega anche che sono stati utilizzati 20-25 rullini perché non si poteva immaginare come sarebbero venute le fotografie fino a che non fossero state sviluppate, vista anche la difficoltà di fotografare oggetti e persone in movimento.

Molti pensano che quello nella foto fosse realmente il negozio Paul’s Boutique ma era tutta finzione. Un amico del gruppo gli creò l’insegna che portarono quella mattina insieme a tutti gli oggetti di scena che loro sistemarono: vestiti e altra roba da esporre fuori da Lee’s Sportswear. Paul’s Boutique esisteva ma non era a Manhattan, bensì a Brooklyn. Loro però non ci erano mai stati ma ne avevano sentito solo parlare alla radio WLID dal grandissimo Gil Bailey, storico dj jamaicano di musica caraibica. Fuori dal fantomatico negozio avevano sistemato anche dei dischi: l’omonimo The Modern Lovers, Let’s Stay Together di Al Green, Mister Magic di Grover Washington Jr, Al Wilson con Show And Tell e un altro che è stato più difficile da riconoscere: Domenico Modugno con Encore. Quel giorno, racconta Shatan in un’altra intervista, andarono anche sul tetto di 101 Park Avenue a Midtown per fare altre panoramiche lassù ma pare che quelle foto non abbiano mai visto la luce.

I dischi esposti

In un’intervista a “Interview Magazine” Mike D spiegò molto altro in merito al brano Ask For Janice in cui la voce di Gil Bailey dice:

The best in men’s clothing
Call Paul’s Boutique, ask for Janice
The number is, ah, 718-498-1043
That’s Paul’s Boutique, and they’re in Brooklyn

Dice Mike D: “È lo spot pubblicitario della Paul’s Boutique. Ho registrato un show radiofonico reggae negli anni ’80, The Gil Bailey Show, e c’era uno spot pubblicitario per Paul’s Boutique, quello che c’è nel disco. Facevamo continuamente mixtape e su uno di questi mettevo quella pubblicità. Abbiamo pensato che fosse divertente quindi l’abbiamo messa nel disco e alla fine lo abbiamo intitolato Paul’s Boutique. Più tardi, non so quanto tempo dopo, Adam Yauch ottenne quel numero di telefono e lo trasferì nel seminterrato dei suoi genitori a Brooklyn. Quindi ci collegò una segreteria telefonica che chiunque avesse chiamato Paul’s Boutique avrebbe sentito. Il messaggio di risposta era qualcosa del tipo: ‘Ehi, amico. Sono Paul. Non posso venire al negozio adesso, lascia un messaggio’. E fu così per alcuni anni”. Prendere qualcosa da una parte e portarlo da un’altra o, come nell’hip hop, campionare uno strumento o un suono da un disco, metterlo in un’altra canzone dandogli nuova vita. Forse non c’è rappresentazione migliore dell’idea di hip hop in uno scatto come quello di Paul’s Boutique, completamente finto ma incredibilmente nuovo.

[Il nome dell’album è in realtà un omaggio fatto dai Beastie Boys a Paul, proprietario dell’omonima boutique. Per caso i musicisti entrarono in negozio, fecero degli acquisti e al momento di pagare il proprietario regalò loro ciò che avevano preso, in cambio della promessa di essere citato, anche se in piccolissimo, nel loro prossimo album. La riconoscenza fu grande e la copertina del disco rappresenta l’esterno della boutique oltre al nome dell’album che è uno spot commerciale a tutti gli effetti.]

Questa affermazione che trovate sulla pagina Wikipedia italiana. Ho provato a incrociarla ma non ho assolutamente trovato conferma. Necessiterebbe di una fonte che, per ora, manca e visto anche quanto raccontato sopra pare molto poco credibile.

L’operazione Beastie Boys Square

Nel 2014 la proposta di rinominare come “Beastie Boys Square” l’angolo del Lower East Side fra Ludlow Street e Rivington Street, reso famoso dalla copertina di Paul’s Boutique, era stata respinta dal consiglio comunale di New York con 24 voti contro 1. Se è necessario passare dalle sconfitte per avere successo, eccone la prova: dopo otto anni una nuova domanda per la designazione è stata invece approvata dal New York City Council. “Come molti di noi sanno, una volta che i Beastie Boys sono entrati in scena, hanno davvero cambiato l’hip-hop”, spiegava nel luglio 2022 il membro del consiglio Christopher Marte: “La vedo come una celebrazione. Una celebrazione per il Lower East Side, una celebrazione per l’hip hop e soprattutto una celebrazione per la nostra comunità che si sta organizzando da molto tempo perché questo accada”.

All’inaugurazione annunciata pochi giorni prima c’era davvero tantissima gente come era facile prevedere. Sul palchetto le casse, un leggio, alcuni membri del consiglio che si sono spesi per questa piazza e poi tocca ai due Beastie Boys, Mike D e Adam “Ad-Rock” Horovitz. Quest’ultimo esordisce così: “This is fucking weird” (non serve traduzione). E poi continua dicendo: “Voglio ringraziare tutti coloro che amano la musica dei Beastie Boys. Non capisco davvero perché di tutto questo, ma so che lo adoro, e in qualche modo ci rende una specie di amici, come se avessimo legato grazie a questi strani dischi, quindi grazie.”

Horovitz ha voluto ringraziare i membri del consiglio che hanno contribuito a rendere Beastie Boys Square una realtà, così come il sostenitore culturale LeRoy McCarthy, i cui sforzi hanno portato allo stesso modo a intitolare strade in onore di Notorious B.I.G., Wu-Tang Clan e Tupac Shakur, tra gli altri. Ha anche ringraziato New York City per “Averci insegnato cosa guardare, cosa ascoltare, cosa indossare, come amare, come vivere. Grazie, New York”.

Concludendo il suo discorso Horovitz ha sottolineato cosa significa per lui avere questo onore:

“Camminiamo per queste strade e non pensiamo davvero a chi portano il nome, come Ludlow Street, Irving Street, Father Demo Square… ma mi fa sono davvero felice di sapere che qualche ragazzo che sta andando a scuola tra 50 anni passerà da qui, guarderà in alto e dirà, ‘Che cazzo è un Beastie Boy e perché cazzo hanno una piazza?’”

Diamond ricorda anche che le loro origini non siamo proprio di qui: “Siamo cresciuti altrove, ma il Lower East Side è sempre stato un posto fantastico in cui volevamo andare e uscire e, in qualche modo, il Lower East Side è stato così gentile da ospitarci e farci vedere così tanta musica incredibile”. Ma c’è da ricordare che i Beastie Boys iniziarono ad esercitarsi insieme per la prima volta al 59 di Chrystie Street (tra Canal e Hester), a circa nove isolati da Paul’s Boutique.

Mike D continua dicendo: “Nel momento in cui abbiamo ascoltato la musica rap, è stato così rivoluzionario ed emozionante, il fatto che in qualche modo siamo riusciti a passare dall’essere letteralmente bambini che ascoltavano ogni disco hip-hop, mixtape, canzone, a poter provare a memorizzare ogni parola, pensando che saremmo stati in grado di fare davvero un disco rap, e continuare a fare quei dischi rap, e ora eccoci qui dopo tutti quegli anni, grazie mille per tutto”.

Infine ha reso omaggio al loro defunto compagno Adam “MCA” Yauch scomparso nel 2012 mentre in sottofondo le parole di Adam risuonavano a tutto volume:

“Era nostro fratello in questo fantastico viaggio che tutti noi abbiamo affrontato”

Oggi l’incrocio tra Rivington e Ludlow ha poca somiglianza con la copertina dell’album. Lee’s Sportswear è scomparso da tempo, insieme al suo vicino, Ben’s Shoes. E attualmente l’angolo ospita un ristorante. A ricordarci l’importanza, però, resta sempre il murale dell’artista Danielle Mastrion che ha dipinto i ritratti dei Beastie Boys nel 2014 e successivamente rifatto nel 2017. Un grande traguardo per la storia dell’hip hop e dei Beastie Boys. E se vi venisse voglia di chiamare Paul’s Boutique, chiedete di Janice, magari qualcuno oggi risponde.

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