Home Il Gusto Della Musica Guarda i Talking Heads riuniti insieme dopo 20 anni per il restauro...

Guarda i Talking Heads riuniti insieme dopo 20 anni per il restauro del film-concerto Stop Making Sense

0
Talking Heads Band
(Credit: Twitter A24)

Dopo oltre 20 anni i Talking Heads si sono ritrovati assieme per la premiere di Stop Making Sense, il film-concerto diretto da Jonathan Demme e uscito nel 1984

Come annunciato nelle settimane precedenti, la reunion – non musicale ma solo per un incontro/intervista – dei Talking Heads: David Byrne, Tina Weymouth, Chris Frantz e Jerry Harrison. È avvenuta in occasione del Toronto International Film Festival per presentare il film-concerto del 1984, Stop Making Sense di Jonathan Demme, regista americano scomparso nel 2017 che nel dicembre 1983 lo aveva girato nel corso di tre serate al Pantages Theatre di Hollywood. La première con domande e risposte sono state trasmesse anche nei cinema IMAX di tutto il paese come parte di un evento speciale.

Il regista Spike Lee si è espresso in modo entusiasta dopo aver visto la proiezione di mezzanotte del film la sera dell’inaugurazione. Secondo lui è il più grande film-concerto mai realizzato. Ha moderato l’incontro e posto alcune domande alla band sulle origini e la produzione del film, sul famoso tailleur di Byrne e su cosa hanno fatto non solo con l’immagine ma anche con il suono di questo restauro del film che sarà distribuito nelle sale questo mese da A24.

Alla considerazione di Lee, Frantz ha risposto: “Beh, sai, i Talking Heads erano una buona band, soprattutto quando abbiamo avuto quella formazione ampliata […] È così bello essere qui con i miei compagni di gruppo, stasera. È passato molto tempo: con la formazione ampliata, con il percussionista Steve Scales, il tastierista Bernie Worrell e i coristi Lynn Mabry ed Ednah Holt, e il chitarrista Alex Weir, ci hanno semplicemente portato in un’altra dimensione, Sai? Sono molto grato di essere qui stasera e di poterlo guardare e di divertirmi così tanto”.

Jerry Harrison invece ha raccontato che “una delle cose meravigliose è che ci sono nuove tecnologie, il che significa che abbiamo quasi il peso di adattarci e portare [Stop Making Sense] a ciò che le persone possono sentire ora nei cinema”. Ha voluto così sottolineare come il disco della colonna sonora originale sia stato registrato già all’epoca con un nastro audio digitale all’avanguardia. Ha detto che questa nuova versione ha permesso loro di isolare i singoli artisti, inclusi i quattro membri originali ma anche Bernie Worrell, Steve Scales e Alex Weir e i coristi Lynn Mabry ed Ednah Holt.

Byrne riflette e fa alcune considerazioni: “Mentre lo stavo guardando proprio ora, stavo pensando: ‘Ecco perché veniamo al cinema. È diverso rispetto a guardarlo sul mio portatile’”, ha riso. “È davvero tutta un’altra cosa”.

Frantz ha anche spiegato quanto gli manchi Demme: “Sicuramente ha apprezzato la band, ha capito cosa stavamo facendo e ci ha aiutato a celebrare la musica, perché quando arrivi al dunque, la musica è più grande della band. Noi potremmo essere morti, ma la musica continua”.

Ha poi aggiunto: “Jonathan ci ha dato molta fiducia e ci ha fatto capire che era qualcosa di utile e che ne valeva la pena farci un film, e che sarebbe stato qualcosa degno di essere ricordato in futuro. Era un tipo molto puro, una persona molto dolce ed è stato un grande piacere averlo conosciuto”.


Se vi va, trovate l’intervista a David Byrne (nostra cover story di qualche anno fa) nei numeri arretrati. Mentre l’intervista a Chris Frantz in occasione dell’uscita del libro Remain In Love è nel numero di marzo 2023 che potete acquistare qui. Dal 29 settembre sarà possibile vedere il film-concerto Stop Making Sense anche nei cinema italiani.

Exit mobile version