
Tutti i contenuti del numero 380 di Rumore, settembre 2023.
Sparklehorse, voli postumi e maledizioni indie rock
La storia di Mark Linkous ha marchiato a fuoco il rock americano degli anni 90 e del principio del millennio. La sua creatura denominata Sparklehorse fu una delle grandi scoperte major provenienti dalle floride miniere dell’indie rock statunitense, una trentina di anni fa. Una vicenda tanto interessante musicalmente quanto travagliata a livello personale. Non è un mistero che la fine tragica di Mark una manciata di anni fa abbia chiuso quel progetto, cristallizzandolo nella leggenda di quella musica troppo fragile e spericolata assieme per sopravvivere alla contemporaneità grossolana che la circondava. Di Mark ci rimane un gruzzolo di dischi splendidi, ma adesso affiora anche un disco inedito, postumo. Un piccolo miracolo a cui ha lavorato soprattutto suo fratello Matt: un ventaglio di brani che sono stati portati a termine negli ultimi anni senza Mark, ma rimanendo fedeli al suo spirito compositivo. Cioè a metà fra la grazia melodica del grande songwriter e le sporcature in bassa fedeltà tanto amate dall’uomo nascosto dietro la sigla Sparklehorse. Per trattare una materia così delicata ci volevano due specialisti, due fuoriclasse, due penne misurate. Così, da una parte Maurizio Blatto si inabissa nel cosiddetto “cantico dei dimenticati”, ossia quegli autori a stelle e strisce che negli ultimi 30 anni hanno portato bellezza creativa nel mondo, carichi però di un peso esistenziale troppo gravoso da sopportare fino in fondo. Dall’altra parte Carlo Bordone ha investigato nella storia di Mark Linkous, intervistando Angela Faye Martin, scrittrice, musicista e amica di Mark, che ha seguito da vicino proprio negli ultimi anni di vita. Voli postumi e maledizioni indie rock: da qui parte Rumore 380, settembre 2023.
Restiamo nell’America del nord, ma dalla provincia profonda ci spostiamo verso New York City. Dove grazie a Cesare Lorenzi incontriamo – a ben dieci anni di distanza dal loro ultimo album!? – i Blonde Redhead. Nostri beniamini da praticamente sempre, proprio quest’anno compiono 30 anni di carriera. La band dei due gemelli Simone e Amedeo Pace insieme a Kazu è una delle cose più spericolate successe al rock tutto a cavallo dei due millenni. Nonché un pezzo della storia di Rumore. Sempre un piacere tornare là dove tanta complessità si intreccia con passione e intensità artistica. Un gruppo che si racconta e che riesce a sorprendere anche dopo così tanti anni di attività.
Se parliamo di classici moderni, impossibile non citare i britannici Slowdive. Band emblematica del cosiddetto suono shoegaze: dopo una carriera che ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto e dovuto, dopo la separazione, è arrivata una reunion che da anni ha portato in casa Slowdive i riconoscimenti che la band da sempre merita. Diego Ballani li ha intervistati, ragionando sull’eredità lasciata dal gruppo, visto che proprio in queste settimane esce un tributo italiano agli Slowdive. Occasione per ragionare sull’eterna attualità della sottocultura shoegaze e delle sue molte manifestazioni odierne.
Approfondiamo ancora il mondo delle chitarre, ma in questo caso più pesanti che effettate: si ripresentano i Baroness. Un ritorno progressivo quanto hard, da parte della band che ha fatto dell’incrocio tra grafica e ricercatezza sonora uno dei suoi pilastri. Andrea Valentini ha intervistato per noi la chitarrista Gina Gleason, alla luce del nuovo album Stone. Sei dischi per i Baroness, una formazione che a un percorso monolitico preferisce una continua evoluzione artistica durante il percorso. Avventurosi.
E ancora: approfondimenti e interviste a progetti nuovi come la cantautrice Daniela Pes, fresca, insospettabile, ammirevole vincitrice di una Targa Tenco. Altre ragazze italiane rispondono invece al nome di Tacobellas e Miglio. Mentre Militarie Gun e Home Is Where tengono alta la bandiera del punk evoluto di derivazione americana. Sempre a proposito di stars and stripes, nella rubrica chiamata “Flashback” riavvolgiamo il filo della memoria sulla vicenda degli statunitensi Folk Implosion: ossia la sgangherata coppia postmoderna capeggiata da Lou Barlow, già leader dei Sebadoh nonché componente dei Dinosaur Jr. Nella rubrica denominata “I Complessi” abbiamo raccolto l’articolata, nuda, commovente storia di vita di Pierpaolo Capovilla, già a capo di progetti centrali per la musica rock italiana come One Dimensional Man e Il Teatro Degli Orrori. Uno dei pensatori più rilevanti fra quanti ruotano attorno alla musica in Italia.
Ricordiamo anche la figura leggendaria di Mark Stewart, icona della sperimentazione rock: passando dal suo Pop Group a tutta l’influenza esercitata sulla successiva scena di Bristol. Parliamo anche del nuovo progetto editoriale del nostro Alessandro Baronciani: il quale, invece, per la sua rubrica di ritratti a fumetti ci regala una sua splendida versione di Lauryn Hill. Questo mese il protagonista della nostra intervista senza rete – per le pagine de “I Complessi” – è Gianni Maroccolo: bassista e produttore che ha fatto la storia del rock in Italia con Litfiba, C.S.I. e tanti altri e che proprio per questo neanche avrebbe bisogno di presentazioni.
Recensiamo infine moltissime nuove uscite discografiche; fra cui si segnalano prima di tutto gli album di ritorno di Jack Cooper: one man band in arte chiamato Modern Nature. In Italia svetta invece il terzo disco di Alice Bisi, già nota come Birthh. Ma includiamo anche le ultime uscite di Romy, Pankow, Explosions In The Sky, Not Waving, The Armed, Alice Cooper, Hozier, Disclosure, Pretenders, Georgia, Killer Mike, The Postal Service, Bombino, Khalab, Stefano Giaccone, Flat Worms, Post Malone, The Coral, James Blake, Loraine James, Nation Of Language, Panda Bear & Sonic Boom, Puma Blue, Devendra Banhart, Liam Gallagher, Jorja Smith, Animal Collective etc. Fra le ristampe spiccano invece quelle di Cypress Hill, The Who, Yann Tiersen, The Doors, Africa Unite, Neil Young, ABC, The Morlocks, Tom Waits. Oltre a film, serie, fumetti.
Nella sezione letture ci concentriamo soprattutto sulle biografie di autori come Johnny Cash, Joni Mitchell, Fabri Fibra e Public Enemy. Meritano però una segnalazione speciale il libro firmato dal fenomenale chitarrista Marc Ribot e il saggio sulla musica e la lingua napoletana scritto da Valeria Saggese.
“Rumore” 380, giugno 2023, è in edicola: al prezzo di 8.00 euro. Disponibile anche la versione app da scaricare, per tutte le piattaforme. Buona lettura!
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