Il suono di Cuba: Cimafunk fra comunità e groove

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Cimafunk suonerà il 12 luglio a Milano per l’anteprima del JAZZMI 2022

RUMORE COVER FB NATALE 2023

di Federico Ambruosi

Cimafunk è il primo artista ad esibirsi per l’anteprima estiva del JAZZMI 2022: il concerto si terrà martedì 12 luglio all’interno del Giardino Giancarlo De Carlo della Triennale di Milano, uno dei luoghi che ospiterà il festival durante la sua settima edizione. L’anteprima estiva del JAZZMI ospiterà inoltre il collettivo britannico KOKOROKO, che suonerà il 13 luglio al Castello Sforzesco di Milano. Subito dopo l’anteprima estiva, il JAZZMI darà il via all’edizione 2022, che si terrà dal 29 settembre al 9 ottobre sotto la direzione artistica di Luciano Linzi e Titti Santini. Anche quest’anno, il festival milanese che racconta il jazz in tutte le sue declinazioni e influenze tornerà con oltre duecento eventi sparsi per la città in diverse location, tra cui: Triennale Teatro dell’Arte, Blue Note Milano, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Castello Sforzesco, Teatro Filodrammatici, Santeria Toscana 31 e Magazzini Generali. In programma: C’Mon Tigre, Joe Barbieri, Fabrizio Bosso Quartet “We Wonder”, Alfa Mist, Richard Marx e tanti altri artisti dal passato e dal presente del jazz italiano e internazionale.

Essere fedeli a una tradizione, rispettandola ma allo stesso tempo contaminandola con la propria esperienza e la propria curiosità, è la chiave per la creazione di linguaggi nuovi, freschi e attuali. È questa la ricetta di un artista come Erik Alejandro Iglesias Rodriguez, in arte Cimafunk: soul, funk, hip hop, richiami agli Stati Uniti e soprattutto alla tradizione musicale della sua terra natia: Cuba. Cimafunk sceglie il proprio nome come omaggio alla sua eredità di Cimarrón, popolo cubano di origine africana che ha combattuto e fuggito la schiavitù, e ha oggi ripreso in mano il futuro del funk inserendo nei suoi lavori rimandi alla musica popolare cubana e afro-caraibica.

Originario di Puerto del Rio, interrompe gli studi di medicina per trasferirsi all’Havana, polo culturale di Cuba, dove comincia la sua carriera di produttore e musicista. Nel 2017 pubblica il suo primo album Terapia, di cui è anche produttore, e durante la pandemia del 2020 comincia invece la lavorazione del suo secondo album, El Alimento, pubblicato a ottobre 2021 e co-prodotto da Jack Splash. Se il primo album vede Cimafunk in qualità di performer, compositore e produttore, il secondo, più maturo e contaminato, vede la partecipazione di artisti come George Clinton, CeeLo Green, Stylo G, Los Papines e Chucho Valdés.

Abbiamo avuto l’occasione di scambiare alcune battute con Cimafunk in vista del suo concerto a Milano, e ci ha parlato proprio di come queste importanti collaborazioni abbiano cambiato il suo processo creativo e produttivo: “Poter collaborare con questi artisti è stato prezioso e surreale, soprattutto perché sono stato un fan di CeeLo Green per tanti, tanti anni: è uno dei miei artisti preferiti di sempre. Ovviamente, collaborare con George Clinton, Stylo G, Los Papines e la leggenda Chucho Valdés all’interno dello stesso album è stato incredibile e interessante per le influenze che hanno portato, penso ad esempio ai Los Papines che incarnano l’essenza della danza rumba della musica cubana. Jack Splash, che è il principale produttore dell’album, è stato fondamentale nel creare il groove che ha poi portato questi artisti ad essere parte di El Alimento. Il mio modo di produrre poi è decisamente cambiato con quest’album, specie perché è stata la prima volta in cui ho condiviso la produzione della mia musica con un produttore importante come Jack”.

Ascoltando il disco si nota immediatamente il filo conduttore che guida la musica di Cimafunk e la trasporta verso i suoi ascoltatori, ovvero un messaggio di comunità e di allegria diffuso attraverso la mente e il corpo, che lo stesso Cimafunk ci ha confermato: “È proprio questo il messaggio: apprezzare il momento. È quello che faccio e che cerco di esprimere attraverso la mia musica. Sono cresciuto in una grande famiglia all’interno di un quartiere dove tutti si conoscono e in cui la condivisione è il valore portante. Quel senso di comunità è radicato nel mio sangue, nella mia genetica. Ogni volta che torno a casa, rivivo quel senso di comunità e condivisione con la mia famiglia ed i miei amici, ed è il momento che più mi rende felice e che mi ricorda i valori che la mia musica deve rappresentare: comunità e condivisione”.

Anche lontano da casa però, Cimafunk diffonde il suo messaggio di condivisione. L’artista cubano infatti ha avuto modo di calcare palchi di diversi continenti fra America e Europa, come ad esempio quello del festival di Glastonbury 2022. “La mia musica – racconta Cimafunk – è cambiata grazie a queste nuove esperienze. Ho avuto l’opportunità di suonare di fronte a migliaia di persone che parlavano una lingua diversa dalla mia e che non avevano mai visto la mia band prima. Allo stesso tempo però il pubblico ha vissuto la mia musica con la stessa intensità che ho voluto trasmettere dal palco. Per questa ragione, adesso scrivo la mia musica tenendo conto della reazione del pubblico durante i miei concerti. Quando canto, osservo le persone che danzano e cerco di capire quali siano i suoni e i ritmi che preferiscono e che le fanno ballare. La mia musica cambia ed evolve dopo ogni mio concerto”.

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