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Ascolta IRA, il nuovo album di Iosonouncane

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L’attesissimo nuovo album di Iosonouncane, IRA, è il protagonista del nostro numero di Rumore di maggio che trovate in edicola. Un piccolo estratto dell’intervista che trovate nella rivista

Siamo alle battute finali, perlomeno per quelle che anticipano l’uscita dell’atteso disco di Iosonouncane, IRA, seguito dell’acclamatissimo DIE (2015) uscito oramai già 6 anni fa. Dopo i primi dettagli della copertina con un uomo nudo definita come “Il messaggio è chiaro, nessuna concessione al nostro tempo”, le collaborazioni, la data di uscita (per la rinata etichetta Numero Uno il 14 maggio) e il formato in triplo vinile e doppio cd, ora abbiamo anche qualche altra utile informazione. Leggendo l’elenco delle canzoni, i titoli non sono italiani ma sembrano francesi, inglesi e spagnoli. Tra i brani non c’è il singolo Novembre che era uscito nel 2020, accompagnato dalla cover nella b side di Vedrai, Vedrai di Luigi Tenco.

Un totale di 17 brani per quasi due ore di album, che come viene raccontato, nasce da un lavoro profondo durato circa cinque anni partendo da circa 15 ore di bozze e provini. Iosonouncane ha scritto e arrangiato tutto ma si è circondato anche di ottimi musicisti: Serena Locci (synth e voce), Simone Cavina (batteria e voce), Mariagiulia Degli Amori (percussioni, chitarra e voce), Francesco Bolognini (elettronica, synth e voce), Simona Norato (pianoforte, organo, mellotron), Amedeo Perri (synth) e la produzione artistica del disco con Bruno Germano che ha suonato la chitarra acustica in Sangre. A corredo di questo disco attesissimo è uscito un cortometraggio che ne racconta la genesi.

Il nostro Alessandro Besselva lo ha intervistato per il servizio di copertina del numero di Rumore di maggio che trovate in edicola. Ne riportiamo un piccolissimo estratto.

Avevi già in mente un disco di questo genere quando hai incominciato ad accumulare materiale, come immagino?

Non smetto mai di accumulare materiale. Accade però che a un certo punto emerga da questo lavorio quotidiano una suggestione nitida, inedita: lì nasce il disco. Tutto il lavoro conseguente ha come unico obiettivo quello di dare forma a quella precisa suggestione, e richiede una concentrazione e una capacità d’attesa enormi. Ovviamente il lavoro artigianale sui suoni porta continui mutamenti, spesso sorprendenti, ma è fondamentale che l’intuizione iniziale venga custodita attraverso il tempo. È una cosa, questa, che riesco per fortuna a fare. Quindi, si, avevo già in mente un disco di questo genere la prima volta che ne ho percepito la possibile esistenza

La scaletta di IRA, il terzo album

01. Hiver
02. Ashes
03. Foule
04. Jabal
05. Ojos
06. Nuit
07. Prison
08. Horizon
09. Piel
10. Priere
11. Niran
12. Soldiers
13. Fleuve
14. Sangre
15. Petrole
16. Hajar
17. Cri

Lo potete ascoltare qua sotto:

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