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Rumore 348 | Gennaio 2021 – 50 anni di Creem, Lester Bangs e la golden age del rock

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Tutti i contenuti del numero 348 di Rumore, gennaio 2021. 50 anni di Creem, Lester Bangs e la golden age del rock

Cominciamo il nuovo anno con una piccola variante. Sta in alto, copertina, la prima cosa che si vede: la testata. Rumore. Questo mese, lo si osserva facilmente, la testata è diversa. Ma non si tratta di un cambiamento definitivo. Bensì di un omaggio. Per questo potremmo dire che il numero di gennaio 2021 è letteralmente un numero da collezione. E lo è per molteplici ragioni. La prima, appunto, è l’unicità della testata. Legata al servizio di copertina: cominciamo l’anno omaggiando la più importante rivista musicale underground musicale di sempre. La celeberrima, statunitense “Creem”, che proprio mezzo secolo fa veniva guidata dall’illuminata direzione di Lester Bangs, il Maradona del music writing. Già, ma perché proprio “Creem”? Giusto pochi mesi fa è uscito negli Stati Uniti un film documentario sulla storia della rivista di cui qui si è saputo e scritto poco, per non dire nulla. Così, complice la ricorrenza – quel 1971 magico per il mondo del rock – abbiamo affilato le armi e abbiamo concepito una cover story a più mani. Luca Frazzi ci racconta tutta l’epopea del periodico che aveva come sottototitolo il seguente slogan: l’unico giornale americano rock’n’roll (anche questo claim, come vedrete, è stato copiato e omaggiato questo mese in cima alla nostra copertina, con tanto di ripresa anche della famosa bottiglia di latte, iconografia di “Creem”). Carlo Bordone ha poi provato a riassumere chi e cosa è stato Lester Bangs, mentre Wayne Kramer (MC5) e le pregiate firme di Riccardo Bertoncelli e Michael Zadoorian vengono intervistate in quanto fiancheggiatrici, conoscitrici o appassionate della rivista. Quella di “Creem” è forse la più grande fra le storie minori del rock, il magazine responsabile – tanto per dire – dell’invenzione del termine punk rock. Un tuffo indietro di 50 anni sia dal punto di vista delle vicende raccontate, sia da quello grafico: un numero speciale sotto ogni punto di vista, insomma      

Un numero speciale, abbiamo appena detto. Anche per un’altra ragione. A gennaio cominciamo l’anno sempre con una delle nostre guide pratiche. Bene, questa volta il tema è direttamente legato al servizio di copertina. Questo perché Luca Frazzi, non pago dello sforzo compiuto su “Creem” e dintorni ha anche scritto per noi un volume unico. Si chiama Edicola Rock ed è la prima storia delle riviste musicai italiane, dall’inizio a oggi: dagli anni 60 al nuovo millennio, in pratica oltre mezzo secolo di pubblicazioni musicali italiane riassunte dall’autore in ordine alfabetico e analizzate. Un libro appassionante anche per ricostruire le vicende dell’editoria e della storia nazionale, dal boom economico in poi, per saperne un po’ di più della musica che gira(va) attorno all’Italia e alla maniera in cui è stata raccontata. Che siate appassionati di musica oppure no, semplici curiosi o cultori della storia d’Italia degli ultimi 60 anni, Edicola Rock è un volume che vi farà scoprire storie e testate magari dimenticate, ma non per questo da dimenticare. Un pezzo di storia locale che senza questo volume rischiava di cascare nell’oblio. Se il rapporto tra il suono e le parole, la musica e come viene raccontata (nell’arco della storia) vi sta a cuore, allora questo numero collector di “Rumore” stuzzicherà ulteriormente l’appetito di voi che ci seguite.

Rientriamo velocemente in Italia, ma per mettere a fuoco un tema su cui era da mesi che stavamo lavorando. Ossia il rapporto tra musica e pubblicità all’alba del 2021: dopo tanti decenni di commercial e l’arrivo di nuove piattaforme e linguaggi che hanno azzerato o come minimo cambiato tutto. Carlo Bordone – nostra guida e professionista del settore – ci porta dentro questo universo, raccogliendo il prezioso parere di esperti come Michele Boroni e Michele Comuzzi. Inoltre Barbara Santi ha intervistato chi la musica per i jingle la crea in prima persona: come l’immarcescibile Vittorio Cosma (compositore con un curriculum lungo quanto il lockdown) e il produttore elettronico salentino Populous. Alla fine ne è venuto fuori un affresco aggiornato dell’articolato rapporto fra due linguaggi così apparentemente distanti, ma in realtà assai comunicanti, come la musica e la pubblicità, appunto.

Una delle vicende più artistiche più rilevanti dell’ultimo decennio è senza dubbio quella dello statunitense John Dwyer. Misterioso ed eclettico, nonché recente firmatario di una innumerevole serie di uscite discografiche dietro diverse sigle: Thee Oh Sees, Bent Arcana, Oh Sees, Witch Egg, Coachwips, The Hospitals e ancora tantissime altre. Dwyer è quello che abbiamo definito un punk irrequieto, un ragazzo cresciuto col garage per poi finire molto lontano, in questo quasi sempre sostenuto dal suo socio in affari Matt Jones: ossia l’uomo dietro l’etichetta Castle Face, spesso responsabile delle tante meraviglie pubblicate da Dwyer. Dopo un tortuoso inseguimento i due si sono aperti in una calda intervista a Diego Ballani: passando da osservazioni sul presidente uscente Donald Trump all’apprezzamento verso Billie Eilish.

Non possono naturalmente mancare a gennaio le classifiche riassuntive del 2020 appena trascorso: a cura dei singoli collaboratori della rivista, voce per voce, firma per firma, titolo per titolo. 10 dischi a testa fra quelli che hanno caratterizzato l’anno appena concluso.

Ancora: dedichiamo uno speciale ai volumi da poco usciti dedicati a David Bowie, fra cui quelli di Gianluigi Ricuperati e Paolo Madeddu. Ma analizziamo anche l’ultimo saggio di Simon Reynolds e i molti libri dedicati a Nick Cave e The Clash. Ricostruiamo la vicenda personale di Gianluca Vacha, già collaboratore dei Fratelli Di Soledad. Fra le interviste ai nomi del futuro prossimo spiccano quelle a nomi come Mountain Caller, Nero Kane, Pellegrino & Zodyaco e Shygirl.

Il disco del mese è quello attesissimo dei britannici Shame. Mentre la scelta italiana di gennaio casca sul ritorno dell’inafferrabile, eclettico, irregolare Dargen D’Amico.Recensiamo poi le nuove uscite di Viagra Boys, Clap Your Hands Say Yeah, The Notwist, Samsara Blues Experiment, Nils Frahm, Hatebreed, Boosta, Japandroids, Lambchop, Godblesscomputers, Arctic Monkeys, Steven Wilson, Samuel, C+C=Maxigross, Jimi Tenor, Asian Dub Foundation, Massimo Pupillo, Sleaford Mods etc. A questi si aggiungono, fra le altre, le ristampe di Giuda, J Mascis, Young Marble Giants, Buzzcocks, King Crimson, Oasis, Thelonious Monk, The Black Keys, Richard Hell & The Voidoids.

Rumore” 348, gennaio 2020, è in edicola: al prezzo, inclusa la guida allegata, di 9.00 euro. Disponibile anche la versione digitale da scaricare. Buona lettura!

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