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(questo non è un) Backdoor Antivirus: i consigli della settimana di Maurizio Blatto per questi nuovi giorni solitari

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Con il Piemonte dichiarato zona rossa, il nostro Maurizio Blatto ha dovuto chiudere di nuovo il suo Backdoor, e ha riaperto la rubrica che ci ha tenuto compagnia durante il lockdown. Ecco la sua settimana.

Di Maurizio Blatto

1 Venerdì, 6 novembre 2020

Oh, where have you been, my blue-eyed son?
Oh, where have you been, my darling young one?
Rieccoci. Diciamocelo, nessuno di noi avrebbe avuto il benché minimo desiderio di ricevere un nuovo Antivirus da Backdoor. Eppure, ci risiamo. Ma con modalità differenti, abbastanza, forse, un po’?
Intanto Backdoor da ieri sera è chiuso, siamo in zona rossa.

Ma questo, non è un vero Antivirus, quello “spirito” è andato con il primo lockdown.
Non dico che allora ci fosse da divertirsi, anzi, ma una certa idea di “ce la faremo” esisteva.
Ora francamente, mi sembra siano in testa alla classifica fatica e risentimento.
Quindi, fedele, alla chiusura del primo ciclo di Antivirus, non voglio trovarmi qui a disquisire del perché le librerie (che adoro, peraltro) siano aperte e i negozi di dischi no (la Musica, in questo Paese disgraziato non sarà MAI considerata cultura, ma sempre e soltanto un passatempo senza valore, soprattutto economico, per gente con deficit di crescita. Intanto, grazie a La Stampa

Non voglio testimoniare il disarmo e la sporcizia dei mezzi pubblici di questa città abbandonata da anni a un destino non scritto da incapacità e assenza, non voglio domandarmi se a definire i colori delle Regioni siano dati effettivi o le virtù da guitto di qualche pagliaccio in televisione. Non voglio armarmi per una guerriglia parrucchieri vs estetisti o angustiarmi per una conferenza stampa che sposti il lockdown dalle 21 alle 20,38.
Quindi mi fermo qui, perché ho cose migliori intorno a me, tanto per dire sto ascoltando in anteprima il nuovo disco di Paul McCartney.  E allora, piss on you world, torno a essere lo snob british che spesso sono accusato di essere. Molto meglio.
Questo per dire che, se quando e arriverà, il second coming dell’Antivirus sarà sempre e soltanto musicale. Perché un minimo di conforto ce lo meritiamo ancora, echecazzo!
Il servizio sarà offerto come sempre da Backdoor, che resiste e riaprirà, contateci, ma nel frattempo può spedire dischi e rallegrare la vostra clausura o il maledetto smartworking.
Il sito, rinnovato, è facilmente consultabile

ma scriveteci, chiedete, possiamo darvi consigli mirati, proporre novità, pescare gemme oscure o rinverdire qualche classico, mandare regali impacchettati. Tutto quello che desiderate.
Spediamo ovunque, ma siamo autorizzati a fare consegne in città.
Insomma, come dice Woody Allen ai suoi compagni di cella quando esce dalla galera: “Teniamoci in contatto”.
State al sicuro, sopravvivete con fiducia (un disco dei Belle and Sebastian dal vivo uscirà a breve), abbassate di qualche tacca le pretese (già fatto, lo so) e mettetevi comodi, perchè
And it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard, it’s a hard
It’s a hard rain’s a-gonna fall

Love you all,
Maurizio

2 Sabato, 7 novembre 2020

Si avvicina la scelta del disco dell’anno. Le care vecchie abitudini di noi maniaci.
So che i migliori di voi stanno già elaborando la playlist personale da gennaio (bravi, così si fa).
Vedremo, si accettano scommesse.
In ogni caso credo che possiamo esser tutti d’accordo sul fatto che i Fontaines D.C. saranno alti, altissimi.
quindi, vogliate gradire una splendida versione Isolation di “Sunny”.

(Fontaines D.C. “A Hero’s Death” è disponibile in vinile e CD da Backdoor, support your local store)
Come ogni sabato, oggi su La Stampa c’è la mia rubrica “Una città, una canzone”, rassegna di brani su Torino.
La canzone è questa, tenetevi forte.

3 Domenica, 8 novembre 2020

Se dio vuole, dovrebbe essere finita questa faccenda delle elezioni americane.
Assumendomi il rischio di essere linciato, posso dire che non me n’è fregato un granché?
Capisco che il loro Presidente poi diventi rilevante per tutti, ma davvero non ne potevo più. Già il meccanismo di assegnazione della vittoria è delirante, credo che soltanto il campionato di calcio argentino sottostia a regole più incomprensibili e per giunta tutto questo in un Paese (USA) dove la banalizzazione di qualsiasi concetto è insita nel dna degli abitanti stessi. Una follia.
Ma quello che trovo realmente incomprensibile è la passione che scatena intorno a me. Vedo gente che esce dal supermercato scrollando la testa: “Il Maryland è controverso”. Vorrei dire “Signora, mi perdoni, capitale del Maryland?”, giusto per sapere. Gente che non riesce a concentrarsi sulla lettura perché il Wyoming sta cambiando la sua tradizionale propensione (democratica? repubblicana? dove cristo è realmente il Wyoming nella cartina?). Non so. Telegiornali che esondano di aggiornamenti, rave di Mentana, approfondimenti sul voto postale (quello poi, nel 2020. Vi immaginate da noi…).
Una volta ho detto “Ma possibile che non ci sia mai un servizio dalla Cina? Non dovremmo forse sapere qualcosa di più di quello che succede lì piuttosto che essere aggiornati sui ritardi del conteggio in South Dakota?”. Stavano per denunciarmi alle truppe di Berlusconi (“hey, abbiamo qui un comunista che parla della Cina, venite a prenderlo”).
Ho iniziato ad andare in confusione ben presto, mischiavo gli aggiornamenti sugli Stati dei Grandi Elettori, che mi raggiungevano ovunque, con le memorie di Canzonissima della mia bambinezza. Louisiana al 53%,  New Mexico non pervenuto, la giuria di Bari ha così votato, Nicola di Bari 98%, Gianni Morandi 1%, Marisa Sannia 1%.
Vacillavo.
Quindi, prima di farmi appioppare del populista per aver buttato lì che forse dovremmo preoccuparci più del nostro disgraziato Paese che di Melania e Biden (a proposito, quest’ultimo è una persona reale o il frutto di un abile tassidermista?), ho deciso di omologarmi pure io e ho iniziato a mandare messaggi a casaccio ai miei contatti più “passionari”.  Questo un campionario:
-se prendiamo il North Carolina è fatta
-Delawere senza storia
-temo per l’Oklahoma
-se passiamo in Vermont, sono fiducioso
-Alabama titubante
-Connecticut ambiguo da tradizione
-difficile interpretare l’Arkansas
-l’Ohio può fregarci sul finale
e, soprattutto, a raffica, sempre: “il Rhode Island è in bilico”. A raffica, insisto. “Il Rhode Island è in bilico”.
E dai.
Comunque, nella convinzione che le elezioni USA interessino più agli abitanti del mio quartiere (che indossano pelli di daino rispettosamente allevati nelle spa di Cortina e poi ordinano i biscotti su Amazon, tanto per dire) che agli americani stessi (che si infiammano più per i voti dello sceriffo della loro contea), per dimostrare che non I’m so bored with the USA, ecco un americano che adoro: Kevin Morby.  Texano (il Texas? ce lo giochiamo all’ultimo voto) e songwriter di straordinario talento.
Eccolo in un video di toccante amore americano (stivali, deserto e la dolce Waxahatchee, sua compagna e ottima songwriter anche lei)

a 2 minuti e 55 inizio a commuovermi
a 4 miti e 03 faccio “uh!” con lui
(Kevin Morby “Sundowner” è disponibile in vinile e CD da Backdoor, support your local store)
P.S. non so se il video sia stato girato in Rhode Island,
ma nel caso, non scordatevi che è tuttora in bilico
subito dopo li invidio

Backdoor è chiuso, ma attivo per spedizioni e consegne
consultate il catalogo
scriveteci: backdoor.torino@libero.it
keep on rockin’ in a free (from virus) world

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